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Che Cos’è Bitcoin?Bitcoin è un sistema di pagamento digitale ed un nuovo tipo di denaro. E’ la prima moneta digitale decentralizzata, poiché si invia tramite internet direttamente tra gli utenti e senza passare per una banca o autorità centrale che gestisca i conti o verifichi le transazioni.

Per questo motivo ha commissioni bassissime, può essere usato in qualsiasi parte del mondo, non richiede l’apertura di un conto, e chiunque ne può fare uso: inviare bitcoin è facile come mandare un’email e per farlo è sufficiente avere un pc o uno smartphone collegato a internet.

Il suo funzionamento è basato su un protocollo software da pari a pari (peer to peer) e completamente aperto (open source). La sua progettazione è pubblica, nessuno possiede o controlla il network di Bitcoin e chiunque può prendere parte al progetto per migliorarlo, senza gerarchie.

Ha una politica monetaria immutabile e programmata nel protocollo, che definisce il numero complessivo di bitcoin che saranno mai creati, le modalità e le tempistiche, in maniera prestabilita, in modo da garantirne la scarsità e quindi il valore.

Punti Chiave:
Bitcoin è un nuovo tipo di denaro, decentralizzato, democratico, liberamente accessibile, peer to peer, senza intermediari e sicuro.
Non è governato da alcuna autorità centrale. Il suo funzionamento si basa su un
software crittografico che gestisce un registro pubblico distribuito in migliaia di copie, chiamato blockchain.
Si utilizza interfacciandosi con un Wallet, un programma che funziona da portafoglio e permette di spendere, ricevere e inviare denaro con la stessa semplicità con cui si inviano e ricevono email.
Può essere usato come sistema di pagamento, riserva di valore o investimento.
E’ la prima alternativa al sistema bancario tradizionale, e con la sua politica monetaria ha il potenziale di correggerne i limiti.
Viene utilizzato per attività fraudolente in percentuale dieci volte inferiore alla finanza tradizionale. Usa energie rinnovabili in percentuale tre volte superiore alla media mondiale. Impiega il 40% in meno dell’elettricità consumata a livello globale dai dispositivi in stand-by.

La gestione delle transazioni e l’emissione di bitcoin viene effettuata collettivamente da una rete di computer (network) chiamati nodi. Per operare autonomamente senza bisogno di un intermediario che garantisca la fiducia tra le parti coinvolte, il sistema è mantenuto sicuro e funzionale dai miner. Si tratta di nodi specializzati che sono premiati con nuovi bitcoin per effettuare la verifica delle transazioni.

Una volta confermate, le transazioni vengono aggiunte e salvate in un registro pubblico, trasparente e irreversibile, chiamato blockchain e distribuito in copie identiche in ogni nodo.

Esiste un network di migliaia di computer che ne aggiornano costantemente lo stato e da cui scaturisce la decentralizzazione. Se vogliamo possiamo scaricare la blockchain completa, partecipare alla rete e gestire un nodo, semplicemente visitando la pagina ufficiale su bitcoin.org e seguendo le istruzioni.

Capiamo quindi perché Bitcoin è decentralizzato, come fa a essere sicuro e perché non c’è bisogno di una autorità centrale che verifichi la validità dei movimenti. Se qualcuno volesse sabotare, eliminare, o modificare illegittimamente un registro distribuito di questo tipo, dovrebbe farlo simultaneamente con le oltre diecimila copie attive ad oggi: un compito quasi impossibile.

Bitcoin è totalmente digitale, non è costituito da niente di fisico, e di fatto non esistono neanche delle monete vere e proprie. Si tratta solo di transazioni e saldi registrati nella blockchain: avere bitcoin significa semplicemente possedere l’accesso a una certa transazione registrata in precedenza e potere da questa trasferire fondi a un altro indirizzo.

Come consuetudine ci si riferisce al network scrivendo Bitcoin e alla moneta indicando bitcoin con la ‘b’ minuscola.

La Blockchain:Come abbiamo raccontato in questo articolo su cosa sono i soldi, inventare un sistema monetario alternativo a quello corrente sembrava un obiettivo impossibile da raggiungere, ma nell’ottobre del 2008 è cambiato tutto: con la pubblicazione del famoso White Paper da parte di Satoshi Nakamoto, venne presentato un sistema per creare una moneta digitale decentralizzata, che finalmente risolveva l’annoso problema del double spending e consentiva transazioni peer to peer senza l’intervento di una autorità centrale.

Il grande contributo e l’intuizione innovativa di Nakamoto risiedono in particolare nella blockchain, che è la soluzione alla base del funzionamento di Bitcoin. L’invenzione del registro distribuito ha introdotto la possibilità di garantire l’autenticità di transazioni tra soggetti che non si conoscono, mediante un meccanismo di consenso tra pari. Questo inizialmente ha risolto, con Bitcoin, il problema della fiducia nel mondo finanziario, ma ben presto in molti si sono resi conto del potenziale dirompente e dell’applicabilità su vasta scala di questa tecnologia.

Difatti la ‘catena di blocchi’, consentendo di certificare digitalmente e senza intermediari ciò che prima richiedeva una istituzione, ha innumerevoli applicazioni e sta trasformando il modo in cui pensiamo e gestiamo non solo il denaro e la finanza, ma anche internet, la logistica, i trasporti, la proprietà, l’identità, i diritti d’autore e molto altro.

Tornando a noi, anche le banche usano un registro in cui viene tenuto conto di tutte le transazioni e i saldi di ogni correntista. Ma questo registro non è pubblico, non è trasparente, e non è decentralizzato. E’ conservato nei server centrali della banca, che lo controlla completamente.

Il registro di Bitcoin invece è pubblico e consultabile in qualsiasi momento. Tutte le transazioni e i saldi sono registrati in maniera permanente sul database della blockchain, e sono consultabili da chiunque. Siccome il registro riporta indirizzi e cifre ma non nominativi, possiamo sapere che transazioni sono avvenute, la loro data, le quantità, e i saldi, ma non chi ha effettuato queste operazioni: per questo si può definire Bitcoin un circuito pseudo-anonimo.

Come vediamo nella transazione qui sotto, abbiamo solo indirizzi, date e cifre. Si tratta del primo acquisto mai fatto con Bitcoin, nel Maggio del 2010: due pizze in cambio di 10000 bitcoin.

Come Funziona:Dal punto di vista tecnico il funzionamento di Bitcoin è molto complesso. In sintesi, e provando a semplificare, possiamo descriverlo così.

Bitcoin consiste in una rete di computer peer to peer che fa girare il software del protocollo crittografico che gestisce le transazioni. Queste transazioni sono salvate in un registro pubblico distribuito in copie identiche a ogni partecipante alla rete: la blockchain.

La blockchain non è controllata da nessuna entità centrale e ne esistono migliaia di copie, una per ogni nodo che partecipa al network verificandone l’autenticità. Le transazioni sono trasmesse ai nodi sotto forma di messaggi firmati digitalmente, utilizzando dei portafogli elettronici. Questi sono chiamati Wallet, e non sono altro che applicazioni usate dagli utenti per interfacciarsi col network.

I nodi ricevono le nuove transazioni e verificano che siano valide. Queste transazioni rimangono in sospeso finché i miner non le confermano aggiungendo un nuovo blocco alla blockchain. Per farlo utilizzano un sistema chiamato proof-of-work (prova di lavoro), basato sulla potenza di calcolo che mettono a disposizione.

Chi risolve per primo un puzzle matematico viene premiato con nuove monete e commissioni, nonché autorizzato a scrivere il blocco successivo della blockchain, che raggruppa le transazioni appena confermate, e che viene poi propagato a tutti i nodi e validato solo se conforme alle regole del protocollo.

Da quel momento i fondi contenuti nella transazione sono spendibili dal nuovo proprietario. L’incentivo a competere per aggiungere nuovi blocchi è alla base della sicurezza e integrità del network.

Per chiarire ulteriormente riepiloghiamo gli elementi che entrano in gioco:

  • Il protocollo crittografico: il software che contiene e definisce il sistema di regole che governano il funzionamento della rete di computer partecipanti.
  • La rete di computer: il network, costituito da tutti i nodi che detengono una copia completa e aggiornata della blockchain, e che si assicurano che le regole del protocollo siano rispettate.
  • La blockchain: il registro o database nel quale sono salvate e costantemente aggiornate tutte le transazioni mai avvenute sulla rete, e relativi saldi, in modo permanente e irreversibile.
  • I miner: i nodi specializzati che mettono a disposizione la loro potenza di calcolo, competono per risolvere per primi i quesiti matematici assegnati dal protocollo, e confermano le transazioni in sospeso, raggruppandole in blocchi che poi aggiungono alla blockchain.
  • Il wallet: il software che permette all’utente di interagire con il network di Bitcoin e di trasmettere transazioni firmandole digitalmente, o ricevere fondi al proprio indirizzo.
  • L’utente: il soggetto che per mezzo del wallet può movimentare bitcoin, inviando e ricevendo transazioni.
  • La politica monetaria: i miner vengono premiati per le risorse che mettono a disposizione sia con delle commissioni su ogni transazione che con dei nuovi bitcoin, che è il modo in cui le monete entrano in circolazione. Il tetto massimo di bitcoin è stabilito a 21 milioni di pezzi, dei quali nel 2024 siamo a circa 19,7. L’ultimo bitcoin sarà creato nel 2140, e a quel punto i miner saranno ancora motivati dal ricevere le commissioni. L’incentivo è fondamentale perché la competizione per ricevere una remunerazione è alla base del mantenimento della decentralizzazione e sicurezza del network.
  • L’exchange: è il luogo dove possiamo scambiare moneta tradizionale per ottenere bitcoin, e viceversa.

Probabilmente tutto questo è molto più di quanto serve all’utente medio per usare Bitcoin e godere di tutti i suoi benefici. Cosi come non ci interessano i dettagli tecnici di come funziona il sistema operativo del nostro smartphone, non è affatto indispensabile comprendere tutte le dinamiche che avvengono dietro le quinte di Bitcoin.

Quello che ci serve è imparare a usare i due elementi essenziali per comprarlo, conservarlo, inviarlo e riceverlo: l’Exchange e il Wallet. La scelta e l’utilizzo di questi due elementi sono spiegati in una serie di articoli correlati, che troviamo in fondo a questa pagina.

I Vantaggi:L’insieme delle sue caratteristiche fa di Bitcoin una invenzione particolarmente significativa, che presenta molti vantaggi e risolve un gran numero di problemi:

  • E’ la più grande innovazione della storia per quanto riguarda la tecnologia del denaro. Non solo è uno standard di pagamento internazionale unificato che funziona senza autorità centrale, ma il network di Bitcoin permette di fare tutto più velocemente, in modo più economico, e su scala globale, senza escludere nessuno. E’ una soluzione democratica, gratuita, apolitica, che non richiede procedure di iscrizione o documenti e non ha restrizioni geografiche. Eliminando tutti gli intermediari nel processo di trasferimento di fondi, in molti casi riduce enormemente le commissioni per spostare denaro. Non ha limiti minimi o massimi: si possono letteralmente comprare e custodire 10 euro di bitcoin, oppure 10 miliardi: le commissioni, i tempi e le procedure sono identici in entrambi i casi. E’ una forma di moneta che nessuna banca o governo può controllare. Consiste nei soldi più inattaccabili mai inventati. Bitcoin significa soldi facili da trasportare, mandare e ricevere, disponibili su scala planetaria e con costi di transazione minimi.
    Del resto l’idea originaria di Satoshi Nakamoto era quella di creare un sistema libero e decentralizzato, dove il potere monetario fosse nelle mani degli utenti finali e non di governi e banche centrali.
  • Nel 2024 ci sono ancora 1.4 miliardi di persone che non hanno accesso al sistema bancario tradizionale, per via delle condizioni del luogo in cui vivono o dell’impossibilità di permettersi un conto corrente, e spostare soldi con Western Union o Money Gram ha commissioni elevate che impattano soprattutto i paesi con meno infrastrutture e i ceti sociali con meno opportunità. Oggi con un telefono e una connessione a internet possono unirsi al resto del mondo, in modo pressoché gratuito, e senza che nessuno debba dargli il permesso di farlo.
  • Ci dà totale controllo dei nostri soldi. Solo noi possiamo accedere ai nostri fondi. Nessuno può decidere di bloccarci il conto, confiscare il patrimonio, limitarci o controllarci nelle cifre, nei tempi, nei modi, nei destinatari e così via (cose che in molte parti del mondo sono la norma). Diventiamo la banca di noi stessi.
  • Così come prima di internet l’informazione era centralizzata e dipendente da una manciata di fonti, mentre oggi possiamo accedere gratuitamente a conoscenza da tutto il mondo con un solo click, Bitcoin è l’internet dei soldi, e offre una soluzione decentralizzata all’utilizzo di denaro. Quando tutti hanno libero accesso a un mercato globale, l’innovazione ha modo di decollare in modo esponenziale.
  • E’ la prima criptovaluta, e ha avviato un processo incredibilmente creativo che ha portato in una manciata di anni alla realizzazione di oltre diecimila progetti (le cosiddette Altcoin), che si pongono come obiettivo di risolvere i più disparati problemi, contribuendo in maniera considerevole all’innovazione e al progresso. Nascendo come monete digitali, molte criptovalute offrono la possibilità di integrare strati addizionali e programmabili che le rendono ‘smart’, caratteristica che è stata sviluppata in maniera incredibile in blockchain come quelle di Ethereum e Cardano, ed evoluta anche in Bitcoin con l’aggiornamento Taproot.
  • E’ la prima reale alternativa al sistema della moneta legale e l’unica che ha dimostrato di poterne prendere il posto. Oggi la maggior parte dei soldi non è altro che un registro contabile di chi deve cosa a chi. Durante la crisi del 2007-2008 centinaia di compagnie americane hanno ricevuto oltre 400 miliardi di dollari che prima non esistevano, e altre hanno avuto i loro debiti completamente rimossi. Il punto non è se questi salvataggi fossero giustificati o no, ma piuttosto il fatto che qualcuno ha deciso di modificare il saldo di quanti soldi erano posseduti da alcuni e dovuti ad altri. E ha potuto farlo senza pagarne le conseguenze: questo è ciò che succede se esiste una autorità centrale. Con una soluzione decentralizzata come Bitcoin, invece, il registro contabile è di proprietà di tutti, non solo delle banche centrali. E quando tutti controllano cosa succede e verificano i fatti, significa che non si può più cambiare lo storico delle transazioni perché i conti non tornano o perché fa comodo. Si è costretti a diventare responsabili.
    Bitcoin offre quindi per la prima volta il potenziale di passare a un sistema finanziario parallelo totalmente autonomo, trasparente, aperto, che non è soggetto alle manipolazioni delle banche centrali. Niente creazione di moneta, niente influenza sui tassi di interesse e inflazione, e nessun controllo, tramite politiche monetarie stabilite da una manciata di istituzioni, dell’espansione o contrazione dell’economia, della crescita o della recessione, e della qualità della vita di miliardi di persone.
    Questo permetterà di stabilire una economia equa e basata su un mercato veramente libero, e di porre così fine alle brutture a cui abbiamo assistito per decenni, inclusa l’invenzione di strumenti finanziari sempre più folli e scollegati dall’economia reale, che sono il buco nero alla base delle passate e future crisi finanziarie globali.
  • Bitcoin è paragonabile all’oro, e infatti viene sempre più frequentemente citato come oro digitale. Ne esiste una quantità finita, ha un protocollo inattaccabile, non c’è dietro una compagnia, non c’è un proprietario o un CEO, non si sa neanche chi lo ha creato (leggi qui se vuoi sapere di più su Satoshi Nakamoto). Il protocollo funzionerà esattamente allo stesso livello di sicurezza e con le stesse regole anche tra centinaia di anni. I miglioramenti avvengono mediante uno standard chiamato BIP (Bitcoin Improvement Proposals) che vengono implementati solo se approvati da tutto il network. Come detto chiunque può partecipare al network gestendo volontariamente un nodo o diventando un miner, senza richiedere alcun permesso. Ciò rende Bitcoin realmente decentralizzato e democratico, nonché impossibile da fermare. Così come l’oro, è pressoché indistruttibile. Bitcoin sparirà solo nel caso in cui la nostra civiltà dovesse rimanere senza energia elettrica e senza internet.
  • Ha un tetto massimo di 21 milioni di pezzi, che lo rende deflazionario. Mentre le valute legali come l’euro vengono in media inflazionate del 2% all’anno (cioè perdono potere di acquisto del 2% l’anno), Bitcoin è stato progettato per non perdere valore nel tempo ma per acquisirlo. Tipicamente più una cosa viene scelta come riserva di valore, più si tende a volerne creare quantità maggiori per generare arbitrariamente più ricchezza: pensiamo alle monete d’oro che nel corso della storia hanno iniziato a contenerne gradualmente sempre meno fino a non contenerne affatto. Con Bitcoin questo non può succedere: i 21 milioni sono un tetto massimo immutabile, e quindi all’aumentare della richiesta aumenta il prezzo, ma non la produzione.
    Mentre per le riserve di valore tradizionali all’aumento della domanda aumenta il prezzo, poi aumenta la produzione, e questo porta a una riduzione del valore per unità, con Bitcoin si crea un circolo virtuoso: al crescere del prezzo, anche se la quantità rimane costante (rimangono solo il 10% di bitcoin da coniare), per i miner le commissioni sulle transazioni sono sempre più profittevoli. In questo modo Bitcoin riesce a trasformare l’inevitabile incentivo umano di cercare di realizzare un profitto maggiore in un meccanismo che fa entrare i miner in competizione.
    Ciò porta a un irrobustimento del network, che diventando ancora più sicuro consente a Bitcoin di essere visto con sempre più favore come riserva di valore, con conseguente ulteriore aumento del prezzo.
    Questa è l’unicità della sua politica monetaria, in netta contrapposizione con l’idea di continuare a stampare soldi indefinitamente (come fatto ad esempio dalla Federal Reserve nel 2020-2021), cosa che come sappiamo è alla base di molti dei disastri cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Di fatto alcuni speculano che l’idea di creare Bitcoin sia nata proprio come risposta alla crisi finanziaria del 2007-2008, tesi a supporto della quale c’è il famoso messaggio inserito nel primo blocco di Bitcoin:
    ‘The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks‘ (‘Times Londinese del 3 Gennaio 2009: Cancelliere sull’orlo di un secondo salvataggio per le banche’).

I Limiti:Bitcoin non è un’invenzione perfetta, e ha essenzialmente due limiti, che andranno affrontati e risolti per poterne facilitare l’adozione globale come sistema di pagamento:

  • Ha problemi di scalabilità. La scalabilità è la possibilità di processare un gran numero di transazioni al secondo, a costi ridotti, e senza rinunciare alla sicurezza e alla decentralizzazione. Difatti, a dispetto di tutti i vantaggi elencati, se vogliamo usare Bitcoin come sistema di pagamento universale non possiamo accontentarci di transazioni che richiedono diversi minuti e commissioni inadeguate a micro pagamenti quotidiani come l’acquisto di un caffè. Tuttavia esistono già soluzioni come il Lightning Network che consente transazioni istantanee su un livello secondario al costo di millesimi di euro. Bisogna comunque prendere atto che per ora è un discorso che rimane aperto, e non è un caso che negli anni la percezione sempre più diffusa sia quella di considerare Bitcoin una sorta di oro digitale e una riserva di valore.
  • E’ molto volatile. Il termine volatilità si riferisce alle improvvise e intense oscillazioni di prezzo che avvengono nel breve periodo. Una moneta che cambia valore nominale ogni poche ore è ovviamente inadatta all’utilizzo come mezzo di pagamento quotidiano. Queste oscillazioni tuttavia sono in larga parte dovute al fatto che Bitcoin è usato ancora da una percentuale minima della popolazione mondiale. Maggiore sarà l’adozione, più stabili saranno i prezzi. L’utilizzo di massa potrebbe però richiedere ancora anni. Inoltre, considerato il fatto che continua ad aumentare di valore, è sempre più probabile che chi ha dei bitcoin non vorrà spenderli ma conservarli, a ulteriore conferma della narrativa dell’oro digitale.

Degli attacchi sul fronte del consumo energetico e del presunto utilizzo per scopi illeciti parleremo tra un attimo nell’approfondire le critiche che vengono rivolte a Bitcoin.

Come Può Essere Usato:Viste le sue caratteristiche Bitcoin si presta a una serie di applicazioni che vanno al di là del semplice sistema di pagamento. Possiamo ad esempio usarlo:

  • Come mezzo di scambio di valore. Ovvero come rete bancaria alternativa a quella tradizionale. Con Bitcoin possiamo spostare valore in maniera autonoma, anonima, a cifre minime e nel giro di qualche minuto. Non di rado si sentono notizie di trasferimenti stratosferici con commissioni impensabili nella finanza classica. Sulle grosse cifre, e se paragonato ai tempi e alle commissioni richieste dalle banche per transazioni internazionali, Bitcoin non ha rivali.
  • Come riserva di valore. La sua scarsità rende Bitcoin desiderabile per conservare valore. Siccome al contrario di altre forme di riserva di valore la sua disponibilità non può essere aumentata, è intrinsecamente progettato per crescere di valore nel tempo. Questo scongiura l’evenienza di perdere una parte del valore conservato, cosa che sappiamo invece essere possibile ad esempio per l’oro, che può essere estratto in nuove quantità o contraffatto. Inoltre, mentre spostare grosse quantità di oro può richiedere settimane e commissioni da capogiro, il peggio che può succedere con Bitcoin è dover attendere un’ora e spendere una decina di euro.
    Come spiegato, percepirlo come riserva di valore lo rende però meno adatto all’utilizzo come moneta transazionale, per gli stessi motivi per cui non pagheremmo la spesa in oro. L’oro lo conserviamo, non lo spendiamo. Per questo le monete legali, o in alternativa le stablecoin (criptovalute il cui prezzo è stabile), per adesso sono ancora lo standard per i piccoli pagamenti quotidiani.
  • Come investimento: anche se Bitcoin è volatile, in maniera estrema, chi ha corso il rischio di comprarlo e lo ha tenuto per un lungo periodo ha avuto un ritorno medio del 200% annuo, un risultato che non ha eguali. Questo è semplicemente un fatto, non un invito a investire.
    Per tutelare chi mosso da un eccesso di entusiasmo potrebbe rischiare di trovarsi in brutte situazioni, non dimentichiamo che è doveroso essere prudenti. Il prezzo di bitcoin viene determinato unicamente dalle compravendite che avvengono sul mercato libero, e quindi è legato esclusivamente alla domanda, che per ora sembra continuare a salire, ma sulla quale non vi è nessuna certezza (anche se con il crescente interesse da parte di fondi istituzionali ormai sembra improbabile che si torni indietro).
  • Come mezzo di speculazione: la sua volatilità elevata consente ai cosiddetti ‘day trader’ (soggetti che operano nei mercati quotidianamente), di effettuare compravendite frequenti nel tentativo di approfittare delle oscillazioni di prezzo per realizzare grossi profitti. Può quindi essere usato come strumento finanziario ad altissimo potenziale ma anche ad alto tasso di rischio, poiché il suo prezzo può scendere di molto e anche rapidamente. Quindi attenzione a chi racconta che con bitcoin si guadagna sicuramente e tanto e in fretta: è certamente possibile, ma non è affatto sicuro. Considerato che oltre il 95% di chi specula in questo modo perde soldi, è un utilizzo fortemente sconsigliato.
  • Come mezzo per spostare il proprio patrimonio al di fuori del sistema finanziario tradizionale. Fino a prima di Bitcoin questa possibilità era data solo dagli immobili, dai metalli preziosi e da beni di lusso come gioielli, oggetti da collezione, opere d’arte e così via. Tutte cose complicate da acquistare, gestire, e proteggere. Ora abbiamo una opzione in più per portare il nostro patrimonio fuori dal sistema finanziario corrente, al sicuro dal suo declino e dall’inflazione.

Le Critiche:Ovviamente sono molte le questioni da affrontare: Bitcoin è un esperimento che sta per ora funzionando molto bene, ma, visto che esiste da solo 15 anni, non dobbiamo pensare che abbia già mostrato tutte le sue potenzialità e i suoi rischi.

Come abbiamo detto i problemi ci sono: la volatilità è ancora altissima, l’adozione di massa richiederà tempo (e sebbene probabile non è affatto garantita), e l’utilizzo come sistema di pagamento è stato in parte superato da criptovalute più recenti, anche se il Lightning Network ha risolto i problemi di ‘lentezza’ e costo delle transazioni.

Approfondiamo però le due critiche essenziali che vengono rivolte a Bitcoin. Con un po’ di ricerca diventa evidente quanto queste siano in larga parte politicizzate:

  • L’accusa di venire utilizzato per scopi illegali come riciclare denaro sporco. Come emerge in maniera evidente in molte analisi, solo una percentuale minima delle transazioni che avvengono con criptovalute riguarda attività fraudolente: lo 0.34% come riportato in questo articolo. Cosa parecchio al di sotto del 2-5% di percentuale riscontrata nella finanza tradizionale. Senza contare che il vero riciclaggio di denaro sporco avviene per mano delle grandi istituzioni bancarie.
  • La critica di avere un grande impatto ambientale per via dell’elevato consumo energetico. Mentre il dispendio di energie è certamente molto cospicuo a causa dell’elevata potenza di calcolo richiesta ai miner per confermare le transazioni e mantenere sicuro il network, ci sono diverse considerazioni da fare:
    1– Innanzitutto i miner sono incentivati a usare meno energia possibile perché meno consumano e più guadagnano: questo comporta che la maggior parte di loro sono localizzati in luoghi dove è disponibile energia rinnovabile e a basso costo, o meglio ancora in luoghi dove si può usare energia che andrebbe altrimenti buttata via, come spiegato in questo articolo, o inutilizzabile in altri modi, come quella dei vulcani.
    Esistono inoltre innumerevoli contesti in cui non c’è modo di incanalare i surplus di energia prodotti, e questi potrebbero essere usati costruttivamente per alimentare i miner di Bitcoin, come avviene in questo programma pilota della Exxon, che usa il gas in eccesso per coniare Bitcoin installando miners presso le sue sedi.

    2– Come riportato dal Bitcoin Mining Council e Arcane Research, l’utilizzo di energie rinnovabili da parte dei miner è circa tre volte superiore alla media mondiale, facendo meglio anche delle nazioni più virtuose.
    3– E’ possibile recuperare il 96% dell’energia utilizzata per il mining impiegandola come fonte sostenibile di riscaldamento.
    4– L’impronta ecologica del solo esercito statunitense, noto esportatore di democrazia, è pari a quella di 140 nazioni.
    5– Come evidenziato in questo articolo, il consumo di tutti gli apparecchi in stand-by, che non ci danno assolutamente nulla se non la comodità di non doverli accendere e spegnere, è del 60% superiore all’energia utilizzata da Bitcoin. Eppure è raro sentire qualcuno mettere in discussione questo spreco colossale e assolutamente non necessario.
    6– Se Bitcoin viene adottato come oro digitale, il suo impatto ambientale di quante volte è minore rispetto all’impatto provocato dalle miniere d’oro, dalla creazione di lingotti e dal loro trasporto e stoccaggio?
    7Si parte dal presupposto che il sistema corrente non abbia un impatto significativo, mentre se sommiamo l’utilizzo di energia richiesto dai server delle banche, dal mantenimento di tutte le strutture delle filiali bancarie e dagli spostamenti di tutti gli addetti ai lavori, capiamo che ogni infrastruttura ha un suo specifico impatto. Queste cose con Bitcoin vengono azzerate, e vanno quindi tenute in considerazione nell’argomentare in maniera onesta.
    Ecco alcuni grafici che, confrontando in due studi separati il consumo globale di energia di Bitcoin, del sistema bancario e dell’estrazione dell’oro, riassumono perfettamente quando detto (fonte: Cointelegraph e Galaxy Digital).

8– Bitcoin consuma tanto perché questa energia viene impiegata per garantire la sicurezza di un network che nel 2024 ha superato i 1400 miliardi di dollari di capitalizzazione. Il fatto che consumi o meno è una questione del tutto relativa, in quanto tutto dipende dall’utilità che attribuiamo alla risorsa nella quale impieghiamo energia. Nel momento in cui l’utilità e gli usi di Bitcoin sono riconosciuti per il potenziale che hanno, e non esiste un’alternativa migliore, il consumo diventa un prezzo da pagare ragionevole, soprattutto se paragonato agli sprechi che avvengono in innumerevoli settori di una società sempre più digitalizzata. Ad esempio, i server dei social media, che sociologhi e psicologi riconoscono unanimamente come altamente tossici per la salute mentale dell’utente medio, utilizzano quantità di energia dell’ordine di quelle di Bitcoin. I 5 Big Tech consumano decine di TeraWatt/h all’anno, come riportato in questo articolo del Financial Times. Questa fonte riporta addirittura un consumo di 240 TeraWatt/h ogni anno solo per YouTube. Secondo questo studio il consumo dei giocatori di videogame nel mondo è del 46% superiore a quello di Bitcoin. Persino banalità come postare tutti i giorni foto su Instagram, cosa che milioni di persone fanno senza porsi domande, hanno un serio impatto ambientale sul quale probabilmente bisognerebbe riflettere. Anche se spesso le cifre non coincidono, confrontando varie fonti una cosa è chiara: in un mondo di servizi digitali e di dati che continuano ad aumentare esponenzialmente, e che richiedono server che li contengano, dobbiamo valutare cosa vale la pena tenere e cosa lasciar andare: la questione è quindi decisamente più complessa che attaccare Bitcoin sulla base di una manciata di numeri e liquidarlo perché ‘consuma’.

Capiamo così che, sebbene sia giusto procedere con prudenza, essenzialmente le critiche che Bitcoin si trova a fronteggiare sono dovute in larga parte alla classica resistenza al cambiamento, soprattutto quando questa viene da istituzioni che sono ormai dei dinosauri, con tecnologie, strutture e mentalità totalmente inadeguate al modo in cui il valore viene oggi scambiato a livello globale.

Conclusioni:Iniziamo a intravedere perché in moltissimi parlano di una rivoluzione. E capiamo anche perché il sistema bancario tradizionale e i media mainstream tendono a sottolineare le imperfezioni di Bitcoin. La trasformazione del sistema finanziario è iniziata nel 2009 e oggi stiamo assistendo alla sua evoluzione davanti ai nostri occhi.

Sebbene il valore e l’utilità di Bitcoin siano incredibili, è anche vero che a causa della sua giovane età, della sua diffusione ancora relativamente ridotta e degli ostacoli che deve superare, sta ancora cercando la sua identità definitiva e la sua applicazione più rilevante: questo significa che stiamo scoprendo insieme come si svilupperà il suo potenziale.

Come sempre è doveroso fare ricerca, informarsi e capire. Più conosciamo, più siamo in grado di decidere cosa Bitcoin può significare per noi, per la nostra comunità, e per l’umanità, in maniera indipendente.

Risorse correlate:

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