skip to Main Content

Interagendo con molti investitori, a volte relativamente nuovi al mondo delle criptovalute, noto diversi pattern ricorrenti, causati dalla poca esperienza ma soprattutto dalla poca familiarità con gli aspetti da gestire e gli strumenti a disposizione.

Come spiegato nella guida gratuita dedicata alla creazione di un portfolio di investimento in Bitcoin e criptovalute, è facile farsi prendere dall’entusiasmo e impegnare capitali frettolosamente, in maniera sregolata e senza avere le idee chiare sui parametri da tenere presenti e sui rischi coinvolti.

E’ impressionante la leggerezza con cui tendiamo a tuffarci in un progetto solo perché in quel momento va di moda, sta aumentando di valore o è sulla bocca degli influencer di turno.

Sembriamo non aver bisogno di altre conferme per iniziare a investire, a dispetto dei ripetuti inviti a DYOR (‘Do Your Own Research’, fai la tua ricerca) e gli avvisi che non si tratta di consigli finanziari. Il problema è che agire così avrà quasi certamente la conseguenza di mandarci in bancarotta.

Con questo articolo vogliamo quindi imparare una serie di verifiche da interiorizzare come percorso di controllo preventivo, prima di procedere con un acquisto.

L’obiettivo è stabilire rapidamente la legittimità di un progetto e assicurarci che si tratta di una criptovaluta con le carte in regola, che potenzialmente rientra nel 5% di coin e token che avranno successo a lungo termine anziché nel 95% di quelli che falliranno.

Come spesso è il caso, le regole sono semplici, seguirle richiede un attimo, e i benefici che si ottengono consistono in fondi, tempo e stress risparmiati.

Prima di iniziare è un’ottima idea dare un’occhiata ai seguenti articoli e guide di riferimento, che per chi ne avesse bisogno coprono aspetti imprescindibili per muoversi in sicurezza nel mercato cripto:

Una volta che capiamo come evitare gli errori più comuni, come stare alla larga da truffatori e cosa significa investire in criptovalute, con le dieci verifiche che stiamo per scoprire avremo la certezza di avere l’intera situazione sotto controllo.

Punti Chiave:

Non importa che acquisto abbiamo intenzione di portare a termine, è indispensabile fare una ricerca preventiva sul progetto.

Gli investimenti sbagliati nascono da una parte da ingenuità dovute a inesperienza e conoscenze limitate, e dall’altra dall’agire impulsivamente cadendo vittime di marketing manipolatorio.

Incrociando pochi dati cardine riguardo andamento dei prezzi, politiche economiche e attività di team, sviluppatori e investitori, si può avere rapidamente un quadro della situazione.

Un progetto deve essere autentico, utile, attivo, popolare e soprattutto legittimo.
Interiorizzare un percorso fatto di una manciata di verifiche permette di proteggersi in non più di qualche minuto.

Strumenti Necessari:

Le verifiche di questa guida richiedono un poco di pratica, e sarebbe preferibile farle diventare una routine che applichiamo strategicamente ogni volta che stiamo valutando se effettuare un primo acquisto di una nuova moneta.

Una volta raggiunta una certa agilità richiederanno complessivamente non più di 10-15 minuti. Basterà organizzarci e tenere a portata di mano gli strumenti necessari a effettuate l’indagine in maniera efficace.

Tra questi abbiamo (approfondiremo tutto a breve):

  • La pagina dedicata su CoinMarketCap o CoinGecko.
  • Un blockchain explorer del network su cui si trova la criptovaluta o token.
  • Il sito ufficiale del progetto.
  • Gli account del progetto sui vari social media.

Un ideale punto di partenza è il sito CoinMarketCap, considerato il riferimento globale per tutto ciò che riguarda i mercati delle criptovalute.

Tra gli strumenti che mette a disposizione abbiamo delle pagine di qualità dedicate a ogni singolo progetto, nelle quali troviamo non solo i principali parametri di mercato ma anche elenchi completi e aggiornati di link a social, contratti, network disponibili e gran parte di ciò che serve.

In alternativa possiamo utilizzare il validissimo sito CoinGecko, che offre tutte le stesse funzionalità. Un ottimo approccio è quello di abituarsi a fare una doppia verifica su entrambi i portali.

Per questa dimostrazione ci serve una moneta adatta, che sia rappresentativa di alcune delle problematiche ricorrenti. Ci dirigiamo nel motore di ricerca interno a CoinMarketCap e proviamo a digitare le prime lettere di Shiba Inu, sicuri che ci verrà suggerito qualche clone che fa al caso nostro.

La situazione è peggio del previsto e appare subito una lista di decine di progetti che cercano di cavalcare l’onda di una delle memecoin più quotate. Sono tutte tra la posizione 400 e 3000 (e già questo sarebbe un buon motivo per starne alla larga).

Selezioniamo King Shiba, definita dagli stessi sviluppatoriLa prossima grande memecoin sulla Binance Smart Chain‘.

Una memecoin è una moneta meme che non ha alcuna utilità e basa il suo valore esclusivamente sul seguito e sulla popolarità online. I due esempi più rinomati sono Dogecoin e Shiba Inu.
King Shiba sarà utilizzata a scopo puramente dimostrativo, osservandola con neutrale distacco solo per quelli che sono i fatti, senza criticarne né lusingarne le caratteristiche.
Esistono migliaia di token che performano in maniera simile e l’intento di questa analisi non è di attaccare King Shiba (c’è di molto peggio…), ma di notare come si posiziona, per imparare a valutare in maniera più lucida e oggettiva i progetti che concretamente ci interessano.

1 Perché:La prima verifica è una questione del tutto personale. Chiedersi perché si vuole comprare quella criptovaluta. Il motivo per cui è importante è che così facendo otteniamo istantaneamente una misura di quanto abbiamo le idee chiare.

Meno sappiamo rispondere, più probabilmente si tratta di un’azione impulsiva motivata dal prospetto di facili guadagni. E, di conseguenza, più stiamo rischiando e più dovremmo valutare attentamente se non sia il caso di rimettere in discussione i nostri piani.

Naturalmente, nel caso di qualsiasi memecoin, l’unica ragione possibile non può che essere quella di sperare in un rapido apprezzamento.

Se l’obiettivo è questo allora usiamo le verifiche che seguono per stabilire se nella cripto scelta c’è questo potenziale oppure stiamo per buttare via i nostri risparmi.

Ricordiamo che prima di investire in una criptovaluta dovremmo capire di che categoria di moneta si tratta, quale è la sua utilità e soprattutto come funziona.

2 Parametri di Mercato:I parametri di mercato di una moneta sono l’insieme dei dati che permettono di decifrare il suo posizionamento ed effettivo valore.

Vanno ben oltre il prezzo nominale, e includono elementi che hanno molto più peso e bisogna comprendere perché forniscono preziose indicazioni su quanto sia opportuno investire.

I più importanti sono:

  • Prezzo: rappresenta il costo per unità. Si tende a farsi allettare da cifre basse, pensando che se possediamo un miliardo di monete in qualche modo siamo più ricchi che se abbiamosolo 0.01 Bitcoin. Come vedremo non è così.
  • Fornitura in circolazione (o supply): si tratta della quantità di monete attualmente in circolazione.
  • Fornitura totale (o total supply): è la quantità complessiva di monete finora emesse, e differisce da quella in circolazione quando una parte non è ancora stata messa sul mercato (a causa della vesting schedule), oppure è stata rimossa (in caso di burning). I termini ‘Vesting Schedule’ e ‘Burning’ fanno parte delle tokenomics, discusse al prossimo punto.
  • Fornitura massima (o max supply): è la quantità complessiva massima che sarà mai rilasciata di una certa moneta, qualora non sia già stata del tutto coniata.
  • Capitalizzazione di mercato (o market cap): è il valore totale di tutte le monete in circolo al momento e si ottiene moltiplicando il loro numero per il prezzo corrente. E’ il criterio principale nel definire la quotazione di un progetto.
  • Posizione: la capitalizzazione viene usata come parametro di riferimento per classificare le criptovalute in ordine di importanza. Delle oltre 20 mila esistenti, Bitcoin è al numero 1, Ethereum al numero 2 e qualsiasi posizione oltre la centesima è considerato investimento ad alto rischio. Dalla 500 in giù si può parlare di gioco d’azzardo più che di investimenti.
  • Volume: indica il totale di compravendite giornaliere misurato in euro. E’ un parametro fondamentale perché ci dà un’idea delle dimensioni del mercato in cui ci stiamo addentrando. Le criptovalute principali hanno volumi di miliardi di euro al giorno.
    Se il volume non è almeno di qualche milione di euro significa che si tratta di un progetto minuscolo, soggetto ai capricci di pochi investitori, estremamente vulnerabile a manipolazioni e potenzialmente diretto verso volume e prezzo pari a zero.
  • Ticker Symbol: anche detto simbolo azionario è la sigla, tipicamente una combinazione di una manciata di lettere maiuscole, che viene usata per codificare il nome di una criptovaluta e renderla riconoscibile sugli exchange. Ad esempio BTC per Bitcoin, ETH per Ethereum e ADA per Cardano.
    Succede di frequente che diversi progetti condividano lo stesso simbolo, soprattutto se ci allontaniamo dalle cripto più rinomate.
    Si tratta di una verifica tecnica semplice ma potenzialmente determinante poiché potremmo non accorgerci di stare comprando un’altra moneta, fidandoci del simbolo che sappiamo essere corretto.
    Ad esempio, Stepn è un progetto legittimo e con un buon potenziale. Esistono però altre tre criptovalute che ne condividono il simbolo, che è GMT.
    Sebbene il prezzo, il logo e altri elementi dovrebbero farci notare eventuali errori, in un attimo di distrazione potremmo, su un exchange che supporta entrambe le monete, finire per comprare quella sbagliata.

Come se la cava King Shiba se la osserviamo attraverso la lente di questi parametri? Il prezzo al momento è di 0.003245 euro al pezzo, il che significa che con 3 euro e 24 centesimi ne compriamo 1000. Attualmente ne esistono 342 milioni.
E’ in posizione 1400, con market cap di 1 milione e 100 mila euro e volume di 104 mila euro.

In pratica in tutto il mondo ci sono state nelle ultime 24 ore compravendite per un totale di 100 mila euro. Poco, ma ancora ragionevole. Capita di vedere progetti con volumi di qualche centinaio di euro. Anche solo questo valore può farci evitare di rimanere bloccati in situazioni spiacevoli.

Il prezzo da solo non significa niente. Una tipica trappola è pensare qualcosa tipo: ‘Se oggi il prezzo è 3 millesimi di euro, quando arriverà a 1 euro avrò realizzato un x300. Ne compro mille euro, a breve saranno 300 mila euro e sarò ricco’.
Manca solo un tassello a questo apparentemente logico ragionamento. Se King Shiba valesse 1 euro al pezzo avrebbe una capitalizzazione di mercato di 342 milioni. Questo la proietterebbe in ottantesima posizione, davanti a progetti solidissimi come Compound, Arweave, Kadena, Amp, Mina e Curve.
Quanto è probabile? Quanto comprare un gratta e vinci e fare jackpot.

3 Tokenomics:Combinazione dei termini token ed economics, le tokenomics sono un insieme di parametri definiti a livello di protocollo dagli sviluppatori. Progettati per influenzare positivamente domanda e offerta e incentivare all’acquisto, contribuiscono a determinare quanto una criptovaluta è desiderabile agli occhi degli investitori.

Tale politica monetaria sottostante un ecosistema deve essere ben concepita e va esaminata prima di comprare perché è una componente fondamentale della riuscita del progetto a lungo termine.

Ecco i parametri essenziali:

  • Metodo di creazione: una criptovaluta può essere creata mediante pre-mining o fair launch. Nel primo caso le monete vengono generate alla fonte e distribuite, prima di essere pubblicamente disponibili sul mercato, tra sviluppatori, team e finanziatori. Questo processo viene definito token allocation e bisogna fare attenzione alla presenza di portafogli che detengono grandi percentuali della fornitura totale (le balene o whales, che approfondiremo al punto 8).
    Nel secondo la criptovaluta viene creata dall’intero network col processo del mining (estrazione) da chiunque voglia partecipare, ed è da subito governata pubblicamente dalla comunità (come nel caso di Bitcoin).
    I token vengono invece ‘coniati’ col minting, procedura assimilabile al pre-mining ma che avviene mediante smart contract.
  • Modello inflazionistico o deflazionistico: alcune criptovalute non prevedono una fornitura massima. Questo significa che, come per le monete fiat, potranno venirne creati sempre più pezzi, con conseguente diminuzione del loro valore.
    Quando invece questo parametro viene definito (pensiamo ai famosi 21 milioni totali di Bitcoin, estratti riducendone progressivamente la velocità di emissione per mezzo dell’halving), il modello è di natura deflazionistica.
  • Burning: una variante più spinta dell’approccio deflazionistico prevede la riduzione graduale delle monete in circolazione mediante un processo di rimozione chiamato burning.
  • Vesting Schedule: si tratta del programma di rilascio per gradi di una criptovaluta pre-minata, quando le monete non sono state distribuite tutte alla nascita. E’ importante perché un piano troppo aggressivo potrebbe comportare significativi cali di prezzo nel momento in cui la fornitura in circolazione dovesse aumentare repentinamente e a scadenze ravvicinate.
  • Ricompense e punizioni: per incentivare gli investitori vengono stabiliti meccanismi che premiano chi conserva a lungo termine (ad esempio con interessi sullo staking) e puniscono chi vende (ad esempio con una pesante commissione su ogni cessione).
  • Utilità: pur non essendo esattamente un parametro tecnico, l’utilità di una criptovaluta viene spesso considerata parte delle sue tokenomics, in quanto contribuisce in modo determinante alla domanda e conseguente crescita di valore.

Possiamo verificare l’impostazione di questi elementi nelle pagine e siti ufficiali di un progetto, dove la trasparenza e chiarezza riguardo la presentazione di tutti i dettagli è uno degli indici di quanto il team sia meritevole di fiducia.

In genere un approccio deflazionistico e una vesting schedule moderata determinano una maggior sicurezza degli investitori e di conseguenza tutelano da improvvise variazioni di prezzo.

La mancanza di max supply può invece essere indicativa di futura inflazione e relativa diminuzione del valore delle singole monete.

Con una breve indagine sul sito ufficiale scopriamo che King Shiba è stata creata mediante pre-mining in un miliardo di pezzi, non ci sono dati chiari su token allocation e vesting schedule, usa una forte politica deflazionaria di burning, distribuisce automaticamente il 2% di interessi a chiunque conservi la moneta e applica il 12% di tassa su ciascuna vendita.

In sintesi cerca di fidelizzare gli investitori con i tipici incentivi da memecoin, sostenendo di avere la ricetta magica per raggiungere la luna (replicata in realtà migliaia di volte) e di fatto mancando di sostanza.

Tokenomics anche molto ben pianificate non sono necessariamente garanzia di successo.

4 Price Action e Market Sentiment:Un’altra componente essenziale da verificare è la price action, ovvero l’andamento dei prezzi, che ci dice molto della salute di un progetto.

L’andamento mostra inoltre la fase in cui si trova il mercato, il che aiuta a stabilire se sia o meno un buon momento per posizionarsi: ad esempio massimi e minimi sempre più alti suggeriscono una tendenza rialzista e massimi e minimi in costante declino il contrario. Oppure una quotazione attualmente al massimo storico è indice di un probabile imminente ribasso, per cui può essere prudente aspettare.

Possiamo dare un’occhiata alle chart sia su siti specializzati come Trading View, che nella finestra presente in ogni scheda di CoinMarketCap e CoinGecko.

Un enorme campanello d’allarme è il famigerato andamentoPump and Dump‘. Ovvero un prezzo che improvvisamente esplode, mantiene un picco di qualche ora/giorno e poi collassa per non riprendersi più.

Questo schema è letteralmente una truffa legalizzata nella quale team poco trasparenti (o entità esterne senza scrupoli) coordinano operazioni di marketing e di diffusione virale sui social per attrarre capitali, e, appena ottenuti profitti a volte anche superiori a x100 nel giro di qualche giorno, vendono in blocco e polverizzano il mercato decimando i risparmi degli ignari investitori.

Per capire quanto un progetto stia aumentando di valore in maniera organica e quanto invece stia venendo pompato artificialmente possiamo monitorare anche il market sentiment.

Se un mercato è in un momento eccessivamente ottimista ed euforico, è probabile che i prezzi siano vicini ai massimi storici, e che quindi la criptovaluta sia sovrapprezzata. Comprare in una situazione del genere significa esporsi al rischio di vedere una grande correzione e perdere rapidamente una sostanziosa percentuale del proprio investimento.

Naturalmente finché non vendiamo non abbiamo perso niente. Tuttavia, invece di procedere impulsivamente in preda alla cosiddetta FOMO (Fear Of Missing Out, timore di perdere un’occasione, che è uno degli aspetti dell’euforia incontrollata), ricordiamo il motto di ogni investitore esperto, ‘Buy low, sell high’, oppure la variante ‘Buy fear, sell greed’: il momento migliore per comprare è quando tutti hanno paura e i prezzi sono bassi, non al picco del mercato.

Com’è la price action di King Shiba? Rilasciata a Ottobre 2021, è passata in un mese da 0.004 euro a un massimo di quasi 0.16 euro. Da allora un disastro, e soprattuto un calo di volume da picchi di quasi 10 milioni giornalieri a minimi sotto i 100 mila euro (cioè 100 volte di meno). In sintesi un classico esempio di pump and dump.

Il profitto per chi è entrato presto è stato circa x40. Che, giusto per chiarezza, non significa un aumento del 40%: quello verrebbe indicato con x1,4. Un aumento del 100% equivale a x2. x40 significa indicativamente 4000% di apprezzamento.

A onor del vero, tutto il mercato cripto è calato dopo il picco di Novembre 2021. Basterà però confrontare qualche chart di progetti top per notare l’enorme differenza tra una price action sana, per quanto in declino, e una da elettroencefalogramma piatto.

5 Exchange/Wallet/Network Support:Passiamo alle verifiche relative all’ecosistema di compravendita e gestione della criptovaluta scelta.

Non è affatto scontato che il nostro wallet o l’exchange su cui abbiamo un account supportino la moneta in cui vogliamo investire. E’ opportuno fare anche qui una ricerca preventiva e capire dove e come possiamo comprarla e successivamente conservarla:

  • Exchange: le informazioni su dove è in vendita una criptovaluta sono preziose per molti motivi. Innanzitutto la presenza su exchange prestigiosi è una conferma della legittimità e solidità del progetto.
    Poi ci permettono di ricavare utilissime indicazioni riguardo ai pairing disponibili, ovvero l’elenco di altre monete con cui la si può scambiare, perché non sempre è possibile usare euro o una stablecoin e potremmo trovarci di fronte un ostacolo. Anche il numero e la varietà di pairing sono indice del livello di diffusione del progetto.
    Sugli exchange centralizzati vanno inoltre verificati i parametri relativi a ordini minimi, commissioni sui prelievi e depositi minimi.
    Infine notiamo se esiste la possibilità di comprare in maniera decentralizzata senza usare exchange ma direttamente in un wallet come MetaMask.
  • Network: come spiegato in questo articolo sulla differenza tra criptovalute e token, molte criptovalute esistono in una versione nativa e poi in alternative tokenizzate distribuite su diverse blockchain.
    Dobbiamo decidere qual’è la versione di nostro interesse e poi essere sicuri di comprare quella, nonché di disporre di un wallet che sia in grado di interagire col network specifico.
  • Wallet: anche i migliori wallet supportano un numero limitato di coin. Il motivo è che creare e poi tenere aggiornate le infrastrutture necessarie a interagire in sicurezza con una blockchain è un lavoro di proporzioni inimmaginabili.
    Siccome sappiamo che è preferibile custodire le monete acquistate in un portafoglio non custodial di cui deteniamo le chiavi private, è importante fare una ricerca per verificare preventivamente di essere coperti con i dispositivi di cui siamo dotati.
    In genere un wallet che supporta una certa blockchain è in grado di riconoscere anche molti dei token su di essa realizzati. Considerato che però non è sempre così anche questo dettaglio va controllato.

Le schede di CoinMarketCap ci sono ancora una volta utili. Scorrendo verso il basso troviamo un elenco di tutti i mercati disponibili, sia su exchange centralizzati che decentralizzati.

In alto abbiamo inoltre un riferimento che indica i network sui quali esiste la criptovaluta.

Per quanto riguarda il nostro esempio, leggiamo che King Shiba è un token BEP20 realizzato sulla Binance Smart Chain (BSC), scambiabile su Pancakeswap per BNB in maniera decentralizzata, oppure acquistabile su Gate.io, Mexc e un paio di altri exchange minori.

Per il supporto di criptovalute e token nei vari wallet dobbiamo riferirci ai siti dei singoli dispositivi: ai seguenti link abbiamo le pagine aggiornate di Trezor, Ledger e Edoxus.

6 Autenticità dei Contratti:Considerato che la stragrande maggioranza delle 20.000 criptovalute in circolo è costituita da token, e che questi esistono su blockchain di appoggio sotto forma di smart contract, un’altra verifica essenziale è quella relativa al numero di contratto ufficiale del token che vogliamo comprare.

Creare un token sulla Binance Smart Chain o su Polygon costa una manciata di euro. Chiunque lo può fare in pochi minuti, copiando il nome di una criptovaluta, token o stablecoin, duplicandone il logo, e aprendo qualche account social fake per trarre in inganno malcapitati che non conoscono questi dettagli.

Verificare il numero di contratto è un’operazione che si effettua semplicemente ricavandone la sequenza di caratteri dal sito ufficiale del progetto (dove tipicamente si trova in bella vista nella homepage), da un blockchain explorer (vedi prossimo punto), oppure da una fonte autorevole come CoinMarketCap o CoinGecko.

Se vogliamo aggiungere la moneta scelta in MetaMask come custom token, questi siti offrono dei pratici pulsanti col logo a faccia di volpe per procedere automaticamente, con un click.

Naturalmente è doveroso fare un controllo incrociato tra sito ufficiale e contratti trovati altrove. La classica insidia è quella di aggiungere manualmente un token nel nostro wallet copiando e incollando un numero di contratto fraudolento, oppure digitandone il nome e vedendo apparire un token duplicato che non ha alcun valore.

Per King Shiba il contratto si trova come detto sulla Binance Smart Chain e il suo numero è:

7 Quantità di Holders e Transazioni:Un’altra componente che permette di appurare l’autenticità e la legittimità di una certa criptovaluta o token, è il numero di wallet che ne sono in possesso e il numero/frequenza delle transazioni. Per riferimento teniamo presente che nel mondo esistono oltre 70 milioni di wallet Bitcoin.

Per questa verifica ci serve un altro degli strumenti citati in apertura, il blockchain explorer. Si tratta di motori di ricerca specializzati che operano scandagliando tutte le informazioni registrate su una blockchain e rendendole pubblicamente visibili su richiesta degli utenti.

Ad esempio l’explorer ufficiale della Binance Smart Chain si chiama BscScan. Nella barra di ricerca presente nella homepage si possono inserire indirizzi, transaction hash (identificativo di una transazione) e numeri di contratto (anche questo è un modo di appurarne l’autenticità).

Se incolliamo il contratto di King Shiba giungeremo a una pagina con tutte le informazioni che ci servono. In alternativa, cliccando semplicemente sul numero in CoinMarketCap arriviamo direttamente alla stessa schermata.

I due valori che ci interessano sono il numero totale di wallet (indicati con la dicitura ‘holders’), che ammonta a 23.199, e il numero di transazioni, che è 334 mila.

Il fatto che complessivamente il mercato di questo token abbia solo 23 mila utenti a livello globale può essere un importante metro di misura per ragionare su quanto siamo disposti a investirci.

Per lo meno però siamo sul token ufficiale, perché questa verifica ci permette di riconoscere subito token fasulli dal fatto che hanno si e no una manciata di holders e transazioni.

Scorrendo un po’ più in basso nella stessa pagina arriviamo alla sezione dei trasferimenti, dove notiamo che c’è una discreta attività, indice che il progetto non è in salute ma neanche defunto.

Se qui invece troviamo una situazione completamente stagnante abbiamo una inequivocabile conferma che è il caso di stare alla larga e non compromettere un solo euro.

Il volume, la quantità di holders e il numero di transazioni ci danno un’idea della liquidità di una coin, ovvero della possibilità di uscire rapidamente dal mercato se lo desideriamo.
Minori sono questi valori più rischiamo di rimanere bloccati, perché diventa difficile trovare chi sia disposto a comprare le monete che è nostra intenzione vendere.

8 Whales (Balene):Un’ulteriore verifica che i blockchain explorer mettono a disposizione è quella di visionare la distribuzione delle monete tra i vari wallet degli investitori.

Il motivo per cui questo è importante è che se grosse percentuali della fornitura in circolo sono nelle mani di pochi wallet, questi hanno un potere enorme sul mercato e possono da un momento all’altro decidere di vendere tutto e far collassare il prezzo.

E’ noto il caso di Dogecoin, il cui wallet più sostanzioso, del quale non si conosce il proprietario, detiene circa un quarto di tutte le monete esistenti. Significa che potrebbe letteralmente radere al suolo il mercato in qualsiasi momento.

Se pensiamo che Dogecoin è nella top 10 delle più importanti criptovalute per capitalizzazione di mercato, con milioni di investitori, viene da farsi una domanda: quanti di quelli che l’hanno comprata sono a conoscenza di questo fatto? Capiamo sempre di più perché la serie di verifiche che stiamo scoprendo è così cruciale.

Tali soggetti vengono definiti whales o balene, e la loro presenza, soprattutto in progetti di piccole dimensioni, è un serio campanello d’allarme.

Difatti non solo sono in grado di manipolare il mercato con lo schema pump and dump citato prima, ma anche di perpetrare la variante ancora più grave del ‘Rug Pull’, la tirata di tappeto da sotto i piedi degli investitori, in cui sviluppatori fraudolenti abbandonano improvvisamente e definitivamente il progetto coi fondi raccolti.

Ci ricolleghiamo a market cap e volume: minori questi valori, più è facile mettere in atto operazioni del genere, più diventa probabile che succeda, in quanto anche entità di modeste dimensioni e capitali possono posizionarsi come whales e controllare il mercato. Il rischio per chi investe è elevatissimo.

Tornando all’esempio dimostrativo di King Shiba, possiamo recarci alla sezioneholdersnella pagina del blockchain explorer.

Notiamo un inquietante indirizzo col 56% della fornitura. Per fortuna si tratta del null address per il burning, la strategia deflazionistica spiegata prima.

A volte in questo elenco compaiono anche i wallet degli exchange che supportano una certa criptovaluta oppure i numeri di contratto che detengono token, per cui non bisogna automaticamente allarmarsi.

Questi sono sempre adeguatamente etichettati e non devono far preoccupare. Qualsiasi altro sostanzioso wallet di origine ignota (ad esempio quello da 24 milioni di pezzi che compare in quinta posizione) richiede invece un approfondimento.

Il fatto che i token di un progetto siano distribuiti in modo uniforme a un gran numero di partecipanti è un buon criterio per valutarne l’adozione, la sostenibilità e il potenziale a lungo termine.

9 Presenza Online e Popolarità sui Social:E’ il bello di internet: basta saper cercare per metter mano su qualsiasi informazione ci serva.

Nel fare ricerca su una criptovaluta si tratta di uno strumento imprescindibile e che può in pochi minuti chiarire su cosa stiamo per investire i nostri soldi.

Procediamo con una verifica di questi aspetti:

  • Presenza e posizionamento generale nei motori di ricerca.
  • Numero di articoli, recensioni e video riguardanti il progetto.
  • Qualità dei contenuti che compaiono. E’ facile determinare se gli articoli sono dei copia/incolla o se ci sono persone in carne e ossa che si occupano del materiale messo in rete.
  • Esistenza di pagine dedicate sui siti di exchange e wallet.
  • Posizionamento nei vari social network.

Notiamo inoltre cosa compare nel suggeritore di google subito dopo che digitiamo il nome della criptovaluta, perché potrebbero emergere contenuti illuminanti su qualche evento passato controverso e sull’operato del team.

In alternativa digitiamo il nome del progetto seguito datruffaoscamper assicurarci che non esistano riferimenti al riguardo.

Una carenza o addirittura assenza di informazioni ufficiali è un chiaro segnale che è il caso di stare alla larga dalla criptovaluta in esame.

Per quanto riguarda la popolarità sui social, sappiamo quanto il seguito e la community siano oggi fondamentali per la buona riuscita di qualsiasi impresa. Se non c’è seguito non ci saranno investitori e la crescita della criptovaluta sarà molto meno probabile.

In casi estremi la risonanza sui social diventa l’unico elemento a favore di una moneta, creando un’illusione di valore che maschera l’assenza di altra sostanza.

Attenzione anche al fenomeno che in gergo viene definito ‘Hype’, ovvero le attività promozionali, intense e manipolatorie, atte a generare una sensazione di fermento per attrarre rapidamente nuovi investitori: il risultato è tipicamente una price action di tipo pump and dump come quella vista prima.

La popolarità di una cripto è comunque un parametro da verificare perché in genere assolutamente salutare quando affiancata da una solida progettualità, un buon team, e i capitali necessari a portare avanti un valido piano di azione rispettando le scadenze.

Sebbene oggi siamo tutti piuttosto esperti in materia, un riepilogo degli elementi da esaminare non nuoce. Controlliamo:

  • Il numero di follower, iscritti, visualizzazioni sui vari social network (ad esempio Twitter, Facebook, YouTube, Instagram, Telegram e Reddit).
  • L’engagement, ovvero quanto le persone sono coinvolte, commentano, mettono like, condividono, e quanto frequentemente il team interagisce di persona.
  • I contenuti dei commenti. Potremmo trovare un’alta densità di commenti ostili a indicare comportamenti poco corretti degli sviluppatori, che richiedono approfondimento.
  • Il numero di persone che segue la criptovaluta su CoinMarketCap e CoinGecko. Anche questi valori segnalano quanto interesse ha suscitato la coin o token che ci accingiamo a comprare.
  • Che ci sia dell’attività recente, indice che il progetto è vivo e vegeto e non abbandonato a se stesso.

Il nostro esempio King Shiba, essendo dichiaratamente una memecoin, se la cava piuttosto bene su questi fronti, anche se vista la recente price action nella community si nota parecchio malcontento e numerose accuse di scam.

La ricerca online nel suo complesso può essere usata anche per misurare il posizionamento rispetto alla competizione, in quanto ogni progetto cerca di ritagliarsi un posto di rilievo in piccole nicchie che raramente sono poco affollate e agguerrite.

10 Legittimità:E’ un fatto piuttosto scioccante ma risaputo che oltre il 95% delle criptovalute non ha un futuro. Su 20.000 diverse coin e token oggi in esistenza solo qualche centinaio rimarrà con noi nel lungo termine.

Per questa ragione è indispensabile concludere questa serie di verifiche con la ricerca più importante: quella sulla legittimità del progetto.

In sintesi, dietro l’apparenza c’è della sostanza o si tratta solo di un sito ben curato, dei social pompati e campagne di marketing ammiccanti?

Molte delle verifiche fatte finora ci danno già una visione piuttosto chiara di come stanno le cose. Con questa serie di punti possiamo appurarlo definitivamente:

  • Che problema risolve il progetto? Qual’è il suo senso, il suo modello di business, la ragione per cui esiste?
  • Da quanto tempo è sul mercato? Se è appena nato la legittimità è ancora tutta da costruire. Se invece è già sopravvissuto a un paio di bear market (e quindi è attivo almeno dal 2017), abbiamo qualche certezza in più.
  • Il progetto ha una sua storia originale o è un duplicato di qualcosa di già esistente e cerca semplicemente di cavalcare un momento favorevole per rastrellare i risparmi di chi ingenuamente spera di replicare profitti già visti altrove?
    La versione estrema di questa situazione sono i progetti copia/incolla, vere e proprie truffe nelle quali tutto, incluso il sito e anche l’indirizzo web sono pensati per ingannare l’investitore.
  • Controlliamo bene cosa succede sul sito ufficiale. I link si aprono, rimandano a pagine esistenti, i contenuti sono originali?
  • Il team è visibile? Si tratta di persone con una faccia e un profilo professionale verificabile, oppure di soprannomi e avatar?
  • Ci sono un programma, una progettualità, una roadmap e un white paper? L’assenza di queste componenti è uno dei più grandi campanelli di allarme, poiché ci dà la certezza che si tratta di un progetto senza altra finalità se non quella di raccogliere fondi immeritatamente.
    Anche quando presenti è importante però controllare che il piano di azione delineato sia verosimile e non un’accozzaglia di termini tecnici o di tendenza messi insieme per trasmettere un vago ma accattivante senso di credibilità: NFT, metaverso, charity (tutti filantropi ultimamente…), deflationary, burning e l’immancabile ‘moon’ ;).

King Shiba, come era da aspettarsi, su questi fronti lascia totalmente a desiderare. Notare che nello screenshot qui sotto, tratto dal white paper ufficiale, quello sulla destra sarebbe il team (!).

Inutile dire che complessivamente King Shiba non supera affatto questa serie di verifiche. Un investitore tentato di mettere capitali in questo token, dopo aver speso qualche minuto a controllare gli aspetti discussi, non potrà che orientarsi altrove.

Conclusioni:

Le criptovalute hanno un potenziale enorme: possono rivoluzionare il mondo e contribuire a risolvere alcuni dei più grandi problemi che affliggono l’umanità.

Siccome nel far questo creano un sistema di incentivi nel quale è possibile fare soldi, hanno inevitabilmente scatenato un’orda di soggetti discutibili che ci si tuffa dentro solo per questo motivo.

E’ un fatto piuttosto deludente, ma per fortuna le sempre più frequenti denunce e rivalse stanno portando alla graduale estinzione del fenomeno, che al momento ancora prospera approfittando del basso livello di conoscenza dell’utente medio.

Nel frattempo dobbiamo tutelarci e contribuire a correggere questo stato di cose studiando e diffondendo guide come questa, per proteggere non solo i nostri risparmi e quelli degli altri investitori ma soprattutto la nomea delle criptovalute, se vogliamo che nel lungo termine raggiungano l’adozione di massa che i progetti di qualità meritano ampiamente.

Risorse correlate:

Terminologia Delle Criptovalute – Glossario Veloce
10 Errori da Evitare con le Criptovalute – Guida Gratuita
Come Evitare di Essere Truffati e Perdere Criptovalute – 10 Strategie
I Passaggi per Comprare, Custodire e Vendere Bitcoin o Qualsiasi Criptovaluta
Come Investire in Bitcoin e Criptovalute e Strutturare un Portfolio – Principi – Gestione – Esempi


Share

CdIta

Inserisci la Tua eMail per Ricevere Contenuti Esclusivi Gratuiti.

var sc_project=12569920;
var sc_invisible=1;
var sc_security="381169ba";

Web Analytics Made Easy - StatCounter
Back To Top