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Sarebbe bello poter verificare autonomamente, in tempo reale e con certezza lo stato di una transazione, la qualità di un investimento, la condizione di un contratto o l’arrivo a destinazione di fondi che abbiamo movimentato?

Nel mondo delle criptovalute questa è la normalità. Basta conoscere la tecnologia.

Una delle caratteristiche essenziali della blockchain è la sua natura pubblica, aperta e trasparente. Tutto ciò che sta avvenendo o è mai avvenuto dal momento della creazione del primo blocco è liberamente consultabile da qualsiasi utente munito di una connessione online.

Tuttavia, così come districarsi tra i miliardi di informazioni esistenti nel web sarebbe impossibile senza un motore di ricerca efficace e di facile utilizzo, lo stesso vale per l’immensa mole di dati registrati su blockchain.

E’ qui che entra in gioco uno strumento preziosissimo, indispensabile per chiunque desideri gestire sapientemente le proprie criptovalute: il blockchain explorer.

Si tratta di motori di ricerca dedicati all’esplorazione di specifiche blockchain, che dietro semplici interfacce nascondono potenti meccanismi di analisi in grado di raccogliere, organizzare e mostrare in pochi attimi qualsiasi informazione di nostro interesse.

In questa guida scopriamo insieme cosa permettono di fare, come si usano, quali sono i migliori e in che modi ci possono essere utili.

Punti Chiave:

Il blockchain explorer è un motore di ricerca specializzato nell’analisi della blockchain. Permette di ispezionare il contenuto dei blocchi navigando come in un browser e di visionarne i dati in un formato comprensibile.

E’ uno degli strumenti principali per una gestione accorta dei propri asset digitali.

Ne esistono molteplici per ognuna delle criptovalute e network più importanti.

Chiunque può interrogare la blockchain inserendo una richiesta e verificare personalmente l’attività della rete e lo stato di qualsiasi wallet, indirizzo, transazione, token e smart contract.
I blockchain explorer sono indispensabili soprattutto se abbiamo a che fare con DeFi, NFT e Web 3.0, in quanto costituiscono un portale di accesso a informazioni chiave riguardo le risorse di nostro interesse, che permettono di stabilire autenticità e legittimità di un progetto.
Mentre nella finanza tradizionale questi processi avvengono per mezzo di intermediari che garantiscono il permesso di farlo, su blockchain ognuno può esaminare liberamente la situazione, grazie alla natura pubblica e trasparente della tecnologia.
Le aziende che gestiscono gli explorer sono però private, e tutte le informazioni inserite sono soggette a rischi di privacy, da considerare attentamente.

Cos’è:Un blockchain explorer (o block explorer) è uno strumento che permette di leggere informazioni e visualizzare dettagli sui contenuti del registro di una certa blockchain, pescandoli dai singoli blocchi e fornendo in tempo reale resoconti inequivocabili sul suo stato corrente.

La ‘catena di blocchi’ è un registro (ledger) digitale condiviso da un network di partecipanti che, essendo distribuito in più copie costituite da blocchi immutabili, consente di registrare informazioni sicure tra le parti coinvolte garantendone l’autenticità in maniera decentralizzata, senza l’intervento di un’autorità centrale.
I dati registrati nei blocchi includono tutte le attività che avvengono in rete (transazioni, contratti, trasferimenti).
La tecnologia, nata con Bitcoin e basata sulla crittografia, ha poi trovato applicazione in migliaia di altri progetti.

La maggior parte delle criptovalute, come Bitcoin ed Ethereum, dispongono di un proprio database pubblico, che consiste nella blockchain della piattaforma specifica, dove tutte le transazioni mai avvenute sono salvate in modo permanente e sono consultabili liberamente.

Anche se i dati sono accessibili a chiunque, considerata la quantità di operazioni processate ogni minuto sarebbe impraticabile per un comune utente districarsi nel mare di informazioni disponibili.

Per questo gli explorer giocano un ruolo vitale, semplificando tutto e rendendo l’esplorazione facile come navigare il web, semplicemente inserendo indirizzi e ricerche in interfacce intuitive, come facciamo normalmente in Google, Bing o Brave.

In concreto l’explorer consiste in una applicazione o sito internet che quando apriamo una pagina o avviamo una ricerca manda una richiesta alla rete ed estrae per noi le informazioni pertinenti, presentandole organizzate in maniera comprensibile.

Queste includono tutto ciò che riguarda il contenuto dei blocchi e i parametri del network, tra cui:

  • Storico dei blocchi dalla genesi all’ultimo blocco confermato.
  • Dimensione della blockchain.
  • Transazioni e loro stato.
  • Wallet, indirizzi e saldi.
  • Smart Contract.
  • Token e NFT.
  • Fees, velocità delle transazioni, stato di miner, staker e validatori.
  • Dati di mercato.

Il più classico e immediato uso di un explorer è quello della verifica dell’esito di una transazione. Per molti la prima interazione avviene proprio cliccando su identificativi di transazioni effettuate nel proprio wallet o exchange, che reindirizzano a misteriose pagine esterne piene di contenuti che qui impareremo a decifrare.

Come vedremo però il vero potere dei block explorer risiede nelle analisi statistiche che mettono a disposizione, facendo largo uso di grafici e tabelle e organizzando le informazioni raccolte secondo utilissime metriche che consentono di monitorare e comprendere la situazione di un mercato/wallet/progetto con una profondità di indagine senza precedenti.

Esistono due tipi di block explorer. Quelli specializzati in uno solo network, e quelli dedicati a blockchain multiple.

Tra i primi abbiamo ad esempio BitcoinExplorer per Bitcoin ed EtherScan per Ethereum, e tra i secondi explorer come BlockChair, che copre numerose piattaforme.

Non è possible usare un explorer per navigare in blockchain diverse da quelle per le quali è progettato.

Tecnicamente gli explorer funzionano gestendo un proprio nodo, diventando parte del network e recuperando i dati con interfacce software dedicate.

Si tratta di uno degli strumenti chiave dell’universo cripto e Web 3.0, che, evidenziandone i pregi, facilita e promuove i principi di trasparenza e decentralizzazione sottintesi alla tecnologia del registro distribuito (Distributed Ledger Technology), ovvero il meccanismo alla base della blockchain.

Il Web 3.0 è l’internet delle DApp, le applicazioni decentralizzate che troviamo su network come Ethereum.
Esistono DApp dedicate ad esempio alla finanza decentralizzata (DeFi), al gaming e all’interazione con gli NFT.
Per poter essere usate richiedono portafogli specifici come MetaMask, in grado di navigare quest’ultima versione del web e interagire con smart contract.

Usando un explorer possiamo gestire i nostri asset digitali autonomamente e toccare con mano gratuitamente i pieni benefici della filosofia aperta e all’avanguardia della blockchain, notando il netto contrasto con le piattaforme tradizionali, istituzionali e non: codice open source, libertà di accesso, assenza di intermediari, fiducia tra le parti garantita a livello di protocollo, soluzioni di altissimo profilo tecnologico accessibili senza condizioni.

Da qui capiamo il potenziale rivoluzionario e innovativo di questi strumenti, se raggiungeranno i livelli di adozione di massa che molti osservatori prospettano.  

E’ importante capire che la tecnologia blockchain può essere impiegata anche da entità private, il che vanifica quanto appena spiegato e diventa una contraddizione in termini. C’è una enorme differenza tra blockchain pubblica, aperta, distribuita, permissionless, e blockchain privata: solo nel primo caso si può parlare di decentralizzazione.

Una importante precisazione è che, essendo gli explorer gestiti da compagnie private, possono sollevarsi perplessità riguardo la privacy e la gestione delle informazioni fornite dagli utenti e pescate nei blocchi.

Di fatto, per poter fornire statistiche così dettagliate, chi amministra l’explorer deve necessariamente scavare a fondo nello storico di wallet, transazioni o contratti su cui si fa una ricerca, e quindi la questione va tenuta in considerazione.

Non ci sono invece dubbi sull’affidabilità dei dati forniti, in quanto la natura distribuita della blockchain rende impossibile falsificarne i contenuti e l’esistenza di explorer multipli per ogni rete rimuove qualsiasi incentivo anche solo a provarci.

Ricordiamo che la blockchain è pubblica ma anonima. L’attività di un’entità è visibile, mentre non lo è la sua identità. In pratica sappiamo cosa fa, ma non chi è.
Per molte figure pubbliche è però difficile nascondere del tutto le proprie generalità, come vedremo nelle dimostrazioni risalendo a uno degli indirizzi del fondatore di Ethereum.
Le regolamentazioni internazionali stanno inoltre gradualmente imponendo una sempre maggiore associazione tra indirizzi/wallet e individui o entità ben precise, come avviene ad esempio con la procedura KYC applicata dagli exchange centralizzati.

Per chi lo desidera per proteggere la privacy esistono comunque strumenti atti a nascondere l’origine di una transazione, come le privacy coin o i coin mixer che raggruppano insiemi di transazioni allo scopo di impedirne il tracciamento.

Un altro problema è quello dell’esposizione del nostro indirizzo IP, se non ci proteggiamo navigando con VPN, perché associato a indirizzi che inseriamo nell’explorer questo rende possibile a soggetti malevoli il collegamento tra wallet e identità ben precise, invitando così potenziali attacchi e tentativi di phishing.

Una versione estremizzata e ancora più evoluta degli explorer sono le compagnie specializzate in on-chain data analysis, che monitorano e organizzano tutta l’attività di una blockchain utilizzando questi strumenti al più alto livello per proporre preziosi indicatori su situazioni e tendenze correnti, che trader e analisti incrociano per stabilire gli scenari futuri più probabili.

A Cosa Serve:La ragione per cui i block explorer sono così importanti è che rendendo disponibili enormi quantità di informazioni su ogni singola attività, account, indirizzo, wallet e contratto esistenti su una blockchain, e pescandole direttamente alla fonte, possiamo usarli per una serie di operazioni indispensabili nel gestire le nostre monete, token, NFT e strategie di investimento.

Vediamo le principali:

  • Controllare il prezzo corrente, il gas price, l’hash rate, la dimensione della Mempool (l’insieme di transazioni in attesa di essere aggiunte alla blockchain da un miner/validator), per capire quanta attività, richiesta ed eventuale congestione c’è correntemente su una rete.
  • Verificare lo stato di una transazione. Con il Transaction ID o Transaction Hash, la stringa che la identifica univocamente, è possibile verificare ogni dettaglio: se è stata processata, se è in sospeso, quante conferme sono avvenute e quanto è costata.
  • Controllare il saldo effettivo di un nostro wallet/account o di un indirizzo di nostro interesse. Ciò che risulta in un wallet non necessariamente è veritiero e preciso in quanto potrebbero esserci bug o problemi di sincronizzazione. Solo quanto risulta su blockchain corrisponde alla realtà dei fatti ed è al 100% affidabile.
Tendiamo a fidarci esclusivamente di quanto risulta nel nostro wallet. In realtà un portafoglio per criptovalute non fa altro che andare a leggere i dati dalla blockchain, in quanto le monete si trovano lì.
Quando qualcosa non torna utilizzare un explorer consente di venire a capo di qualsiasi dubbio, producendo istantaneamente dati aggiornati su transazioni, saldi e autenticità di token e contratti.
Una buona pratica è quella di fare controlli incrociati su più di un explorer per la massima certezza del risultato.
Gli indirizzi di network che usano il meccanismo UTXO (Unspent Transaction Output), come Bitcoin e Cardano, al contrario di ecosistemi account based come Ethereum offrono maggiore privacy in quanto mascherano automaticamente mittenti e destinatari in transazioni raggruppate.
Questo tuttavia complica la verifica del saldo di un wallet mediante explorer.
  • Esplorare l’attività di mittenti o destinatari di una transazione che ci riguarda, approfondendo qualunque indirizzo coinvolto in base alle nostre necessità.
  • Ispezionare l’attività di un wallet o indirizzo, attuale oppure risalendo fino alla sua creazione: numero, entità e date delle transazioni che lo riguardano, più eventuali token, NFT e protocolli DeFi associati.
  • Monitorare i parametri che permettono di stimare se una blockchain mostra qualità e livelli di adozione che meritano la nostra attenzione: attività, numero di transazioni avvenute in un certo lasso di tempo, entità delle transazioni, velocità del network, numero di wallet esistenti e di wallet attivi, quantità di token, NFT, protocolli DeFi e progetti esistenti.
  • Verificare l’autenticità di token e contratti prima di interagirci. Siccome chiunque può creare facilmente token o NFT duplicati e fasulli, recarsi sulla pagina dedicata dà in pochi attimi la conferma o meno di stare interagendo con lo smart contract originale. In caso di attività bassa o nulla si tratta con tutta probabilità di una truffa.
    In molti explorer gli indirizzi sospetti vengono indicati dalla comunità ed etichettati appropriatamente per essere identificati istantaneamente dagli utenti.
  • Valutare la qualità e legittimità di un progetto. Nel caso ad esempio di token, NFT e protocolli DeFi, osservare il numero di holder/partecipanti, nonché la quantità e la frequenza delle transazioni, permette di valutarne in un attimo l’effettiva popolarità e di stabilire con chiarezza se i progetti che ci interessano hanno volume/mercato/potenziale, o se rischiamo di rimanere bloccati in situazioni stagnanti.
  • Controllare l’attività delle whales (balene), i wallet di grandi dimensioni, leggendone transazioni e movimenti al fine di valutare l’andamento e lo stato di salute del mercato.
  • Vedere quali sono i wallet più ricchi, o di personalità note, oppure esplorare andando indietro nel tempo i primi blocchi e transazioni, come il famoso genesis block di Bitcoin, coniato il 3 Gennaio 2009, o il primo acquisto mai fatto sul network, due pizze pagate con 10000 BTC nel 2010.
La legittimità di un progetto può essere verificata a fondo seguendo la guida dedicata ‘10 Verifiche Prima di Comprare Qualsiasi Criptovaluta‘.

I detective della blockchain usano proprio questi strumenti quando si tratta di cercare di identificare entità malevole per tracciare fondi sottratti, nel tentativo di recuperarli oppure farli congelare o segnalare alle autorità competenti.

Come è emerso chiaramente gli explorer sono indispensabili se abbiamo a che fare con DeFi, NFT e Web 3.0, in quanto sono portali di accesso a informazioni chiave riguardo le risorse di nostro interesse.

Teniamo inoltre presente che nell’analizzare blockchain che non supportano smart contract le informazioni a disposizione sono molte meno, mancando i dati di contratti, token, e DApp.

I Migliori Explorer:Prima di passare alla dimostrazione dell’utilizzo concreto di alcuni dei principali explorer, vediamo un elenco dei migliori, da visitare e provare a usare per fare esperienza ed essere allenati per quando si presenti la necessità di una ricerca importante.

Tra i blockchain explorer multichain spiccano:

  • BlockChair, explorer universale tra i più completi, che si occupa di 19 diverse blockchain. Oltre a Bitcoin ed Ethereum, anche network come Cardano, Solana, Polkadot, Litecoin e Monero.
  • BitQuery, l’explorer che copre più network in assoluto, superando le 40 blockchain.
  • L’explorer di Blockchain.com, che copre Bitcoin, Ethereum e Bitcoin Cash.
  • L’explorer di CoinMarketCap, che copre Bitcoin, Ethereum, Litecoin e la Binance Coin.
  • L’explorer di Btc.com, che si occupa di Bitcoin, Ethereum, Litecoin e Bitcoin Cash.
  • BlockScan, che raccoglie le più importanti blockchain EVM compatibili, e funziona come aggregatore di explorer, in quanto inserendo un indirizzo otteniamo un elenco di tutti gli explorer dove questo mostra un saldo.
EVM è l’acronimo di Ethereum Virtual Machine, la rete distribuita di computer su cui girano tutti i progetti realizzati su Ethereum.
Esistono moltitudini di blockchain compatibili con questa piattaforma: in pratica condividono con Ethereum gran parte del codice e sono in grado di eseguire smart contract programmati nel suo stesso linguaggio.

Tra quelli specializzati in un solo network abbiamo invece:

Infine qualche sito di on-chain analysis e portfolio tracking, utili per spingersi a un livello di approfondimento ancora superiore:

Districarsi in questa immensa scelta può creare confusione. Un ideale punto di partenza per familiarizzare con queste soluzioni è il primo explorer citato, BlockChair.

In generale, però, come si sceglie un blockchain explorer e come si arriva all’explorer che fa al caso nostro? Ecco alcuni percorsi:

  • Visitando il sito specifico. Basta fare una ricerca online e digitare il nome della criptovaluta seguito da blockchain explorer‘ per vedere apparire l’elenco dei siti più quotati.
  • Direttamente dai link dentro il nostro wallet/exchange. Ogni transazione che abbiamo mai eseguito è conservata nel wallet con una serie di informazioni tra cui il Transaction ID o Transaction Hash.
    Cliccandoci sopra si apre automaticamente il sito web dell’explorer di fiducia della compagnia che gestisce il wallet, alla pagina relativa alla transazione.
  • Tramite siti come CoinMarketCap o CoinGecko. Il modo più veloce di semplificare le cose è quello di visitare la pagina della criptovaluta che ci interessa su siti specializzati come CoinMarketCap o CoinGecko e cliccare sul menu Explorers‘, presente nell’insieme delle informazioni riportate, per aprire l’elenco dei più gettonati con relativo link.

Come si Usa:La maggior parte degli explorer sono dotati di interfacce piuttosto simili tra loro e mostrano statistiche e dati organizzati secondo metodi uniformi, per cui superato l’ostacolo di imparare a usare il primo non avremo difficoltà a muoverci agilmente su varie piattaforme.

Le differenze riguardano soprattutto gli explorer che lavorano su blockchain con caratteristiche fondamentali diverse, come il meccanismo di consenso: ad esempio mentre su Bitcoin troviamo i dati relativi ai miner, questi non saranno presenti negli explorer di blockchain Proof of Stake, che mostreranno viceversa i dati relativi allo staking.

Tipicamente già nella homepage troviamo, oltre alla barra di inserimento per avviare ricerche, tutte le informazioni essenziali organizzate e mostrate in modo ordinato:

  • Dati di mercato come prezzo corrente, capitalizzazione, dominance, fornitura in circolo.
  • Dati di network, come hash rate (per le reti Proof of Work), transazioni al secondo, numero di blocchi totali, numero di transazioni, numero di indirizzi, dettagli sullo staking (per le reti Proof of Stake).
  • Gas price o costo attuale delle transazioni.
  • Ultime transazioni e relativo stato.
  • Ultimo blocco confermato e miner/validator che lo ha aggiunto alla blockchain.
  • Altri dati ed elementi in base alle dinamiche di funzionamento e soluzioni tecniche del network specifico.
Questo articolo è stato realizzato usando le versione desktop di ogni explorer. Su mobile la disposizione di pagine, dati e menu può variare leggermente.
Cliccando su qualsiasi elemento nella pagina di un explorer si prosegue con l’approfondimento di quella componente.

Per procedere con ricerche specifiche l’utente deve inserire la propria richiesta. Come per qualsiasi motore di ricerca tutti i blockchain explorer sono incentrati sulla barra di inserimento, nella quale possiamo digitare o incollare:

  • Indirizzi.
  • Numeri di contratto.
  • Transaction ID o Transaction Hash.
  • Numero di blocco che vogliamo esplorare.
  • Nomi di token o NFT.
  • Altre informazioni in base alla specifica interfaccia. Ad esempio su Ethereum si può inserire l’ENS (Ethereum Name Service), il sistema di denominazione interno al network che permette di associare alla stringa di caratteri di un indirizzo un nome seguito dall’estensione ‘.eth’.

Procediamo con alcuni esempi, usando BitcoinExplorer.org e BlockChain.com per la blockchain di Bitcoin, EtherScan per Ethereum, SolScan per Solana e infine DeBank come soluzione orientata verso Web 3.0, NFT e DeFi.

Per coprire i vari scenari approfondiremo le seguenti tipologie di ricerca, provando a inserire:

  • Numero di blocco.
  • Transaction Hash.
  • Indirizzo.
  • Numero di contratto.
  • Nome ENS.
Nel caso di privacy coin come Monero non è possibile fare ricerche che riguardano indirizzi.

BitcoinExplorer.org:Iniziamo con BitcoinExplorer. Per questa dimostrazione usiamo il blocco zero di Bitcoin, ricercandolo per mezzo dell’explorer.

Lo raggiungiamo semplicemente digitando 0 nella barra di ricerca, che come detto consente di effettuare indagini anche inserendo il numero di blocco.

Qui possiamo leggere i dati della prima transazione mai avvenuta sulla blockchain di Bitcoin, i 50 BTC coniati da Satoshi Nakamoto il 3 gennaio 2009 e inviati al primo indirizzo della rete, ‘1A1zP1eP5QGefi2DMPTfTL5SLmv7DivfNa‘.

Tra le altre cose notiamo il numero di conferme avvenute, il Transaction Hash, il tipo di indirizzo ricevente (P2PK), il nome del miner e anche il famoso messaggio che Satoshi ha incluso nella transazione: ‘The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks‘.

Mentre le transazioni incluse nei primi blocchi erano una manciata o addirittura una sola come nel caso del blocco zero, attualmente la rete registra circa duemila transazioni a blocco.

BlockChain.com:Su BlockChain.com facciamo invece una ricerca per Transaction Hash, inserendo ‘a1075db55d416d3ca199f55b6084e2115b9345e16c5cf302fc80e9d5fbf5d48d‘, quello del primo acquisto effettuato usando BTC, ovvero due pizze in cambio di diecimila Bitcoin.

Troviamo tutto: la transazione è stata effettuata il 22 Maggio 2010, inclusa nel blocco 57043, ha dimensioni 23620 bytes, è stata confermata 700 mila volte ed è costata 0.99 BTC (!).

Possiamo usare questo metodo per verificare lo stato di una transazione che abbiamo appena avviato e conoscere in tempo reale la sua evoluzione.

Un altro interessante esperimento è quello di inserire indirizzi di wallet di exchange o entità note, per vedere che attività svolgono. Proviamo uno dei cold wallet Bitcoin dell’exchange Binance: ’34xp4vRoCGJym3xR7yCVPFHoCNxv4Twseo’.

Inserendolo accediamo istantaneamente a tutta la sua storia. Dal saldo di oltre 250 mila BTC, a tutte le 776 transazioni, che volendo possiamo ispezionare singolarmente.

Ricordiamo che su Bitcoin, siccome il network usa il meccanismo UTXO, i singoli indirizzi non necessariamente coincidono col saldo complessivo di un wallet, il quale riporta il totale delle somme detenute in tutti gli indirizzi che ne fanno parte. Come accennato questo aiuta a proteggere la privacy, poiché solo il proprietario di un wallet può conoscerli tutti.
Degli indirizzi che esistevano prima di un fork della blockchain alcuni explorer mostrano entrambe le reti, come avviene ad esempio per Bitcoin e Bitcoin Cash.

EtherScan:EtherScan è l’explorer più popolare di Ethereum, e non a caso. Possiamo considerarlo il prototipo del perfetto explorer: barra di inserimento in bella vista (paradossalmente non in tutti gli explorer è così), homepage con dati essenziali completi e organizzati in modo chiaro, e menu ben strutturati e pieni di funzioni, che mettono tutto a portata di mano:

  • Il menu ‘Blockchain‘ permette di vedere transazioni, procedimenti in sospeso, blocchi, contratti verificati e lista dei top account.
  • Il menu ‘Tokens‘ permette di visualizzare le pagine di top token e trasferimenti, per i tre standard ERC20, ERC721 e ERC1155.
  • Il menu ‘Resources‘ include dati, statistiche, grafici e API.
  • Il menu ‘More‘ raccoglie infine una serie di risorse dedicate alla DeFi, al tracking del prezzo del gas e a strumenti per gli sviluppatori.

Trovandoci su Ethereum ovviamente non può mancare il gas price, una delle metriche più importanti per chi si accinge ad usare il network e vuole risparmiare sulle fees.

Non appena digitiamo indirizzi specifici giungiamo a pagine dedicate, che mostrano tutte le informazioni principali.
Iniziamo esplorando la pagina di uno dei wallet di Vitalik Buterin, il fondatore di Ethereum.

Siccome su Ethereum è possibile inserire anche il dominio ENS, procediamo con la ricerca digitando vitalik.eth‘.

Nella schermata che compare scopriamo che l’indirizzo associato è ‘0xd8da6bf26964af9d7eed9e03e53415d37aa96045‘ e cliccandoci sopra apriamo la pagina del wallet con tutte le informazioni rilevanti:

  • Quanto ETH detiene, al momento circa 1000.
  • Il prezzo attuale di ETH.
  • Il valore totale in dollari al cambio corrente, circa 1.3 milioni.
  • L’elenco e il valore complessivo dei token contenuti nel wallet, in un menu a tendina. Aprendolo notiamo che la maggior parte sono token senza valore inviati da ‘donatori’ attraverso airdrop.
  • Tutte le transazioni alle quali ha preso parte, sia in entrata che in uscita.

Sono diversi i wallet riconosciuti come appartenenti a Vitalik. Il più sostanzioso sembra essere quello denominato ‘Vb 3’ con indirizzo ‘0x220866B1A2219f40e72f5c628B65D54268cA3A9D‘. Quasi 300 mila ETH per un valore di centinaia di milioni di euro.

La componente più utile delle pagine dedicate è però il pannello del menu interno, che permette di esplorare a fondo ogni indirizzo:

  • Transactions: è la sezione aperta di default in cui appaiono le transazioni in ordine cronologico e che mostra Transaction Hash, blocco, età, mittente o destinatario, valore e fees.
  • Internal Transactions: si tratta delle transazioni che coinvolgono smart contract.
  • ERC20, ERC721 e ERC1155 Transactions: sono gli elenchi delle transazioni relative a token e NFT.
  • Analytics: fornisce ulteriori strumenti di analisi, esaminando l’attività dell’account con grafici sull’andamento nel tempo di saldi, transazioni e fees.
  • Comments: gli utenti registrati possono lasciare un commento.

Se invece di un indirizzo immettiamo un numero di contratto (il formato è identico), giungiamo a una pagina con dati leggermente diversi. Inserendo ad esempio il numero dello smart contact della stablecoin DAI basata sul dollaro statunitense, che è ‘0x6b175474e89094c44da98b954eedeac495271d0f‘, possiamo sapere direttamente alla fonte quali sono le sue proprietà:

  • Le caratteristiche principali, il fatto che è un token ERC20 e che usa 18 decimali.
  • Il prezzo, che ovviamente è un dollaro.
  • La fornitura totale di oltre 6 miliardi di pezzi.
  • Il totale delle transazioni, che ammontano a oltre 15 milioni.
  • Il numero di ‘holders’, ovvero di wallet che detengono il token, al momento 480 mila.

La quantità di holder è un ottimo indice non solo del livello di adozione di un progetto, ma in alcuni casi anche della sua autenticità, come già spiegato e come approfondiremo in un prossimo esempio.

Anche il pannello del menu secondario ha voci in parte differenti rispetto a quello di semplici indirizzi. Compaiono in particolare:

  • Holders: sezione dove troviamo i wallet ordinati per quantità di monete detenute. Abbiamo il dettaglio della distribuzione percentuale tra i vari wallet, nonché il nome associato all’indirizzo, quando disponibile.
    Notiamo che il wallet più sostanzioso appartiene al protocollo Compound, che detiene il 6.4% del totale, seguito da Uniswap col 5.2%. Come sempre cliccando su ogni wallet possiamo esplorarne l’attività.
    Se questi valori sono troppo alti, o sbilanciati, con ad esempio un primo wallet che detiene il 40% della fornitura seguito da wallet con piccole percentuali, è necessario approfondire l’identità di queste grosse entità e i rischi che possono sollevarsi in caso di problemi con la relativa azienda.
    Tipicamente i maggiori holder sono exchange e protocolli DeFi, che necessitano di molti fondi per facilitare le loro operazioni.

  • Info: vengono mostrati, oltre a una breve descrizione del progetto, dati aggiuntivi di mercato come l’importantissimo volume giornaliero, che in questo caso è di oltre 270 milioni di dollari e quindi conferma l’interesse e l’intensa attività che coinvolge questo valido token.
  • Contract: questa sezione consente di visionare il codice dello smart contract. Una spunta verde indica che il contratto è verificato e pubblicamente leggibile.
    Questo garantisce che non ci siano attività sospette o cattive intenzioni, in quanto altri utenti possono visionare il contenuto e appurare che operi come dichiarato ufficialmente.
    Da questo pannello possiamo inoltre interagirci e chiamarne le funzioni. Interrogare un contratto è utile per risalire a una serie di preziose informazioni, come spiegato in questo articolo sul recupero dei dati di un NFT.

Come detto uno degli utilizzi più importanti che possiamo fare di un block explorer è quello della verifica dell’autenticità o della legittimità di un progetto/contratto.

Il metodo è identico in entrambe le situazioni, anche se l’informazione che vogliamo ottenere varia leggermente:

  • Nel primo caso si tratta di appurare che, dato un progetto con una vasta adozione, come può essere DAI citato prima o un qualsiasi altro token largamente diffuso, il token/contratto con cui abbiamo a che fare sia quello ufficiale.
  • Nel secondo caso il token è quello ufficiale e originale, ma questo non è automaticamente sinonimo di valore. Potrebbe infatti essere un progetto con zero prospettive e vogliamo assicurarci che non sia così. Tra le metriche essenziali a cui riferirsi, molto più affidabili di siti scintillanti e social apparentemente pieni di followers, possiamo consultare il numero di holder e l’attività presente sul contratto.

Per quanto riguarda l’autenticità, per questa dimostrazione visioniamo il caso di questa copia truffa di USDT, la stablecoin di Tether. Il ticker symbol è USDT e il nome è Tether: in apparenza quindi tutto a posto.

Peccato che gli holder siano solo un migliaio, che non ci siano riferimenti ad alcun sito ufficiale e che il contratto non sia verificato.

Un breve ricerca ci permette di scoprire che il vero USDT, che troviamo a questa pagina, è quello con numero di contratto ‘0xdac17f958d2ee523a2206206994597c13d831ec7‘ e ha oltre quattro milioni di holder, mentre quello truffa, che incredibilmente continua ad avere regolari trasferimenti, è ‘0xae588e47cd4c7dadfba398e50352b5794a9a3127‘.

I mille holder sono nient’altro che mille investitori truffati, che si accorgeranno dell’accaduto solo nel momento in cui proveranno a scambiare i loro token con altre criptovalute.

Venendo alla legittimità, prendiamo un esempio simile a quelli già trattati nell’articolo ‘10 Verifiche Prima di Comprare Qualsiasi Criptovaluta‘, il token ERC20 LunaChow (LUCHOW).

Ipotizziamo di essere rimasti ammaliati dalla campagna di marketing convincente, dai 20 mila followers su Twitter e dalle tokenomics infarcite di termini di tendenza.

Basterà, prima di comprare, usare un explorer per vedere istantaneamente che anche se siamo su un contratto originale questo progetto non ha alcun valore, e pur avendo una lunga storia i suoi holder sono solo 800.

Aprendo il menu ‘info’ con i dati di mercato scopriamo inoltre che il volume giornaliero ammonta attualmente a 33 dollari (!). Non esplicitamente una truffa quindi, perché contratto e progetto sono originali, ma probabilmente non il posto migliore dove investire i nostri soldi.

Notiamo il contrasto tra i valori riscontrati in progetti attivi e di qualità, e quelli dei progetti da cui stare alla larga.

E’ buona pratica fare regolarmente uso degli explorer per questo tipo di indagini e verifiche.
I percorsi visti valgono per tutti i token ed NFT, che di fatto sono degli smart contract. Non solo su Ethereum ma anche su tutte le chain EVM compatibili, seguendo le stesse metodologie.

SolScan:Passando al network Solana, usiamo per questa dimostrazione l’explorer SolScan. Il layout della homepage è un poco diverso da quanto visto finora, ma le informazioni di base sono sempre bene in evidenza: le metriche di mercato e quelle del network, inclusi i dati dello staking con l’epoca corrente e il numero totale di SOL bloccati, trattandosi di una blockchain Proof of Stake.

Inoltre due cruscotti dedicati a DeFi ed NFT, e un menu principale che include Analytics, Tokens, dati sulla Blockchain e risorse varie, ricalcando gli strumenti a disposizione in EtherScan.

Usiamo in questo caso USDC, che, essendo un’altra delle stablecoin più diffuse e affidabili, è disponibile su decine di network, tra cui anche Solana. Ovviamente sotto forma di contratto, che su questa piattaforma segue lo standard SPL.

L’attività e i numeri naturalmente sono diversi per ciascuna blockchain, innanzitutto perché ci troviamo in un ecosistema a sé stante, ma anche perché il numero di token di un progetto assegnati a ciascun network varia in base al livello di diffusione e successo di quest’ultimo.

L’indirizzo del token è EPjFWdd5AufqSSqeM2qN1xzybapC8G4wEGGkZwyTDt1v‘. La pagina di esplorazione, cui accediamo facilmente dal link ufficiale ottenuto, come spiegato in precedenza, tramite CoinMarketCap, è praticamente la fotocopia di EtherScan.

Troviamo tutti gli stessi importanti dati e statistiche, con fornitura, capitalizzazione, numero di contratto, numero di holder, distribuzione dei wallet e analisi delle metriche.

Scopriamo che su Solana ci sono quasi gli stessi holder di USDC presenti su Ethereum, circa un milione e mezzo, un risultato niente male se pensiamo che questo network esiste solo dal 2020, ed è quindi cinque anni più giovane di Ethereum.

DeBank:Per concludere, un piccolo bonus: DeBank come accennato non è esattamente un explorer ma è utile includerlo per comprendere a che risultati può portare l’esplorazione dei blocchi.

Essenzialmente inserendo un indirizzo in questa piattaforma otteniamo un resoconto istantaneo di tutte le informazioni rilevanti su ciascuna delle chain nelle quali esiste.

Il progetto ha come obiettivo quello di fornire un cruscotto completo e intellegibile delle attività di un account/indirizzo/wallet, includendo DeFi ed NFT e fungendo da portfolio tracker.

E’ possibile collegare un wallet Web 3.0 come MetaMask oppure inserire indirizzi come in un qualsiasi explorer.

Per questo esempio usiamo di nuovo l’indirizzo di Vitalik Buterin 0x220866B1A2219f40e72f5c628B65D54268cA3A9D‘.

Nel pannello che appare troviamo i soliti dati principali, ma soprattutto un elenco di tutti i network nei quali l’indirizzo detiene fondi, con un saldo complessivo calcolato automaticamente che include i protocolli DeFi nei quali è coinvolto, i token, gli NFT e le soluzioni di staking o farming attive.

Uno strumento quindi fondamentale per chi opera frequentemente con smart contract e protocolli DeFi e vuole usare la tecnologia di esplorazione dei blocchi per monitorare il complesso delle proprie attività in una singola interfaccia.

Conclusioni:

Come molti degli strumenti relativi alle criptovalute, i block explorer sono veri e propri universi da perlustrare e con innumerevoli ramificazioni.

All’inizio è facile sentirsi sopraffatti dall’incredibile numero di opzioni a disposizione, ma con un poco di pratica impareremo a selezionare le funzionalità a noi più utili e a navigare su blockchain senza esitazioni.

Avremo chiara così la situazione dei nostri investimenti e saremo capaci di stabilire in che condizioni sono i nostri capitali, dove sta dirigendosi il mercato cripto e quanto un progetto è realmente appetibile.

Così da prendere decisioni migliori e basate su informazioni solide e attendibili.

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