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Perdere Criptovalute:Vedere le proprie monete sparire nel nulla è uno degli incubi di chiunque ha mai provato a movimentare criptovalute. Premiamo ‘Invio’ e finché il saldo non compare all’indirizzo di ricezione ci sentiamo un po’ irrequieti.

E’ del tutto normale, per il semplice motivo che siamo abituati ad affidarci al sistema finanziario tradizionale e a fidarci dell’autorevolezza dell’istituzione a cui diamo in custodia i nostri soldi, mentre qui sappiamo che non ci sono altro che protocolli e smart contract a gestire tutto. In realtà la tecnologia è estremamente affidabile, e basta leggere qualche disavventura di chi ha purtroppo perso dei fondi per capire che si tratta sempre di errori umani.

In pratica, se non sbagliamo noi, le cripto arrivano dove devono arrivare.

Per questo motivo il primo passo da compiere per scongiurare situazioni di questo tipo consiste nel dedicare almeno qualche giorno a capire come funzionano le criptovalute.

Sarà sufficiente leggere i primi articoli di questo Blog per avere tutte le informazioni che ci servono. Inoltre nella guida ‘10 Errori da Evitare con le Criptovalute‘, scaricabile gratuitamente nella Home Page, troviamo decine di consigli su come evitare di perdere ingenuamente le nostre monete.

Se si comprendono le nozioni fondamentali, e si spostano fondi stando concentrati e controllando ogni dettaglio un paio di volte prima di procedere, è quasi impossibile fare errori.

Punti Chiave:
Sono due gli errori che possono portare alla perdita delle proprie criptovalute: inviare a un indirizzo sbagliato o inviare alla blockchain sbagliata.
Se siamo in possesso delle chiavi private o della seed phrase in molti casi è possibile, procedendo con la massima cautela, recuperare le monete perse.
Avere ben chiare le basi di come funzionano exchange, wallet, indirizzi e blockchain è un ottimo modo di ridurre al minimo il rischio di sbagliare.

Proprio per chiarire alcune delle maggiori perplessità, nello scorso articolo abbiamo approfondito la differenza tra criptovaluta e token e riassunto in una tabella le più tipiche combinazioni tra le chain di Bitcoin, Ethereum, Binance, Solana e Tron, e i token ERC20, BEP2, BEP20, SPL e TRC20.

Si tratta di informazioni molto importanti che possono far risparmiare un gran numero di mal di testa e complicazioni.

Tuttavia nell’affascinante mondo delle cripto, considerato il numero di monete, blockchain, exchange e wallet che esistono, gli scenari possibili sono innumerevoli e anche a chi ha già le idee abbastanza chiare può succedere di commettere imprecisioni, confondersi o avere dubbi su dei passaggi.

Se stiamo leggendo queste righe allora probabilmente il fattaccio è già successo e siamo alla ricerca di una soluzione. Lo scopo di questo articolo è esattamente quello di fornire risposte e rimedi dettagliati.

Ci concentreremo su casi specifici ma soprattutto sui principi che li governano, in modo che le tecniche proposte possano essere un riferimento adattabile per risolvere molte altre situazioni.

Come Evitare di Sbagliare:Le dinamiche alla base della perdita di criptovalute sono semplici, e i due errori universali che capita di commettere sono:

  • Inviare a un indirizzo sbagliato.
  • Inviare a una rete/network/blockchain diversa da quella di origine.

Di riflesso ne deriva che banalmente basta fare due cose per evitare problemi

  • Verificare che l’indirizzo sia corretto: controlliamo almeno un paio di volte che l’indirizzo a cui inviamo sia giusto.
    E assicuriamoci che il formato sia quello della rete in cui ci stiamo muovendo. In questa guida su come trasferire criptovalute da exchange a wallet troviamo tutte le procedure più sicure.
    Per fortuna oggi la maggior parte dei wallet hanno sistemi di protezione che impediscono di avviare transazioni verso indirizzi non validi.
    Se inseriamo l’indirizzo di una criptovaluta diversa da quella che vogliamo prelevare, il software/app/exchange ci avviserà quasi sempre che non è possibile procedere.
    Questa è un’ottima notizia, perché vuol dire che se non siamo stati avvisati allora la transazione era valida e quindi le cripto sono arrivate a destinazione. Se però non ci risulta, significa che non sono arrivate dove pensavamo noi.
    Infatti, come discusso nell’articolo citato prima sulle differenze tra criptovalute e token, questi sistemi di sicurezza purtroppo non ci proteggono dalle situazioni in cui anche se l’indirizzo ha lo stesso formato appartiene a una blockchain diversa, come nel caso dei network EVM compatibili o delle reti che hanno subito un Hard Fork.
    Da questo scenario derivano molti dei frangenti in cui un utente perde le proprie monete, i quali rientrano nel secondo tipo di errore (blockchain sbagliata).

EVM è l’acronimo di Ethereum Virtual Machine, la rete distribuita di computer su cui girano tutti i progetti realizzati su Ethereum. Esistono moltitudini di blockchain compatibili con questa piattaforma: in pratica condividono con Ethereum gran parte del codice e sono in grado di eseguire smart contract programmati nel suo stesso linguaggio.
Un Hard Fork è un cambiamento radicale del protocollo di un network. Può scaturire dalla necessità di introdurre aggiornamenti tecnici o essere causato da visioni divergenti tra gli sviluppatori. In ogni caso si crea una biforcazione, una divisione in due blockchain distinte: quella che segue il protocollo originale e quella che segue il nuovo protocollo. I due esempi più noti sono Bitcoin Cash che è un hard fork di Bitcoin, ed Ethereum Classic che è il risultato di un hard fork da Ethereum.
In questi casi quando lo standard crittografico è immutato gli indirizzi vengono ricavati nello stesso modo, e quindi da una certa seed phrase si ottengono indirizzi identici ma che puntano a blockchain differenti. Di conseguenza può succedere che l’indirizzo a cui inviamo sia ingannevolmente valido, e che le monete non arrivino sulla blockchain desiderata.

  • Verificare che la chain sia corretta: Scegliere la rete di trasferimento corretta è uno dei dettagli più importanti nel movimentare le nostre cripto.
    Questo passaggio si compie essenzialmente nel momento in cui preleviamo da un exchange. Dobbiamo sempre assicurarci che il network di destinazione sia lo stesso di quello di partenza.
    Abbiamo comprato su Binance, andiamo alla pagina di prelievo e troviamo quattro opzioni. Non ci è chiara la differenza e ovviamente siamo tentati di selezionare quella meno costosa: chi non preferirebbe prelevare Bitcoin spendendo 20 centesimi anziché 20 euro? Purtroppo però se la chain di ricezione non è la stessa da cui inviamo, i fondi verranno con tutta probabilità persi.
Bitcoin esiste solo sulla sua blockchain nativa, e le versioni BEP2, BEP20 e ERC20 sono token creati per scopi precisi, come la possibilità di usare BTC come collaterale nella DeFi. BEP20 ed ERC20 sono standard che operano su blockchain distinte, il primo sulla Binance Smart Chain e il secondo sul network di Ethereum.
Hanno in comune il fatto che sono entrambi compatibili con la EVM, ed è per questo che gli indirizzi hanno lo stesso formato (e iniziano sempre con ‘0x’). Allo stesso tempo ognuno di essi interagisce coi propri wallet, DApp e smart contract in ecosistemi separati e che non comunicano tra di loro.

Come Rimediare:Se anche è stato commesso un errore e le criptovalute risultano perse ci sono comunque molte cose che si può tentare di fare. Vedremo alcuni scenari tra i più comuni e per ciascuno una serie di esempi con relativa soluzione.

Saremo in grado di comprendere se le nostre monete sono recuperabili e impareremo come procedere per far si che l’operazione vada a buon fine.

Iniziamo da alcuni passaggi e verifiche preliminari che possiamo intraprendere prima di passare all’azione.

  • I fondi sono partiti? Controlliamo nel wallet di partenza, che si tratti di un software o di un exchange, se la transazione è confermata. Se non lo è i fondi non si sono mossi dal nostro portafoglio. Se invece lo è i fondi sono arrivati nella chain e all’indirizzo indicati nella transazione.
  • Su quale chain abbiamo prelevato? Per recuperare monete la prima cosa da fare è individuare il network al quale abbiamo inviato, perché le criptovalute se non sono perse si trovano lì. Una volta identificata la rete, controlliamo su un blockchain explorer se la transazione risulta processata. Basta inserire in un motore di ricerca il nome della blockchain, seguito da ‘blockchain explorer’, per trovare i siti che fanno al caso nostro. Ecco i link dei più importanti: Bitcoin Explorer, Ethereum Explorer e Binance Explorer. Copiamo e incolliamo l’indirizzo di ricezione per visualizzare le transazioni che lo riguardano. Nel caso in cui la transazione sia andata in porto, allora, se l’indirizzo di ricezione era corretto, ed è nostro, possiamo recuperare le criptovalute.
  • Abbiamo le chiavi private? Assicuriamoci di avere a portata di mano le chiavi private dell’indirizzo di destinazione, o in alternativa la seed phrase del portafoglio in cui conserviamo quella criptovaluta. Verifichiamo se il wallet di ricezione ha l’opzione per esportare ed importare singole chiavi private. Il motivo è che operare con una singola chiave è più semplice e meno invasivo.

La maggior parte dei wallet utilizza gli stessi metodi crittografici ed è compatibile con le specifiche BIP 32/39/44. Significa che se inseriamo la seed phrase in un wallet diverso, questo sarà spesso in grado di accedere alle nostre criptovalute (ammesso che figurino tra quelle supportate).
Purtroppo però ci sono un paio di variabili che complicano la situazione, perché non tutti i wallet usano 12 o 24 parole, e non tutti applicano gli stessi ‘derivation path’, i percorsi di derivazione impiegati per ricavare le chiavi e gli indirizzi abbinati a una seed phrase. Questo comporta che non sempre inserire la seed e ricreare il nostro portafoglio in un software alternativo permetterà di visualizzare la criptovaluta che vogliamo recuperare.
Per ora non esistono wallet perfettamente compatibili con tutti gli altri, ed è necessario verificare la situazione di volta in volta.
In caso di incompatibilità, uno strumento utilissimo è il convertitore di Ian Coleman, un software gratuito e open source che consente di inserire qualsiasi tipo di seed e derivare chiavi pubbliche, private e indirizzi delle principali criptovalute e nei maggiori formati disponibili.
In questo articolo di integrazione impariamo a conoscerlo e usarlo a fondo.
Una volta che esponiamo la seed phrase digitandola online o in un software, questa è potenzialmente compromessa. Per evitare i rischi annessi:
– Come minimo importiamo la seed o le chiavi private (o usiamo il convertitore Ian Coleman) offline e su un computer sigillato dal web e che siamo sicuri sia esente da malware.
– Ancora meglio creiamo preventivamente un nuovo portafoglio e spostiamo lì il contenuto del wallet associato alla seed che stiamo mettendo a repentaglio. Una volta recuperate le monete perse potremo spostare anche queste nel nuovo wallet ed eliminare completamente quello vecchio.

Scenari:Siamo pronti per approfondire le situazioni più ricorrenti: considerato il numero di scenari possibili e la specificità delle soluzioni, per organizzare tutto in maniera ordinata in questo articolo discuteremo a fondo solo i casi più semplici, mentre per quelli più complessi troveremo i link alle guide dedicate nelle quali ogni situazione viene sviluppata e risolta singolarmente.

Scenario 1:Abbiamo mandato un ERC20 Token al nostro indirizzo Ethereum ma questo non compare nel nostro saldo: è lo scenario più comune e quello che dà meno problemi.

Questa situazione presenta però troppe variabili perché si possa affrontarle tutte qui, ragion per cui troviamo una serie di esempi e tutte le soluzioni in questo articolo separato:

Scenario 2:Abbiamo mandato criptovalute sulla blockchain sbagliata ma a un indirizzo di cui controlliamo le chiavi private: in questo caso il wallet di ricezione è non custodial, ovvero è di nostra proprietà perché siamo in possesso della sua seed phrase o delle chiavi private.

E’ uno degli scenari più favorevoli perché abbiamo il controllo della situazione.

Ci sono due possibilità:

1- La criptovaluta si trova su una blockchain EVM compatibile. Essendo l’indirizzo lo stesso tra le varie piattaforme, è facile confondersi e prelevare su una rete diversa da quella che pensavamo.

Come abbiamo spiegato in questa guida di approfondimento dedicata a MetaMask, è possibile recuperare facilmente i fondi. Si tratta solo di aggiungere il custom network relativo alla blockchain di destinazione all’interno del wallet di cui governiamo l’indirizzo.

Vedremo così comparire le monete perse tra i nostri asset. A quel punto possiamo decidere se rispedirle indietro e prelevarle in un altro formato o conservarle su quella rete. L’importante è che abbiamo riguadagnato accesso alle nostre cripto.

Se usiamo MetaMask possiamo seguire le istruzioni presenti nell’articolo sopracitato, semplicemente sostituendo i dati da inserire con quelli del network che ci riguarda.

In alternativa, i link che seguono rimandano a guide specifiche con le istruzioni per risolvere un paio di situazioni tra le più comuni, che possiamo usare come riferimento per qualsiasi circostanza simile:

I procedimenti mostrati in questi esempi infatti sono validi per tutti i BEP20 ed ERC20 token, nonché per tutte le criptovalute i cui indirizzi iniziano con ‘0x’ e le cui reti sono compatibili con la Ethereum Virtual Machine: ad esempio Polygon, Avalanche, Arbitrum, Optimism, Harmony, Heco, Fantom, Energy Web Chain e GoChain.

2- La criptovaluta si trova su una blockchain non EVM compatibile. In questo caso non possiamo aver confuso gli indirizzi perché il formato non corrisponde tra le diverse blockchain.

Il classico esempio è aver prelevato Bitcoin in formato BEP2, con indirizzo ‘bnb’. Se abbiamo inserito questo indirizzo significa che il nostro wallet lo supporta (ad esempio Trust Wallet, SafePal e Coinomi).

Magari non eravamo al corrente del fatto che BTC BEP2 (BTCB) non è Bitcoin. Non ci serve questo formato e ora vogliamo la vera moneta. Non dobbiamo fare altro che rispedire la criptovaluta all’exchange e prelevarla nuovamente nella versione che volevamo (o in alternativa usare un bridge, come ad esempio il Binance Bridge).

Nella rara circostanza in cui abbiamo per errore tentato di prelevare Bitcoin inserendo un indirizzo relativo alla Binance Coin, verso un wallet che supporta BNB ma non BTC BEP2, è comunque possibile recuperare le nostre criptovalute, come descritto in questo articolo dedicato:

Scenario 3:Abbiamo mandato fondi a un indirizzo di cui non controlliamo le chiavi private:
Questo purtroppo è lo scenario più ostico perché presenta situazioni nelle quali abbiamo pochissima voce in capitolo. Se l’indirizzo era valido ma non ci appartiene ci sono vari motivi per cui questo potrebbe essere il caso.

Vediamoli uno per uno:

  • L’indirizzo è valido ma inesistente perchè abbiamo sbagliato a copiare o inserire qualche carattere. Significa che la transazione è andata comunque a buon fine, ma le criptovalute sono in una sorta di limbo perché nessuno ne ha le chiavi private.
    Qualcuno potrebbe un giorno creare un wallet che genera esattamente quell’indirizzo e trovare le nostre monete.
    La probabilità che succeda è miliardi di volte inferiore a quella di vincere il primo premio di una lotteria, per cui lasciamo perdere, rassegniamoci e voltiamo pagina.
  • L’indirizzo esiste e la transazione è confermata ma non abbiamo idea di chi sia il proprietario. Infatti le blockchain delle principali criptovalute sono pubbliche ma anonime. Cioè possiamo visionare su un blockchain explorer lo storico di qualsiasi indirizzo ma non risalire a un nominativo.
    In questo caso non c’è molto che possiamo fare, a parte sperare nella benevolenza di chi si è visto recapitare le nostre cripto nel proprio wallet. Se è una persona onesta rispedirà le coin all’indirizzo da cui le ha ricevute, cioè il nostro.
    Nel raro caso di criptovalute che permettono di includere un memo, potremmo provare a mandare una seconda piccola transazione alla quale alleghiamo un messaggio per il ricevente (proponendo ad esempio la cessione del 10% come ricompensa in cambio della restituzione del 90% della cifra).
  • L’indirizzo esiste, ma è di proprietà di un exchange. In questi casi si parla di wallet custodial, gestiti da una terza parte, che detiene le chiavi private. Questo comporta che anche qui abbiamo pochissimo controllo della situazione.
    Se la transazione è confermata, allora dobbiamo appellarci all’exchange di ricezione e sperare che il customer service sia collaborativo e disposto a recuperare le nostre monete, se sono finite su una blockchain sbagliata, per poi restituircele.
    Armiamoci di pazienza, raccogliamo tutti i dettagli della transazione effettuata e scriviamo una mail (possibilmente in inglese) con date, indirizzi, e tutto quello che può servire. Alcuni exchange offrono questo servizio dietro il pagamento di una commissione.
    La situazione varia tra l’estremo degli exchange dei quali è impossibile contattare il customer service, e quelli stupendi dove abbiamo tutta la disponibilità e professionalità che si può desiderare.
    In questo articolo di approfondimento vengono spiegate le differenze tra i vari exchange per facilitare la scelta di quello più adatto a noi.
    Proviamo anche a verificare se l’azienda in questione ha qualche servizio di tutela fondi dei clienti.
    Non speriamoci troppo, ma considerata la frequenza di questo tipo di situazioni non è da escludere che qualche struttura, anche per incentivare nuovi utenti a diventare loro clienti, in futuro allestisca fondi di protezione per andare incontro a chi si avventura in questo mondo e può facilmente incappare in qualche errore.

Scenario 4:Abbiamo mandato monete sulla blockchain giusta ma a un indirizzo sbagliato (di nostra proprietà). Anche questa situazione è piuttosto complessa. Ci sono però ottime possibilità di recupero.

Si presenta nei molti casi in cui una criptovaluta ha subito un fork, e di conseguenza le monete e gli indirizzi possono venire confusi.

Ad esempio, abbiamo comprato un po’ di Ether in un exchange, cercato nel nostro wallet l’indirizzo su cui prelevarli, e per sbaglio abbiamo copiato l’indirizzo di Ethereum Classic. Purtroppo se mandiamo Ether ETH usando il network di Ethereum ma verso un indirizzo Ethereum Classic ETC, anche se entrambi usano indirizzi ‘0x’ perderemo le criptovalute.

Ugualmente se mandiamo Bitcoin BTC usando il network di Bitcoin ma verso un indirizzo Bitcoin Cash BCH, cosa possibile visto che entrambi i network accettano indirizzi in formato Legacy (che iniziano con ‘1’), perderemo le nostre cripto.

Sono situazioni molto frequenti. Vediamo come si può rimediare.

Per fortuna, anche se abbiamo inviato a un indirizzo che in realtà si trova su un’altra blockchain, siccome quell’indirizzo esiste ed è comunque nostro (abbiamo la chiave privata) possiamo recuperare le monete creando un nuovo wallet che è in grado di accedervi e interagirci.

Dobbiamo solo esportare la chiave privata dell’indirizzo di destinazione, quello a cui abbiamo erroneamente inviato, e importarla in un nuovo portafoglio della criptovaluta e blockchain corretta.

Il caso più semplice è quello in cui il nostro wallet multivaluta supporta entrambe le coin e ha la funzione per esportare e importare le chiavi private.

Ad esempio, se usiamo portafogli come Exodus Wallet, Guarda Wallet o Trust Wallet gli errori più comuni sono tutti coperti, perché supportano sia Bitcoin che Bitcoin Cash e sia Ethereum che Ethereum Classic. Supponiamo di aver prelevato Ether verso un indirizzo Ethereum Classic, come detto prima: ci basterà visualizzare la chiave privata di quest’ultimo, copiarla e poi importarla in un nuovo account Ethereum per ricreare lì lo stesso indirizzo e veder comparire le nostre monete.

Importare la chiave privata non trasferisce i fondi, semplicemente rende possibile accedervi da un’applicazione diversa, perché le nostre monete sono sempre e solo sulla blockchain, non dentro il wallet.

Anche qui approfondiamo alcune situazioni specifiche per capire di volta in volta i passaggi necessari. Ecco una lista di casi esaminati a fondo e con istruzioni dettagliate:

Conclusioni:Il modo migliore di venir fuori da queste situazioni è farsene carico e cercare di risolvere la questione con calma. O male che vada imparare la lezione.

Non dobbiamo flagellarci: è un fenomeno molto comune, soprattutto per via della tecnologia del tutto nuova e dei molti dettagli da conoscere.

Per ora le criptovalute, i wallet e gli exchange sono agli stadi iniziali del loro sviluppo, ed è per questo che non abbiamo ancora degli standard semplificati e unificati attraverso le varie piattaforme e network.

E’ uno dei prezzi da pagare per essere dei precursori. Inoltre, siccome le criptovalute sono uno strumento così giovane, non sono ancora regolamentate e non esistono tutele che garantiscano la perdita di fondi come può succedere nel sistema bancario tradizionale (non che una banca ci risarcisca se facciamo un bonifico e sbagliamo destinatario…).

Per adesso siamo per conto nostro in tutto e per tutto, nel bene e nel male.

Risorse correlate:

Terminologia Delle Criptovalute – Glossario Veloce
10 Errori da Evitare con le Criptovalute – Guida Gratuita
Che Cos’è, Come Funziona e Come Scegliere un Exchange di Criptovalute
Che Cos’è, Come Funziona e Come Scegliere un Portafoglio o Wallet per Criptovalute
Cos’è Metamask Wallet, come Installarlo e come Usarlo su Desktop e Mobile – Guida Metamask Completa – Parte 1


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