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Navigando tra i commenti delle varie piattaforme social, una delle domande più frequenti che capita di leggere sotto la presentazione di criptovalute con un buon potenziale è ‘dove trovo questa coin, come faccio a comprarla?’.

E’ uno dei segnali della giovinezza di questo mercato e del continuo ingresso di nuovi utenti e investitori, che si trovano catapultati in una nuova entusiasmante dimensione ma hanno pochissima esperienza.

Con questo articolo vediamo i pochi semplici passaggi che permettono di risalire alle risorse necessarie per entrare in possesso della criptovaluta che desideriamo, non importa quanto ‘rara’ questa sia.

Punti Chiave:

Per Small e Micro Cap si intendono criptovalute che hanno una piccola o piccolissima capitalizzazione di mercato.

Viste le dimensioni ridotte di questi mercati, per operare efficacemente è necessario individuare con precisione le opzioni di acquisto a disposizione e i relativi costi per il trading e l’eventuale prelievo.

Sono sufficienti pochi semplici passaggi per stabilire la strategia più adatta alle nostre esigenze e imparare a riprodurla con sicurezza ogni volta che vogliamo investire in piccoli progetti dal grande potenziale.

Small Cap:Small Cap è la versione abbreviata di Small Market Capitalization, ovvero ‘piccola capitalizzazione di mercato‘. Questo parametro è uno dei più importanti indicatori del potenziale di una coin, insieme alla quantità complessiva di monete in circolazione (il Total Supply, offerta totale in circolazione).

Come spiegato nella guida gratuita ’10 Errori da Evitare con le Criptovalute’, una delle tipiche ingenuità che commette chi è all’inizio è quella di prendere decisioni sulla base del prezzo per unità. La linea di ragionamento è più o meno questa: ‘se Dogecoin costa 10 centesimi a coin, allora basta che arrivi a 10 euro e avrò realizzato un x100 sull’investimento, e 10 euro è niente visto che Bitcoin ed Ethereum hanno raggiunto le migliaia di euro al pezzo’.

Peccato che per fare x100 Dogecoin dovrebbe raggiungere una capitalizzazione di mercato di oltre mille miliardi di euro, che la renderebbe la prima criptovaluta al mondo, davanti anche a Bitcoin. Quanto è probabile? Lo stesso vale per Shiba Inu e affini, che essendo nella top 30 delle più importanti criptovalute per capitalizzazione hanno essenzialmente già ottenuto il grosso dei loro risultati.

Anche se AssistenzaCriptovalute.it si concentra sugli aspetti tecnici delle criptovalute e non quelli finanziari, in sintesi una coin per essere promettente deve avere un market cap abbastanza basso da permettere ancora margine di crescita. Le Small Cap soddisfano questa condizione perché sono mercati piccolissimi, nei quali bastano volumi ridotti per muovere il prezzo considerevolmente.

Ovviamente il rischio sull’investimento è direttamente proporzionale alle dimensioni del mercato, ed è per questo che Bitcoin ed Ethereum sono considerati investimenti ‘sicuri’ nell’universo cripto, mentre non è raro che un progetto minore veda la propria quotazione andare letteralmente a zero.

Per trovare la prossima gemma che potrebbe centuplicare l’investimento iniziale, dobbiamo muoverci al di là delle prime cento monete. Come possiamo vedere su CoinMarketCap, esistono oltre diecimila criptovalute, che per convenzione vengono suddivise così:

  • Top Cripto: le prime trenta della lista.
  • Mid Cap: dalla trentesima alla centesima.
  • Small Cap: oltre la centesima.
  • Micro Cap: con capitalizzazione di mercato sotto i 50 milioni di euro (indicativamente dalla numero 500 in giù).

Più scorriamo verso il basso, maggiori sono le possibilità di scovare qualche perla, così come l’ultima shitcoin ;D

Qui daremo per scontato che abbiamo già fatto la ricerca necessaria a stabilire quale sarà la prossima cripto che farà x100. Ci concentreremo semplicemente su dove comprare, e come, nel modo più efficace ed economico.

Uno dei mantra nel mondo cripto è DYOR, Do Your Own Research, ovvero ‘fai la tua ricerca’. E’ un passaggio fondamentale soprattutto quando si tratta di Small Cap, perché esistono quantità infinite di truffe e capita che anche progetti che sembrano legittimi vengano pompati da promozioni coordinate, che causano un repentino aumento di prezzo seguito immancabilmente da una caduta a picco.
Non comprare le criptovalute citate solo perché compaiono in questo articolo.

Dove Trovarla:La prima cosa da stabilire non appena abbiamo messo gli occhi su una criptovaluta è dove possiamo acquistarla.

Per l’esempio di questa guida useremo la coin di un progetto chiamato GoChain, un network EVM compatibile super performante, economico e attento all’ambiente, che avendo ricevuto ancora relativamente poco riconoscimento potrebbe avere delle buone prospettive.

La sua moneta si chiama GO coin (così come ad esempio sul network di Ethereum la moneta si chiama ETH o Ether).

Vogliamo innanzitutto capire quali exchange la supportano e come comprarla. Dirigiamoci su CoinMarketCap e digitiamo ‘gochain’ nel motore di ricerca interno. Giungeremo a questa pagina dedicata, piena di informazioni utili.

Possiamo notare che attualmente GO è in posizione 700, è osservata da 14 mila persone, costa 0.02576 euro al pezzo, è disponibile in poco più di un miliardo di unità e ha una capitalizzazione di mercato di circa 28 milioni di euro (è quindi una Micro Cap).

Questo è un dato molto importante, perché significa che se anche facesse x100 arriverebbe a 2.8 miliardi, ovvero approssimativamente in cinquantesima posizione, vicino a monete come PancakeSwap, EOS, TheGraph o BitTorrent: cosa più verosimile di un ipotetico sorpasso di Bitcoin da parte di Dogecoin, per riallacciarci al discorso fatto prima.

Scorrendo verso il basso nella stessa pagina troviamo la chart con l’andamento dei prezzi, una descrizione del progetto e soprattutto, in fondo, quello che cerchiamo: l’elenco degli exchange che supportano la GO coin.

Cliccando su ‘Vedi tutti i mercati’ arriviamo a una schermata che mostra la lista completa.

Come notiamo abbiamo sette opzioni tra cui scegliere, e tra queste tre dei principali exchange al mondo: Binance, KuCoin e Gate.io.

Nel prospetto compariranno tutti i mercati disponibili, sia centralizzati che decentralizzati (i Dex – Decentralized Exchange), anche se in questo caso non esiste nessuna opzione di acquisto decentralizzata.

Nel caso di token ospitati su una piattaforma di supporto, come gli ERC20 su Ethereum per intenderci, troveremo sempre anche gli exchange decentralizzati corrispondenti. Alcuni dei più comuni sono:

Questo è importante perché, come vedremo, quando tale opzione è disponibile dovremo tenerla in considerazione nel valutare dove spendiamo meno e come preferiamo acquisire le monete.

Sebbene molti dei principali wallet offrano la possibilità di fare swap interni tra le criptovalute che supportano, le fees che applicano sono spesso altissime. In ogni caso, più ci allontaniamo dalle Mid Cap, meno è probabile che la moneta che vogliamo sia disponibile in un wallet che offre tale funzionalità.

In alternativa a CoinMarketCap è buona prassi confrontare i risultati con quelli di CoinGecko, un sito che possiamo navigare esattamente nello stesso modo per trovare eventuali ulteriori opzioni.

Infine, se ancora non siamo soddisfatti, possiamo impostare una ricerca online digitando il nome della coin seguito da ‘dove comprare’ o meglio ancora in inglese ‘where to buy’.

Molti progetti presentano un elenco degli exchange e wallet dove comprare e conservare la propria criptovaluta direttamente sul sito ufficiale.

Come Comprarla:A questo punto ci serve stabilire qual’è l’exchange dove è più conveniente procedere con l’acquisto. Per giungere alla conclusione ottimale è necessario porsi alcune domande:

  • A quanto ammontano e come sono strutturate le trading fees?
  • Quali sono le commissioni sul prelievo?
  • Che quantità ne vogliamo comprare?
  • Cosa ci dobbiamo fare? (Staking, fornire liquidità, prestare o semplicemente conservare).
  • Dove vogliamo conservare la criptovaluta? In un exchange o nel nostro wallet?
  • Quanto a lungo abbiamo intenzione di conservarla? (Holding a lungo termine, oppure rivendere a breve termine).

Le risposte che daremo serviranno a stabilire quanto le trading fees dell’exchange e le commissioni di prelievo impatteranno sul nostro acquisto, se preferiamo usare un exchange decentralizzato e ottenere le coin direttamente nel wallet, se ci sta bene lasciare le monete su un exchange perché prevediamo di vendere a breve dopo una fase di prezzo rialzista, o se è fondamentale prelevarle perché vogliamo metterle in staking dal nostro portafoglio.

Come spiegato in questo articolo su come spostare criptovalute spendendo il meno possibile, finché stiamo su cifre minime, nell’ordine delle decine o centinaia di euro, le trading fees fanno pochissima differenza sui nostri acquisti.

Possiamo trovare un prospetto riassuntivo delle fees dei principali exchange in fondo a questo articolo su come scegliere un exchange, e una tabella completa visitando questa pagina.

In caso di disponibilità dell’opzione Dex, per scoprire il prospetto delle fees connesse allo swap basterà provare a inserire i dati dell’operazione nell’interfaccia e vedere i risultati che compaiono, senza confermare la transazione.

Ben più rilevanti sono tipicamente le withdrawal fees, che raggiungono facilmente le decine di euro, come sa bene chi ha provato almeno una volta a prelevare da un exchange dei token ERC20.

Va da sé che all’aumentare della quantità che acquistiamo la situazione si ribalta: le commissioni sul prelievo hanno sempre meno peso, mentre le trading fees ne hanno sempre di più.

Per verificare dove si spende meno a prelevare rechiamoci su un sito come WithdrawalFees.com, che mette a confronto le tariffe aggiornate dei migliori exchange, e digitiamo la coin che ci interessa.

Come notiamo in questo caso le commissioni sono molto basse (altra caratteristica a favore della buona riuscita di questo progetto). Nel peggiore dei casi spenderemo appena un paio di dollari.

Su KuCoin addirittura il prelievo è gratuito, ma visto che su Binance costa una manciata di centesimi (1 GO) e abbiamo già un account, useremo comunque questo exchange.

E’ buona prassi avere diversi account su una selezione dei migliori exchange. In questo modo potremo innanzitutto comprare sempre dove conviene, e soprattutto saremo sicuri che in caso di emergenza e problemi di accesso a un exchange avremo una alternativa pronta dove poter rapidamente tornare su cash.

In ogni caso, una volta scelto l’exchange, prima di procedere è opportuno fare una serie di ulteriori verifiche per evitare sorprese a metà operazione. Controlliamo:

  • Il prelievo minimo permesso. Alcuni exchange impostano le loro fees facendo pagare poco per il trading ma poi si rifanno imponendo dei prelievi minimi elevati.
  • La dimensione minima dell’ordine (trade minimum). Di solito questa cifra è attorno ai 10 euro, ma conviene sempre verificare.
  • Che l’exchange supporti la chain nativa della coin. In particolare Binance ha spesso versioni BEP2 e BEP20 della stessa criptovaluta, a volte addirittura sacrificando la possibilità di prelevare la cripto nativa (come ad esempio per ThorChain RUNE). Se decidiamo di prelevare su wallet non custodial (cioè portafoglio di cui deteniamo le chiavi private), soprattutto per investimenti a lungo termine, è raccomandabile usare sempre la chain nativa.
  • Quali coppie (pairing) sono disponibili sull’exchange, perché ad esempio se non c’è un pairing in euro o stablecoin e non abbiamo ETH o BTC sul conto, dovremo fare un passaggio in più per completare l’acquisto.

Tutte queste informazioni si trovano sui siti degli exchange o facendo delle semplici ricerche online. Considerate le trading fees dello 0,1% di Binance, il minimum trade di soli 10 euro e il fatto che supporta la chain ufficiale, procediamo con l’acquisto su questo exchange.

Dopo aver effettuato il login sul nostro account Binance, dirigiamoci su Mercati e digitiamo ‘gochain’ nel motore di ricerca dell’exchange.

Cliccando su ‘Scambia Ora’ giungeremo alla pagina di trading. Per questa coin l’unico pairing disponibile è GO/BTC.
Decidiamo di comprare 500 GO usando un po’ dei BTC a disposizione.

Inseriamo la quantità e la cifra di acquisto. Osservando l’order book sulla destra, 0.00000069 BTC per coin dovrebbe far concludere rapidamente la compravendita.

Come Conservarla:Et voilà, a questo punto i nostri 500 GO sono nel wallet all’interno dell’exchange. Considerato che, come abbiamo visto prima, trasferire le coin in un wallet privato prevede una commissione di soltanto 1 GO, e pensiamo di conservare i nostri GO per un lungo periodo, scegliamo di procedere col prelievo.

Essendo la GoChain EVM compatibile possiamo aggiungerla come custom network all’interno di MetaMask, e usare l’indirizzo ETH (uguale attraverso tutte le chain), semplicemente inserendo manualmente i parametri di questa rete.

MetaMask è uno strumento spesso indispensabile per operare con le criptovalute. In questa guida in tre parti troviamo tutto quello che ci serve sapere:
Cos’è MetaMask Wallet, come Installarlo e come Usarlo su Desktop e Mobile – Parte 1
Come Accoppiare MetaMask ai Wallet Hardware Trezor e Ledger – Parte 2
Come Aggiungere un Custom Network a MetaMask Wallet – Parte 3
Per ogni criptovaluta possiamo rapidamente risalire ai portafogli che la supportano visitando il sito ufficiale del progetto, oppure facendo una ricerca online, inserendo semplicemente il nome della criptovaluta e la parola ‘wallet’.

Tornando nella schermata principale di MetaMask potremo copiare l’indirizzo al quale inviare le monete.

Andiamo su Binance, selezioniamo GO dalla pagina dei saldi disponibili nel nostro account e, dopo aver inserito l’indirizzo appena copiato da MetaMask, la quantità, e scelto il network su cui prelevare, completiamo l’operazione di withdraw.

In pochi secondi riceviamo le nostre cripto. Possiamo ora rilassarci e aspettare il x100 😉

Ogni scelta avrà i suoi pro e contro. Ad esempio: se facciamo uno scambio all’interno di un wallet le fees probabilmente saranno alte ma non ci saranno prelievi e non lasceremo traccia dell’operazione.
Le monete saranno recapitate direttamente nel portafoglio: niente withdrawal fees, niente copia e incolla di indirizzi, niente procedura KYC (Know Your Customer, che richiede il rilascio dei nostri dati e documenti).
Altro scenario: su exchange come Gate.io, una delle piattaforme più complete per quanto riguarda la fornitura di Small e Micro Cap, troviamo quasi tutto e le trading fees sono molto basse, ma poi finiamo per dover lasciare lì le monete se vogliamo evitare il salasso delle loro generalmente onerose withdrawal fees e quote minime di prelievo.

Fare Pratica:Riepilogando, in sintesi i passaggi da abituarsi a replicare sono questi tre:

  • Trovare su CoinMarketCap le soluzioni a disposizione per acquistare.
  • Visitare WithdrawalFees.com per capire quanto ci costerà prelevare da exchange.
  • Valutare la strategia più conveniente in base alle nostre preferenze e necessità.

Per imparare a muoversi agilmente è utile simulare questo percorso una decina di volte, provando a scegliere una moneta e allenandosi a raccogliere tutte le informazioni necessarie a stabilire cosa fare, in modo da essere pronti per un successivo vero e proprio acquisto.

In realtà possiamo anche allenarci con operazioni sul campo che coinvolgono cifre minime. Nell’esempio appena dimostrato abbiamo speso 13 euro. Una cifra che possiamo certamente mettere in gioco per fare nostre abilità che ci torneranno utili quando sarà il momento di fare sul serio.

Giusto per avere un riferimento in più, ripercorriamo rapidamente gli stessi passaggi per l’acquisto di un’altra criptovaluta Micro Cap: Singularity DAO. Noteremo come ogni situazione è uno scenario a sé stante che necessita di valutazioni cucite su misura.

Andiamo su CoinMarketCap, digitiamo il nome e visitiamo la pagina dedicata dove troviamo i mercati disponibili.

Come vediamo, in questo caso, oltre che sugli exchange centralizzati KuCoin e Gate.io, questa cripto si può avere anche in Dex come Uniswap e PancakeSwap, che operano rispettivamente su Ethereum e sulla Binance Smart Chain.

Facendo una visita su WithdrawalFees.com scopriamo che prelevarla sugli exchange che la supportano costa rispettivamente 17 e 65 dollari. Questo è in parte dovuto al fatto che si tratta di un ERC20 token.

Facciamo quindi un giro dentro Uniswap e PancakeSwap per raccogliere anche le loro quotazioni e stabilire come procedere.

Useremo di nuovo MetaMask, che essendo anche un aggregatore di exchange decentralizzati (dex aggregator),  permette di interagire con una moltitudine di piattaforme, tra cui appunto i due Dex citati, dandoci i prezzi migliori direttamente tramite sua interfaccia.

Per un confronto veramente completo conviene verificare sempre, anche se comporta dei passaggi in più, le condizioni offerte all’interno delle applicazioni specifiche Uniswap e PancakeSwap.

In entrambi i casi avremo già impostato il token personalizzato SDAO aggiungendo il suo numero di contratto all’interno di MetaMask. Anche questa operazione è spiegata, per chi ne avesse bisogno, in una guida dedicata che troviamo QUI.

Partiamo da Uniswap.

Come vediamo le Gas Fees di Ethereum colpiscono ancora. Al momento il prezzo del gas era di circa 200 Gwei, ma spendere 160 euro di fees per comprare 100 SDAO (valore circa 110 euro), non è pensabile. Anche in un momento meno congestionato con il gas price a 50 Gwei (1/4 di 200) le fees ammonterebbero comunque a circa 40 euro (1/4 di 160), al prezzo attuale di Ether.

Ci sono diversi metodi per risparmiare sulle Gas Fees di Ethereum, ma difficilmente riusciremo a stare molto al di sotto di questa cifra. Certamente spenderemmo meno dei 65 dollari (circa 55 euro) necessari a prelevare da Gate.io, ma sarebbe lo stesso una bella percentuale su un investimento così contenuto.

Vediamo su PancakeSwap com’è la situazione.

Qui il discorso è completamente diverso. Solo 87 centesimi. Apparentemente non c’è da pensarci due volte. Ma in realtà, se teniamo in considerazione quanto detto prima, rimangono da valutare diversi aspetti:

  • SDAO in versione nativa è un ERC20 token. La versione su PancakeSwap è un token BEP20, recentemente introdotto per operare anche sulla Binance Smart Chain. Attualmente su questa rete SDAO ha una liquidità molto inferiore rispetto a Ethereum. Se decidiamo di acquistare lo stesso la versione BEP20 è importante dedicare qualche minuto a fare una ricerca, per assicurarci che questo tipo di supporto sarà protratto nel tempo ed evitare così il rischio di non essere in grado di vendere in futuro.
  • Per comprare su un Dex ci serve la criptovaluta nativa del network utilizzato, che viene usata per lo scambio e per pagare le gas fees: Ether per gli ERC20 token e BNB (Binance Coin) per i BEP20. Se non siamo già in possesso di queste valute vanno tenuti presente i necessari passaggi aggiuntivi.
Non dimentichiamo che mentre Ethereum ha più di diecimila nodi, piattaforme come la Binance Smart Chain, certamente velocissima ed economica, ne ha solo 21, e non si può quindi considerare decentralizzata. Questo va contro i principi e la filosofia di base dell’universo cripto, ma la maggior parte degli investitori, attratti dalla differenza di spesa abissale, non sembra porsi troppo la questione.

E chiaro che non esiste una soluzione univoca ma la scelta dipende, ancora una volta, dalla quantità che stiamo per comprare, da dove vogliamo conservare la criptovaluta, da quanto a lungo vogliamo conservarla e da cosa ci dobbiamo fare.

In ogni caso, anche se le variabili sono numerose, con un po’ di pratica riusciremo a compiere agilmente tutte le operazioni descritte e ad applicare in un attimo la soluzione che fa più al caso nostro.

Conclusioni:

In questo articolo abbiamo scoperto i passaggi essenziali di un percorso che possiamo replicare in qualsiasi circostanza analoga.

Risorse correlate:

Come Investire in Bitcoin e Criptovalute e Strutturare un Portfolio – Principi – Gestione – Esempi
10 Errori da Evitare con le Criptovalute – Guida Gratuita
La Differenza tra Criptovalute e Token ERC20, BEP2, BEP20, SPL e TRC20 + Come non Commettere Errori nel Prelevare
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Come Risparmiare Sulle Gas Fees di Ethereum – 5 Metodi


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