Questo articolo è il settimo di una serie di otto guide dedicate al recupero di criptovalute perse.
Nel post introduttivo, ‘Come Recuperare Criptovalute Perse Inviate a Blockchain, Network o Indirizzi Sbagliati‘, abbiamo discusso le cause, le nozioni di base, gli errori che possono portare alla perdita delle nostre monete e le operazioni preliminari per ritrovarle.
E’ una lettura raccomandata in abbinamento alle informazioni che seguono, in quanto contiene indicazioni utili in generale e vengono spiegati processi e scenari che qui per brevità saranno dati per scontati.
In questo articolo (e in ciascuna delle otto guide) ci concentreremo solo sulla situazione specifica e le relative soluzioni.
Essendo Ethereum Classic un hard fork di Ethereum, un altro tassello preliminare è la comprensione delle differenze tra diversi network e criptovalute. Se necessario possiamo documentarci leggendo questo articolo di approfondimento.
Infine, considerato che sia Ethereum che Ethereum Classic aderiscono agli standard BIP32/39/44, è utile avere una buona familiarità con il convertitore di Ian Coleman, strumento spesso indispensabile per recuperare con successo le monete.
Punti Chiave:
SCENARIO: Abbiamo inviato Ethereum (ETH) a un nostro indirizzo Ethereum Classic (ETC). Di conseguenza non li abbiamo ricevuti.
Questa situazione rientra nelle casistiche dello scenario numero quattro dell’articolo di presentazione, che riguarda l’invio di criptovalute sulla blockchain giusta ma a un indirizzo sbagliato, del quale però controlliamo le chiavi private.
Errori di questo tipo sono piuttosto frequenti. Si presentano nei molti casi in cui una criptovaluta ha subito un fork, e di conseguenza le monete e gli indirizzi possono venire confusi.
Il nome è quasi uguale, il logo è quasi uguale e l’indirizzo ha lo stesso formato. Basta un attimo di distrazione e il danno è fatto.
Siccome entrambe le piattaforme si basano sulla rete distribuita di computer Ethereum Virtual Machine (EVM), condividono gran parte del codice e utilizzano indirizzi nello stesso formato, che inizia con ‘0x’.
Gli indirizzi Ethereum Classic vengono ricavati usando lo stesso standard crittografico di quelli di Ethereum, e quindi da una certa seed phrase si ottengono indirizzi perfettamente uguali ma che puntano a blockchain differenti.
In altre parole esistono indirizzi identici su entrambi i network.
Di conseguenza può succedere che l’indirizzo a cui inviamo sia ingannevolmente valido.
Il risultato è che copiamo il nostro indirizzo Ethereum Classic dal wallet di destinazione, lo incolliamo nell’interfaccia dell’exchange e procediamo col prelievo di Ethereum, non immaginando che non vedremo arrivare niente.
Per fortuna, anche se abbiamo inviato a un indirizzo che in realtà si trova su un’altra blockchain, siccome quell’indirizzo esiste ed è comunque nostro (appartiene a un wallet non custodial del quale abbiamo la chiave privata) possiamo recuperare le monete.
Dobbiamo solo esportare la chiave privata dell’indirizzo di destinazione, quello a cui abbiamo erroneamente inviato, e importarla in un nuovo portafoglio per ricreare quell’account sulla rete di Ethereum.
Soluzione:Di fatto i nostri ETH sono arrivati sulla blockchain nativa, perché è su quella che abbiamo prelevato, ma a un indirizzo che nel nostro wallet si riferisce a un account Ethereum Classic.
Dobbiamo semplicemente trovare il modo di accedere alle monete, mettendoci in condizione di gestire il nostro indirizzo Ethereum Classic dall’interno del relativo account Ethereum.
Ci sono le seguenti possibili soluzioni:
- Se usiamo wallet che consentono di esportare/importare la chiave privata basterà copiarla dall’account Ethereum Classic e importarla in un nuovo account Ethereum.
- Se usiamo un wallet che non consente di esportare le chiavi private, ma ha l’opzione per importarle, dobbiamo prima recuperare quella del nostro account Ethereum Classic inserendo la seed phrase in strumenti come il convertitore Ian Coleman, e poi importarla all’interno di un nuovo account Ethereum.
- Se usiamo un wallet che consente di esportare le chiavi private, ma non ha l’opzione per importarle, dobbiamo trovare un wallet alternativo compatibile con le specifiche BIP32/39/44 che lo permetta.
In sintesi i passaggi da seguire sono:
- Esportare e importare la chiave privata nello stesso wallet, quando possibile.
- Se necessario recuperare la chiave privata per mezzo della seed phrase usando il convertitore Ian Coleman.
- Se necessario identificare un wallet alternativo che consenta di importare chiavi private.
A tal punto avremo riguadagnato accesso ai nostri ETH.
In questo articolo di integrazione impariamo a conoscerlo e usarlo a fondo.
Dimostrazione:Per questa dimostrazione immaginiamo uno scenario nel quale usiamo Exodus Wallet e importiamo la chiave privata dell’account Ethereum Classic in Guarda Wallet:
- Exchange: Gemini.
- Wallet: Exodus.
- Wallet di Recupero: Guarda.
Abbiamo comprato un po’ di Ether su Gemini e vogliamo prelevarli. Per farlo andiamo nel nostro wallet, e in un momento di distrazione apriamo per sbaglio l’account Ethereum Classic.
Clicchiamo su ‘Ricevi’ e copiamo l’indirizzo di ricezione, che essendo in formato ‘0x’ non desta nessun sospetto.
Torniamo su Gemini e incolliamo l’indirizzo. Siccome il formato è quello standard del network Ethereum, i meccanismi di sicurezza dell’exchange, che tipicamente riconoscono e segnalano indirizzi non compatibili, non sono in grado di intervenire.
A questo punto, come per qualsiasi prelievo, ci assicuriamo che i dati inseriti siano giusti e confermiamo.
Dopo qualche minuto, non avendo ricevuto niente, andiamo a verificare cosa è successo visitando lo storico delle transazioni all’interno del nostro account sull’exchange.
Come sempre, in questi casi, il passaggio fondamentale consiste nel controllare su un blockchain explorer a che punto è la transazione.
E’ sufficiente individuare la voce corrispondente, copiare il Transaction ID o l’indirizzo, e incollarlo in Etherscan per aprire la pagina che la riguarda.
Come vediamo la transazione è avvenuta sul network di Ethereum ed è andata a buon fine.
Il saldo relativo ai Ether trasferiti corrisponde. Quindi non abbiamo perso niente, le monete sono registrate sulla blockchain e sono nostre: dobbiamo solo trovare il modo di accedervi.
E’ il momento di recuperare la chiave privata da Exodus Wallet. In questo portafoglio per farlo bisogna aprire la pagina della criptovaluta in questione, cliccare sui tre pallini in alto a destra e selezionare ‘View Private Keys‘. Inserendo la password è possibile visualizzare la chiave privata dell’indirizzo che abbiamo inserito nell’exchange.
Per chi usa wallet che non consentono di esportare la chiave privata, come abbiamo detto la si può ottenere grazie al convertitore di Ian Coleman.
Exodus usa seed phrase di 12 parole, e quindi selezioniamo questo valore nel menu principale. Incolliamo la nostra seed nell’apposita finestra e selezioniamo Ethereum Classic, in modo da ricavare la chiave privata che ci permetterà di ricreare lo stesso account all’interno di un wallet Ethereum.
In un attimo abbiamo l’elenco di indirizzi e chiavi. L’indirizzo e la chiave privata che ci interessano sono in cima alla lista e come possiamo vedere entrambi coincidono con i dati fornitici da Exodus. La chiave si trova sulla destra ed è:
0e60705e96536b7f786065307001558ffc266254d023d126a6ece542c3a4b130
A questo punto, dopo averla copiata, ci dirigiamo su Guarda Wallet. Nelle impostazioni del portafoglio selezioniamo ‘Import’ nella riga relativa agli account di Ethereum.
Si aprirà una finestra nella quale incollare la stringa di testo della chiave recuperata. Inseriamola e clicchiamo su ‘Add Wallet’.
Compaiono immediatamente l’account e il saldo relativi, e come notiamo l’indirizzo è esattamente quello del nostro Ethereum Classic wallet in Exodus:
0x4392887400Da411d43672d2DA020cf9d414E1670
Clicchiamo su ‘Confirm’ per proseguire e goderci il riguadagnato accesso ai Ether che pensavamo persi.
Si aprirà la finestra dell’account Ethereum importato, in questo caso denominato ‘Ethereum 2’ e con un’icona che indica ‘New’. I nostri 0.016 Ether compaiono nel saldo dell’indirizzo.
E’ importante ricordare che anche se qui abbiamo ritrovato i nostri Ethereum, il vecchio wallet andrà avanti a non vederli.
Nel caso specifico di Exodus abbiamo usato un wallet esterno a scopo dimostrativo, ma in realtà questo portafoglio non solo prevede la possibilità di esportare chiavi private, ma ne consente anche l’importazione.
Siamo quindi in grado di ricreare anche al suo interno lo stesso account, in pochi semplici passaggi.
Nell’account Ethereum clicchiamo sui tre pallini in alto a destra e questa volta selezioniamo ‘Move Funds’ nel menu che compare.
Nella finestra che si apre incolliamo la chiave privata e confermiamo. Ci verrà mostrato un riepilogo dell’account da importare, con saldo e indirizzo.
In Exodus l’importazione è più precisamente un trasferimento di fondi dall’indirizzo che si vuole importare all’account interno del wallet. Richiede quindi il pagamento delle gas fees del network.
Per procedere clicchiamo su ‘Move’. In pochi secondi gli Ether saranno trasferiti con successo all’interno di Exodus.
Conclusioni:Come notiamo c’è tantissimo da sapere e ci vuole poco a commettere qualche imprecisione. Per fortuna però le possibilità di rimediare sono molte e in questo articolo abbiamo scoperto i passaggi essenziali di un percorso che permette di risolvere agilmente qualsiasi circostanza analoga.
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