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Nel mondo di Bitcoin, la sicurezza non è un optional: è una responsabilità. Chi possiede BTC ha il controllo diretto dei propri fondi, ma anche il rischio totale in caso di furto, smarrimento o errore umano.

Per molti, affidarsi a un semplice wallet con una sola chiave privata (single-sig) è sufficiente.

Tuttavia, chi detiene cifre importanti o gestisce Bitcoin per conto di altri ha bisogno di soluzioni più robuste. Ecco dove entrano in gioco i wallet multisignature (multifirma).

Un wallet multisig è un portafoglio Bitcoin che richiede più firme (cioè più chiavi private) per autorizzare una transazione.

Questo consente di distribuire l’accesso e la responsabilità tra più persone o dispositivi, riducendo drasticamente il rischio che una singola vulnerabilità possa compromettere la sicurezza dei fondi.

È una tecnologia già ampiamente adottata da aziende, exchange, HODLer esperti e perfino governi.

In questo articolo scopriremo tutto ciò che c’è da sapere sui wallet multisig: come funzionano, quali sono i principali strumenti disponibili, in quali casi sono davvero utili, e quali sono i vantaggi e le criticità da considerare.

Se vuoi portare la sicurezza dei tuoi Bitcoin al livello successivo, la firma multipla è un passaggio cruciale da conoscere e, se necessario, adottare.

Punti Chiave:

I wallet multisignature di Bitcoin sono portafogli che richiedono la firma di più chiavi private per autorizzare una transazione, offrendo così maggiore sicurezza, controllo condiviso e resistenza.

Richiedendo più chiavi per autorizzare una transazione, eliminano il single point of failure e rendono molto più difficili furti e perdite accidentali.

Il controllo distribuito della custodia condivisa tra più persone o dispositivi è perfetto per aziende, famiglie, istituzioni e organizzazioni decentralizzate.

Il multisig è la soluzione ideale per proteggere grandi quantità di Bitcoin destinate alla custodia in cold storage a lungo termine.
Strumento chiave per l’eredità digitale, permette di pianificare il passaggio dei BTC agli eredi in modo sicuro, senza dover condividere in anticipo l’accesso completo.
Configurazioni personalizzabili come 2-of-3 o 3-of-5 offrono un buon compromesso tra sicurezza e praticità, ma vista la maggiore complessità richiedono più attenzione nella gestione.
Gli errori si pagano cari. Backup incompleti, scarsa documentazione o strumenti non compatibili possono bloccare i fondi o anche causarne la perdita.
È uno standard emergente per la custodia di alto livello. Dagli HODLer agli exchange, dalle DAO agli stati nazionali, chi custodisce BTC in modo professionale sta passando al multisig.
Tra le soluzioni più diffuse troviamo strumenti come Electrum, Sparrow, Specter, Caravan, BlueWallet, Nunchuk e Casa.

Cosa Sono i Wallet Multisignature e Come Funzionano:Un wallet multisignature (o wallet multifirma, spesso abbreviato in wallet multisig nella terminologia comune) è un portafoglio Bitcoin il cui utilizzo richiede più di una chiave privata per autorizzare le transazioni.

In un wallet standard “single-signature”, basta la firma crittografica generata da una sola chiave privata per spendere i fondi associati all’indirizzo.

Al contrario, in un multisig è possibile impostare una condizione per cui sono necessarie M firme su N chiavi disponibili (notazione detta M-of-N) per sbloccare i Bitcoin.

Ad esempio, un multisig 2-of-3 (2 su 3) avrà 3 chiavi private in totale, ma per effettuare una transazione serviranno le firme di almeno 2 di queste 3 chiavi.

Analogamente, si possono avere configurazioni come 3-of-5 (cinque chiavi totali, almeno tre firme richieste), 2-of-2 (due chiavi e ne servono entrambe per poter spendere), e così via.

Qui sotto vediamo un esempio di transazione con wallet 2-of-3 multisig: tre diverse chiavi (ad esempio su tre dispositivi hardware separati) e almeno due firme necessarie affinché la transazione Bitcoin sia valida.

La terza chiave può fungere da backup in caso una delle altre venga persa o diventi inaccessibile.

Questa caratteristica è resa possibile dal linguaggio di script di Bitcoin, che supporta in modo nativo le condizioni multi-firma fin dal 2012 (BIP-11).

In pratica, l’indirizzo Bitcoin di un wallet multisig incorpora uno script che specifica le chiavi pubbliche autorizzate e la soglia di firme richiesta (M). Storicamente questi script venivano utilizzati tramite indirizzi P2SH (Pay-to-Script-Hash) che iniziavano con il carattere 3 – molto comuni per i multisig legacy – con un limite massimo di 3 co-firmatari in origine.

Oggi, grazie a miglioramenti come SegWit, si utilizzano tipicamente indirizzi P2WSH (Pay-to-Witness-Script-Hash) nel formato Bech32 (iniziano con bc1q), che permettono di avere fino a 15 o addirittura 20 chiavi partecipanti in uno stesso wallet multisig.

Per un approfondimento dettagliato dei quattro tipi di indirizzi Bitcoin possiamo riferirci alla guida ‘Indirizzi Bitcoin – Tipi e Formati – Differenze e Compatibilità tra Legacy, SegWit e Taproot‘.

Questo consente configurazioni flessibili come ad esempio un 3-of-5 o 5-of-7, secondo le necessità dell’utente o dell’organizzazione.

Importante sottolineare che M-of-N è completamente configurabile: il parametro N (numero totale di chiavi) e M (numero di firme richieste) possono essere scelti per bilanciare sicurezza e praticità.

I setup più comuni nella pratica sono 2-of-3 e 3-of-5, perché offrono un buon compromesso tra robustezza e semplicità: con troppi pochi partecipanti si rischia ancora un punto di fallimento singolo (es. 2-of-2 sono pericolosi, perché basta perderne uno per perdere i fondi), mentre con troppi partecipanti (es. oltre 5) la gestione diventa molto complessa per l’utente medio.

In genere, avere una chiave in più rispetto a quelle necessarie (ad esempio 2-of-3, dove c’è 1 chiave di margine) offre un backup aggiuntivo: la perdita di una singola chiave non pregiudica l’accesso ai fondi, perché le restanti chiavi bastano comunque a sbloccarli.

Questa ridondanza aumenta la protezione contro smarrimenti accidentali, come approfondiremo nella sezione vantaggi.

Dal punto di vista del funzionamento interno, quando si crea un wallet multisig vengono generate o raccolte N chiavi pubbliche corrispondenti alle N chiavi private coinvolte (che possono essere detenute da persone diverse o su dispositivi differenti).

Tramite un particolare script di blocco (ad esempio usando l’operazione OP_CHECKMULTISIG nello script Bitcoin), si costruisce un indirizzo che rimane inutilizzabile fino a che non vengono fornite almeno M firme valide – ciascuna prodotta da una delle chiavi private autorizzate.

Quando si vuole effettuare una transazione da un indirizzo multisig, il processo tipico è il seguente: uno dei cofirmatari prepara la transazione e la firma con la propria chiave; quindi condivide la transazione parzialmente firmata (sotto forma di PSBT, Partially Signed Bitcoin Transaction) con gli altri cofirmatari; man mano gli altri aggiungono le proprie firme; appena si raggiunge la soglia M di firme, la transazione completa può essere trasmessa alla rete e sarà considerata valida.

Se invece non si ottengono abbastanza firme, la transazione non è valida e i fondi restano bloccati. Solo la cooperazione (o il consenso) di un numero sufficiente di chiavi private può muovere i fondi, rendendo di fatto inutile il furto o la compromissione di una singola chiave isolata

Vale la pena menzionare che esiste anche il concetto di “firma di soglia” (threshold signature), spesso citato quando si parla di multisig. Si tratta di un approccio crittografico avanzato in cui più partecipanti cooperano per generare una singola firma congiunta, invece di produrre firme distinte da aggregare nello script Bitcoin.

In pratica, tramite protocolli crittografici (come ad esempio MuSig2 basato su Schnorr) i partecipanti calcolano un’unica firma che appare come firma unica sulla blockchain, ma che in realtà richiede un quorum di parti per essere calcolata.

Il vantaggio delle firme di soglia è che, a differenza del multisig “classico” via script, l’output sulla blockchain è indistinguibile da una transazione standard: c’è un solo pubblico e una sola firma anche se dietro ci sono M partecipanti.

Ciò significa maggiore efficienza e privacy – le transazioni sono più piccole (meno dati da registrare, quindi commissioni più basse) e nessuno può dedurre on-chain che quel wallet richiedeva più firme o quante persone hanno approvato.

Tuttavia, le soluzioni a firme di soglia richiedono protocolli complessi di coordinamento off-chain e oggi (2025) non sono ancora comunemente integrate nei wallet consumer di Bitcoin per l’utente medio.

La stragrande maggioranza dei wallet multisig attualmente in uso si basa sulle script multisig tradizionali (P2SH/P2WSH) descritte sopra, mentre le firme di soglia sono oggetto di ricerca e implementazioni specifiche in ambito istituzionale o in alcuni servizi di custodia avanzati.

Per lo scopo di questo articolo, dunque, quando parliamo di wallet multisig ci riferiremo principalmente ai wallet basati su script multi-firma standard, tenendo presente che all’orizzonte esistono evoluzioni tecnologiche che potrebbero renderli ancora più efficienti in futuro.

Principali Wallet Multisig:Implementare un wallet multisig “a mano” usando gli script Bitcoin grezzi non è alla portata di tutti.

Fortunatamente sono emerse diverse soluzioni software e servizi che semplificano enormemente la creazione e gestione di wallet multisignature.

Possiamo grosso modo dividerli in due categorie principali:

  • Wallet multisig self-custody: soluzioni in cui l’utente mantiene il pieno controllo di tutte le chiavi.
    In pratica ci si affida a software (spesso open-source) per coordinare le firme, ma tutte le chiavi private sono generate e custodite dagli utenti stessi, su dispositivi di loro proprietà (spesso hardware wallet).
    Esempi: Electrum, Sparrow, Specter, Caravan, BlueWallet (vault multisig).
  • Wallet multisig a custodia collaborativa: soluzioni in cui una o più chiavi sono gestite da un servizio di terze parti di fiducia, in collaborazione con l’utente.
    Tipicamente adottano modelli 2-of-3: l’utente detiene una o due chiavi, mentre l’azienda custodisce un’altra chiave e fornisce assistenza (ad esempio firmando transazioni su richiesta o in caso di emergenza).
    In questo modo l’utente rimane co-custode (non c’è mai l’azienda da sola che può spendere i fondi), ma ha un “partner” che lo aiuta nella gestione e nel recupero.
    Esempi: Casa, Unchained Capital, Blockstream Green, Nunchuk.

Di seguito presentiamo una panoramica comparativa di alcuni tra i principali wallet multisig ad oggi, con le loro caratteristiche in breve:

Wallet / Servizio Tipo Descrizione e caratteristiche principali
Electrum (desktop) Self-custody (software) Storico wallet desktop (dal 2011) specializzato per Bitcoin. Supporta multisig personalizzati (fino a 15 co-firmatari), con pieno controllo delle chiavi da parte dell’utente. È leggero (utilizza SPV o server Electrum), open-source e compatibile con i principali hardware wallet. Interfaccia spartana ma ricca di funzionalità avanzate (es. coin control, RBF, Lightning). Adatto ad utenti esperti che cercano flessibilità e non richiede KYC.
Sparrow Wallet (desktop) Self-custody (software) Wallet desktop moderno e open-source, considerato un’alternativa user-friendly ad Electrum. Progettato per funzionare al meglio con un nodo Bitcoin personale per privacy, supporta multisig fino a 9-15 co-firmatari. Integra funzioni avanzate (PSBT, CoinJoin, coin control) con un’interfaccia grafica curata. Altamente compatibile con hardware wallet (favorisce Coldcard, ma supporta Ledger, Trezor etc.). Nessun coinvolgimento di terze parti (custodia totalmente nelle mani dell’utente).
Specter Desktop Self-custody (software + HW) Soluzione focalizzata sul multisig sviluppata da Specter Solutions (Crypto Advance GmbH). Consiste in un software desktop che si integra facilmente con più hardware wallet contemporaneamente, facilitando la creazione di wallet 2-of-3 o 3-of-5 utilizzando dispositivi diversi (es. un Ledger + un Trezor + un Coldcard). Supporta fino a 15 co-firmatari ed è compatibile con l’uso di un full node Bitcoin. Specter offre anche un proprio hardware wallet DIY (Specter DIY/Shield) per chi vuole costruirsi da sé un dispositivo firma-chiavi. Il focus è sulla massima sicurezza self-hosted: l’utente gestisce tutte le chiavi e può tenere il coordinatore (software) offline su un computer dedicato. Open-source e molto apprezzato dai Bitcoiner avanzati.
Caravan (Unchained) Self-custody (web tool) Applicazione web open-source creata da Unchained Capital. Caravan è un coordinatore multisig “stateless”, ovvero non custodisce nulla e non ha server lato Unchained: l’utente può scaricarlo ed eseguirlo in locale. Permette di creare e utilizzare wallet multisig fino a 7 firmatari, e viene spesso usato come tool di recovery universale per wallet multisig (può ricostruire transazioni multisig avendo gli xpub e le chiavi necessarie, ad esempio per recuperare fondi da un vault Unchained fuori dal loro sistema). Offre un’interfaccia semplice per firmare PSBT con diversi dispositivi. È trustless e gratuito, ma richiede un po’ più di competenze tecniche rispetto a soluzioni con GUI dedicata.
BlueWallet (mobile) Self-custody (mobile app) Popolare wallet mobile Bitcoin per iOS/Android. Oltre alle funzionalità base, offre la possibilità di creare Vault multisig su misura (l’app funge da coordinatore, mentre le chiavi possono risiedere su dispositivi differenti, inclusi hardware wallet). Supporta configurazioni comuni (2-of-3, 3-of-5) ed è compatibile con standard PSBT e hardware wallet via import/export. Ideale per chi vuole sperimentare multisig direttamente dallo smartphone con un’interfaccia intuitiva. Offre anche integrazione Lightning (non relativa al multisig) e la possibilità di connettersi a nodi personali per maggiore privacy. Nessun coinvolgimento di terze parti custodi, a parte l’utilizzo di servizi esterni opzionali come esploratori o nodi Electrum a scelta.
Nunchuk (desktop/mobile) Ibrido (self-custody o collaborativo) Wallet di nuova generazione disponibile su desktop e mobile. Supporta configurazioni multisig 2-of-3 e 3-of-5 in modalità self-custody, ma si distingue per la sua funzione di multisig multi-utente: consente infatti a più persone di gestire insieme un wallet multisig, coordinando le firme attraverso l’app (ad esempio membri di una famiglia o di un team). Inoltre, offre anche un servizio opzionale di custodia collaborativa: l’utente può invitare Nunchuk come co-firmatario di backup, utile per piani di eredità o per avere un aiuto in caso di smarrimento di una chiave. Non richiede KYC per l’uso base e sfrutta tecnologie moderne (descriptor wallet, PSBT, integrazione con node personalizzati e TOR). È una soluzione flessibile che può scalare da utente singolo a gruppo di utenti, con un occhio particolare alla user experience.
Casa (Keymaster) Collaborativo (servizio) Servizio specializzato in sicurezza Bitcoin, lanciato nel 2016. Offre wallet multisig non-custodial con un modello a tier: ad esempio 2-of-3 per il piano base gratuito, fino a 3-of-5 o addirittura 3-of-6 per i piani premium rivolti a chi detiene grandi patrimoni. La filosofia Casa è “seedless”: l’utente non deve gestire direttamente seed phrase, ma utilizza hardware wallet e l’app Casa, mentre Casa stessa conserva in modo sicuro le informazioni necessarie al recupero. In una configurazione tipica 3-of-5, ad esempio, l’utente tiene 3 chiavi su dispositivi diversi, Casa ne detiene 1 per assistere in caso di emergenza, e un’ulteriore chiave può essere affidata a un terzo di fiducia o tenuta in deposito sicuro. Non è richiesta KYC per i clienti (a differenza di altri servizi). Casa fornisce un’app mobile per firmare e coordinare le transazioni, notifiche e supporto dedicato h24, con l’obiettivo di rendere il multisig accessibile anche ai meno esperti, offrendo al contempo sicurezza “da bunker”. Supporta solo Bitcoin (recentemente Ethereum è stato aggiunto per chi lo usa, suscitando qualche critica tra puristi Bitcoin).
Unchained Capital (Vaults) Collaborativo (servizio) Società di servizi finanziari Bitcoin con sede in Texas, nota per i suoi vault multisig 2-of-3 e per i servizi associati (prestiti con collateral in BTC, trading OTC integrato, ecc.). In un Vault Unchained, l’utente detiene 2 chiavi su 3 (tipicamente su due hardware wallet distinti), mentre Unchained detiene la terza chiave come co-custode. Questo significa che Unchained non può mai spendere i fondi da sola, ma può co-firmare transazioni dietro richiesta/autorizzazione dell’utente – utile ad esempio se l’utente perde una delle sue due chiavi, l’azienda può aiutare combinando la propria firma con la chiave rimanente dell’utente per spostare i fondi verso un nuovo setup. Il servizio richiede registrazione e KYC (essendo un’entità regolamentata negli USA). Unchained offre un’app web per gestire il vault, pieno supporto ai principali hardware wallet (Ledger, Trezor, Coldcard) e ha rilasciato anche Caravan (sopra) per garantire che i clienti possano sempre recuperare i fondi in autonomia. È pensato per utenti che cercano una via di mezzo tra sicurezza fai-da-te e comodità/assistenza professionale, con un costo annuale per il servizio di custodia collaborativa e opzioni come la Concierge Onboarding (dove ti guidano passo passo nell’impostare il multisig e gestire l’eredità).
Oltre a quelli elencati, esistono altri wallet multisig degni di nota, come ad esempio Blockstream Green – wallet mobile che usa uno schema 2-of-2 (o opzionalmente 2-of-3) dove Blockstream co-firma ogni transazione con autenticazione a due fattori, pensato per l’uso quotidiano con sicurezza aggiuntiva – oppure soluzioni di custodia per aziende come BitGo, che fornisce infrastruttura multisig 2-of-3 a molte piattaforme crypto.
Nel panorama in evoluzione, nuovi strumenti continuano ad emergere, ma i nomi sopra coprono le opzioni più utilizzate tra gli appassionati di Bitcoin al dettaglio.

Come si evince dalla tabella, ogni soluzione ha un approccio leggermente diverso. I wallet self-custody come Electrum, Sparrow o Specter offrono la massima sovranità e privacy, al prezzo di una maggiore complessità tecnica (l’utente è l’unico responsabile di generare, salvare e proteggere tutte le chiavi e configurare correttamente il wallet).

D’altro canto, i servizi collaborativi come Casa e Unchained cercano di semplificare l’esperienza fornendo supporto e backup assistito, riducendo il carico sull’utente ma introducendo un elemento di fiducia (seppur limitata, poiché nessun servizio ha mai accesso completo ai fondi senza l’utente) e di rischio (se la compagnia va gambe all’aria).

Una differenza importante da notare è che nei wallet collaborativi spesso viene chiesto di fornire alcune informazioni personali (procedura KYC) e c’è un costo per il servizio, mentre nelle soluzioni DIY open-source non c’è nessun requisito di registrazione: si scarica il software e si crea il multisig in totale autonomia, con totale anonimato e gratuità (a parte i costi degli eventuali dispositivi hardware).

Ad esempio, Unchained richiede KYC e ha un fee annuale per i suoi vault, mentre Casa offre no KYC per i suoi clienti ma i piani più avanzati hanno costi significativi.

In generale, la scelta del wallet multisig dipende dall’equilibrio tra sicurezza, fiducia e usabilità che si desidera. Nella prossima sezione vedremo in quali scenari pratici l’uso di un multisig è particolarmente utile, il che aiuterà a capire quale tipo di soluzione possa essere più adatta alle proprie esigenze.

Applicazioni:Chi dovrebbe prendere in considerazione un wallet multisignature? In quali situazioni questa tecnologia offre benefici concreti rispetto a un normale wallet a chiave singola?

Di seguito passiamo in rassegna alcuni dei principali casi d’uso dei multisig Bitcoin, dai singoli utenti alle organizzazioni complesse.

Sicurezza personale di utenti individuali (HODLer)

Il caso d’uso forse più comune, e quello che attira molti appassionati, è l’autocustodia rafforzata dei propri risparmi in Bitcoin. Un utente individuale che detiene una quantità significativa di BTC per il lungo termine (il classico HODLer) può usare un wallet multisig per proteggersi sia da attacchi esterni che da eventi sfortunati.

Ad esempio, un singolo utente potrebbe creare un multisig 2-of-3 distribuendo le 3 chiavi su: un hardware wallet conservato a casa, un secondo hardware wallet conservato in cassaforte in un altro luogo (es. in ufficio o da un parente di fiducia), e una terza chiave sotto forma di seed phrase crittografata depositata presso una cassetta di sicurezza bancaria.

In questo modo, un ladro che entrasse in casa e rubasse il primo dispositivo non potrebbe comunque spendere i fondi da solo, perché gli mancherebbe una seconda firma.

Allo stesso tempo, se uno dei dispositivi o backup venisse distrutto (incendio, alluvione, smarrimento), l’utente potrebbe ancora recuperare i Bitcoin usando le altre due chiavi rimaste.

Questa configurazione elimina i singoli punti di vulnerabilità: nemmeno un malware sul PC o la compromissione di una singola seed phrase metterebbe immediatamente a repentaglio i fondi senza ulteriori misure di sicurezza violate.

In sostanza, per l’utente individuale molto accorto, il multisig offre sicurezza di livello “banca” pur rimanendo nell’ambito dell’autocustodia.

È la scelta ideale per chi detiene un patrimonio considerevole in BTC e vuole dormire sonni tranquilli sapendo che un singolo evento avverso non gli farà perdere tutto.

Va detto che implementare correttamente un multisig richiede disciplina: l’utente deve gestire più dispositivi, fare diverse copie di backup e custodirle in luoghi separati, documentare la configurazione (es. quali chiavi corrispondono a quali xpub, ecc.) magari offline, e testare periodicamente il procedimento di firma.

È un onere in più rispetto ad un semplice hardware wallet singolo, ma che in molti ritengono valga la pena per mettere in “cassaforte” i propri Bitcoin.

Alcuni appassionati, inoltre, apprezzano la totale sovranità: con un multisig self-managed sanno che nessun altro al mondo ha accesso o può congelare i loro fondi, neanche in teoria.

Coppie, famiglie o soci: custodia condivisa e fiduciaria

Un altro scenario è l’uso del multisig per condividere l’accesso a dei fondi tra più persone di fiducia. Pensiamo ad esempio a una coppia sposata o a una famiglia che possiede Bitcoin come patrimonio comune: un wallet 1-of-2 (due chiavi di cui basta una firma) potrebbe essere usato per far sì che sia il marito che la moglie possano spendere indipendentemente, ma questo non offre vantaggi significativi di sicurezza rispetto a un wallet singolo (anzi, peggiora la sicurezza perché basta che uno dei due venga compromesso).

Invece, una coppia potrebbe impostare un 2-of-2 per il conto comune, cosicché entrambe le firme siano sempre necessarie: questo garantisce che nessuno dei due, individualmente, possa spendere i fondi senza l’approvazione dell’altro – utile magari per introdurre un principio di doppio controllo nelle spese importanti.

Oppure, più flessibile, un 2-of-3 dove due chiavi sono detenute dai coniugi e una terza chiave di backup è affidata a un notaio o a un parente stretto: i due coniugi normalmente firmano insieme (2 su 3), ma se uno dovesse venire meno (o perdere la propria chiave), il terzo soggetto può intervenire con la sua firma per permettere all’altro di recuperare i fondi.

Analogamente, soci in affari o co-proprietari di un’azienda piccola possono usare un multisig per il fondo comune, in modo che nessun socio da solo possa fuggire col denaro senza consenso degli altri.

Ad esempio, tre amici che avviano un’attività potrebbero mettere i Bitcoin societari in un 2-of-3 condiviso: ciò richiede che almeno due su tre approvino ogni pagamento, garantendo onestà reciproca.

Questo tipo di custodia condivisa rinforza la fiducia all’interno di gruppi ristretti: anche se c’è confidenza personale, avere un multisig formalizza la cooperazione e rende matematicamente impossibile per uno solo prendere decisioni unilaterali sui fondi comuni.

Inoltre, in caso qualcuno perda accesso alla propria chiave, gli altri possono comunque agire per recuperare i bitcoin (se la soglia M lo consente), evitando che i fondi restino congelati.

Molte famiglie benestanti iniziano ad esplorare queste soluzioni per proteggere il patrimonio in BTC e al contempo educare i membri all’uso sicuro: ad esempio un genitore esperto che configura un multisig insieme al figlio neofita per insegnargli gradualmente a gestire una chiave in sicurezza senza dargli subito pieno accesso ai fondi.

Aziende, istituzioni e tesorerie corporate

Per organizzazioni più grandi – come aziende, fondi di investimento, enti pubblici o fondazioni – i wallet multisig sono praticamente un must quando si tratta di custodire Bitcoin.

In un contesto aziendale, avere asset digitali controllati da una singola persona espone a rischi inaccettabili: furto interno, errori umani, o semplicemente la possibilità che il custode unico diventi irreperibile (si pensi a un CFO che lascia l’azienda improvvisamente, portando via l’accesso ai fondi).

Implementando un multisig, un’azienda può stabilire una governance chiara sulle proprie riserve di Bitcoin, simile alle firme congiunte necessarie per movimentare fondi su conti bancari corporate.

Ad esempio, una società può decidere che per spostare i BTC della tesoreria servano 3 firme su 5, coinvolgendo magari il CEO, il CFO e l’ufficio legale (ognuno detiene una chiave), più due backup custoditi in modalità sicura. In questo modo, nessun singolo dirigente può muovere fondi da solo e c’è sempre necessità di un consenso interno minimo.

Per somme considerevoli, si possono implementare anche schemi 4-of-6 o simili, a seconda del numero di stakeholder autorizzati. Eliminare i single point of failure è un prerequisito per la sicurezza istituzionale: questo concetto è sottolineato da esperti di custodia che considerano inaccettabile, per un’istituzione, qualsiasi modello che preveda che la perdita di un singolo elemento porti alla perdita definitiva di fondi.

La soglia multisig soddisfa proprio questo requisito: solo un sottoinsieme prestabilito di componenti (chiavi) deve cooperare, e la perdita di un singolo componente non è letale.

Un altro aspetto cruciale per le aziende è il controllo e l’audit trail. Con un multisig distribuito tra più reparti o persone, ogni transazione richiede un processo di approvazione multipla, il che migliora la sicurezza ma anche la trasparenza interna.

Ovviamente, questo va bilanciato con la capacità operativa: troppe firme richieste possono rallentare e complicare i movimenti, quindi spesso si opta per soglie moderate (es. 2-of-3 o 3-of-5).

In ogni caso, per un’azienda la protezione multi-firma riduce drammaticamente il rischio di frodi o errori isolati. Non a caso, molte delle soluzioni enterprise di custodia di Bitcoin (come ad esempio i servizi di BitGo) utilizzano architetture multisig 2-of-3: tipicamente una chiave è tenuta dall’azienda cliente, una dal custode di terza parte, e una terza chiave di emergenza viene conservata offline in un vault.

Anche enti pubblici che detengono criptovalute (come nel caso di tesorerie statali o fondi sovrani in Bitcoin) molto probabilmente usano multisig con funzionari diversi detentori di parti delle chiavi, per evitare che il controllo sia concentrato.

Un esempio noto è il sidechain Liquid di Blockstream, dove la validazione delle transazioni della rete è affidata a una federazione di parti diverse in un multisig 11-of-15 – un modello concettualmente simile a come potrebbe organizzarsi una banca centrale: solo 11 su 15 entità insieme possono “firmare” i blocchi.

In sintesi, ovunque ci sia una struttura organizzativa formale e la necessità di controlli incrociati e sicurezza a livello istituzionale, i multisig sono la scelta naturale per custodire Bitcoin in modo sicuro e con governance integrata.

Pianificazione dell’eredità digitale (Bitcoin inheritance)

Uno degli ambiti in cui i multisig stanno guadagnando attenzione è la trasmissione ereditaria dei Bitcoin.

Domandarsi “cosa succederà ai miei BTC se dovessi mancare improvvisamente?” è fondamentale, dato che per loro natura le criptovalute non lasciano spazio a recuperi centralizzati: se solo il titolare conosce la chiave, alla sua scomparsa i fondi possono diventare irrecuperabili.

Un setup multisig ben congegnato può offrire una soluzione elegante al problema. Ad esempio, una persona potrebbe predisporre un wallet 2-of-3 dove lei detiene due chiavi (su dispositivi diversi) e un erede di fiducia detiene la terza. Finché il titolare è in vita, può fare transazioni usando le sue 2 chiavi, senza coinvolgere nessuno.

Ma in caso di decesso o incapacità, l’erede (che possiede una delle chiavi) potrà combinare la propria firma con una delle chiavi rimaste del deceduto per ottenere le 2 firme necessarie – magari con l’aiuto di un avvocato o esecutore testamentario a cui sono state lasciate istruzioni su dove recuperare la seconda chiave o la seed phrase di backup.

In pratica, l’erede da solo non può accedere ai fondi finché il titolare è vivo (perché ha solo 1 su 3 chiavi), ma se il titolare viene a mancare l’erede può ottenere il controllo recuperando una delle altre chiavi (che il titolare avrà predisposto per questo scenario).

Questo schema può essere esteso: es. un 3-of-5 dove i figli e la coniuge possiedono ciascuno una chiave e magari due chiavi sono custodite da uno studio legale.

Il multisig permette di costruire una sorta di “testamento crittografico”, evitando che il patrimonio digitale resti bloccato.

Servizi come Casa o Unchained puntano molto su questa utilità: offrono guide e piani dedicati proprio per l’inheritance planning con wallet multisig, talvolta mettendo a disposizione un co-custode che alla morte dell’utente aiuti gli eredi nel recupero (un caso di collaborative custody pensato specificamente per la continuità generazionale).

Un esempio concreto: la società Swan Bitcoin propone un servizio in cui il cliente ha 2 hardware wallet (2 chiavi) e Swan funge da terzo firmatario in cloud. In caso di decesso, Swan interviene con la propria firma e assiste gli eredi nel reperire almeno una delle due chiavi rimaste, garantendo l’accesso ai BTC di famiglia.

Naturalmente, pianificare un’eredità multi-firma richiede molta attenzione: bisogna assicurarsi che gli eredi abbiano istruzioni chiare su come ottenere le chiavi necessarie (e che abbiano le competenze o l’assistenza per usarle), e al contempo non mettere queste informazioni in mano a qualcuno prima del tempo (si pensi all’eventualità di un parente disonesto che con troppi dettagli riesca ad impossessarsi dei fondi anticipatamente).

Ma nel complesso, un multisig offre ridondanza e flessibilità ideali per tramandare i propri Bitcoin: diversamente da un wallet single-key, dove di solito l’unica opzione è consegnare la seed phrase a qualcuno (con i rischi che ciò comporta), qui si può distribuire la conoscenza tra più parti in modo che serva una combinazione concordata.

Ciò previene sia la perdita accidentale (se un erede smarrisce la busta con le frasi seed, ce ne sono altre) sia l’abuso (nessuno da solo può “saltare” il resto della famiglia e impadronirsi di tutto).

Per chi ha accumulato Bitcoin pensando al lungo termine, il discorso ereditario è cruciale, e un setup multisig ben studiato è uno strumento potente per garantire che i propri figli e nipoti possano davvero beneficiare di questa ricchezza.

Organizzazioni decentralizzate (DAO) e progetti comunitari

Sebbene i Bitcoin non abbiano smart contract complessi come Ethereum per creare DAO (Decentralized Autonomous Organizations) on-chain, esistono comunque contesti in cui comunità decentralizzate utilizzano multisig come meccanismo di governo collettivo di fondi.

Ad esempio, gruppi di sviluppatori o community Bitcoin possono raccogliere donazioni in un indirizzo multisig controllato da rappresentanti eletti della comunità, richiedendo magari 3-of-5 firme per utilizzare quei fondi.

Questo garantisce che i Bitcoin raccolti vengano spesi solo con l’accordo di una maggioranza del team, fornendo trasparenza e fiducia agli aderenti.

Un caso pratico è il finanziamento di progetti open-source in ambito Bitcoin: spesso le donazioni vengono messe in un wallet multisig gestito da più persone (per evitare che un singolo possa scappare coi fondi o usarli impropriamente).

Ad esempio, il core developer Wladimir van der Laan gestiva un wallet multisig con altri sviluppatori per le donazioni al progetto Bitcoin Core.

Ancora, i multisig sono fondamentali per i sistemi di escrow trustless in applicazioni decentralizzate: un marketplace P2P come Hodl Hodl utilizza un indirizzo multisig 2-of-3 per ogni trade, dove acquirente e venditore sono co-firmatari e la piattaforma trattiene la terza chiave come arbitro. 

Solo due firme su tre permettono di sbloccare i fondi: se la compravendita fila liscia, acquirente e venditore firmano (escludendo l’intermediario), mentre in caso di disputa interviene l’arbitro (piattaforma) insieme a una delle due parti per risolvere.

Questo modello consente di creare servizi senza custodire centralmente le criptovalute degli utenti, aumentando la decentralizzazione e riducendo il rischio di truffe.

In generale quindi, ogni volta che un gruppo distribuito di persone – che magari non si conoscono perfettamente o vogliono un sistema di controllo reciproco – deve gestire fondi Bitcoin in modo cooperativo, i multisig offrono uno strumento semplice e robusto per farlo.

Non servono smart contract complessi: la logica sociale (decidere insieme come spendere) viene semplicemente fatta rispettare dalla logica crittografica del multisig, che impedirà transazioni non autorizzate dalla maggioranza predeterminata.

Questo può valere per piccole DAO focalizzate su Bitcoin, per comitati decentralizzati, o anche per iniziative filantropiche dove più garanti vogliono supervisionare l’uso dei fondi di beneficenza.

In definitiva, se c’è bisogno di fiducia distribuita in assenza di un’autorità centrale, i wallet multisignature sono spesso la soluzione più pratica ed efficace nel mondo Bitcoin.

Vantaggi:Utilizzare un wallet multisignature offre una serie di vantaggi significativi in termini di sicurezza e flessibilità rispetto ai wallet tradizionali. Riassumiamo di seguito i principali benefici:

  • Sicurezza molto più elevata: Il vantaggio più ovvio è la maggiore resilienza contro furti e compromissioni. Un attaccante dovrebbe ottenere più chiavi contemporaneamente per rubare i fondi, cosa estremamente difficile se le chiavi sono ben distribuite (es. su dispositivi e luoghi diversi). Questo mette al riparo da gran parte dei comuni vettori di attacco: un malware che infetta il PC e ruba una chiave non basta a svuotare il wallet; un ladro che trovi il tuo seed backup non può fare nulla senza le altre; persino se qualcuno ti costringesse a rivelare la tua passphrase, non avrebbe comunque accesso ai coin senza la cooperazione di altri firmatari. Insomma, il rischio di un singolo punto di fallimento viene eliminato, rendendo il tuo wallet “forte quanto il suo anello più robusto” (e non debole quanto quello più debole, come avviene col single-sig).

  • Riduzione del rischio di perdita accidentale: In un setup multi-firma con ridondanza (ad esempio un 2-of-3, 3-of-5, ecc.), la perdita di una singola chiave non comporta la perdita dei fondi. Puoi perdere un dispositivo hardware, o dimenticare una passphrase, e comunque recuperare i BTC usando le altre chiavi restanti. Questo è un enorme vantaggio in termini di backup: il wallet diventa più simile a un sistema con copie di sicurezza distribuite. Ovviamente bisogna prestare attenzione, perché se ne perdi troppe (più di n – m) allora sì rischi di non poter più ricostruire la soglia di firme richiesta. Ma con un giusto margine, il multisig offre tolleranza agli incidenti: un errore umano o una disgrazia non ti costa immediatamente l’intero patrimonio.

  • Protezione dalle frodi interne e abusi: Per chi condivide la custodia con altri (aziende, gruppi, coppie ecc.), il multisig garantisce che nessun singolo attore possa agire senza consenso. Questo previene appropriazioni indebite, spese non autorizzate o “colpi di testa” di un custode unico. È un livello di controllo che imita nella sfera crittografica il principio della firma congiunta utilizzato da sempre in contesti fiduciari (es: due firme per prelevare dal conto aziendale). La matematica elimina la necessità di fiducia: se non hai abbastanza firme, non spendi.

  • Flessibilità e personalizzazione: I wallet multisig sono altamente configurabili. Si può scegliere la combinazione M-of-N più adatta alle proprie esigenze di sicurezza e praticità: da un semplice 2-of-3 per iniziare, fino a schemi più complessi come 3-of-5 o 5-of-7 per situazioni che lo richiedono. Come abbiamo visto, le implementazioni software attuali supportano fino a 15 co-firmatari (limite massimo standard su Bitcoin), il che permette di modellare praticamente qualsiasi esigenza, da quella del singolo paranoico fino alla multinazionale con board di direttori. Questa flessibilità è un vantaggio: il multisig può essere minimale o ridondante a piacere, a seconda che si privilegi più la sicurezza o la comodità.

  • Uso di dispositivi multipli e diversificazione: Nei setup multisig è comune utilizzare diversi hardware wallet di produttori differenti per le varie chiavi. Ad esempio uno Ledger + uno Trezor + uno Coldcard in un 2-of-3. Ciò ha un duplice vantaggio: (1) riduce la probabilità di bug o vulnerabilità catastrofiche, perché per rubare i fondi dovrebbe esserci una falla in tutti i dispositivi usati simultaneamente (scenario altamente improbabile se sono di brand diversi); (2) diversifica il rischio di difetti di fabbricazione o errori umani – se sbagli qualcosa su un dispositivo (es. malfunzionamento, PIN dimenticato), gli altri sono indipendenti. Inoltre, usare hardware wallet non è obbligatorio ma fortemente consigliato: un multisig con chiavi su dispositivi offline fornisce sia la protezione dell’isolamento fisico sia quella della molteplicità. In breve, il multisig ti consente di mettere in sinergia più livelli di sicurezza (ad esempio combinare biometria, PIN, passphrase su device diversi) in un unico schema coeso.

  • Possibilità di custodia collaborativa (con servizio): Alcuni potrebbero vedere questo come un vantaggio, altri come un compromesso, ma va menzionato: grazie al multisig esistono servizi in cui puoi avere aiuto professionale senza cedere il controllo completo dei fondi. Ad esempio, con Unchained o Casa, hai qualcuno che detiene una chiave di backup e ti può guidare in caso di emergenza, ma quella parte non può muovere i tuoi BTC da sola. Questo approccio “ibrido” è un vantaggio per chi vuole sicurezza massima ma non si sente in grado di gestire tutto da solo: è un po’ come avere una banca che però non può rubarti i soldi – può solo aiutarti a custodirli. Inoltre, in ottica di eredità, avere un partner fidato come co-firmatario può semplificare il passaggio generazionale (l’abbiamo visto nella sezione precedente). 

  • Migliore privacy (in alcuni casi avanzati): Di per sé, una transazione multisig on-chain è distinguibile e anzi un po’ meno privata (perché rivela il numero di firme richieste). Tuttavia, con l’avvento di Taproot e delle firme di soglia, i multisig possono diventare indistinguibili dalle normali transazioni, migliorando la privacy. Già oggi, uno schema multisig può essere strutturato per mascherare le condizioni: ad esempio, utilizzando Taproot si potrebbe combinare un multisig con un percorso di firma alternativa in modo che sulla blockchain tipicamente si veda solo una firma singola (grazie all’aggregazione Schnorr), e solo in caso di necessità particolari si rivelino le condizioni multisig interne. 

Riassumendo, il multisig innalza notevolmente l’asticella per qualunque minaccia – sia essa un ladro, un hacker remoto, un disastro o un errore umano – e fornisce strumenti di controllo che rispecchiano esigenze reali (backup, firme congiunte, approvazioni multiple) nel mondo finanziario.

Come spesso accade, questa sicurezza aggiuntiva viene al costo di una maggiore complessità.

Nella prossima sezione analizzeremo infatti i limiti e gli svantaggi da tenere in conto prima di tuffarsi nell’uso dei wallet multi-firma.

Svantaggi e Limiti:Non esistono soluzioni perfette nella sicurezza informatica: i wallet multisignature, pur offrendo grandi benefici, comportano anche sfide e compromessi che è importante valutare.

Ecco i principali svantaggi e limiti dei multisig Bitcoin:

  • Maggiore complessità operativa: Il multisig è intrinsecamente più complesso di un wallet standard. Significa gestire più chiavi, più dispositivi, e coordinare processi di firma multipli per ogni transazione. L’impostazione iniziale può essere macchinosa e l’uso quotidiano è meno immediato – ad esempio, per spendere devi magari accendere due hardware wallet separati e fare più passaggi di firma. Questa complessità aumenta le possibilità di errore umano. Per questo di solito si raccomanda multisig solo a chi è disposto a investire tempo per comprenderlo e gestirlo in modo diligente.

  • Difficoltà di gestione delle chiavi e del backup: Avere N chiavi significa dover mettere in sicurezza N seed (o file) di backup. Ad esempio, con un 3-of-5 potresti ritrovarti con 5 seed phrase cartacee da nascondere in 5 posti diversi, assicurandoti che ognuna resti segreta e intatta negli anni. Questo può diventare logisticamente impegnativo. Ogni nuova chiave è un nuovo materiale sensibile da proteggere. Inoltre, se per errore perdi troppi backup o li conservi male, rischi di perdere l’accesso (es: in un 3-of-5, perdere 3 seed su 5 = addio fondi). La gestione dei backup multi-chiave richiede quindi estrema attenzione, perché c’è da tenere traccia di più elementi. 

  • Minore compatibilità con servizi e wallet terzi: Sebbene la situazione sia migliorata, non tutti i servizi Bitcoin supportano senza problemi gli indirizzi multisig. Ad esempio, alcune piattaforme di exchange o servizi di pagamento potrebbero avere restrizioni su depositi/withdrawal verso indirizzi multisignature. Anche molti wallet non hanno funzioni per importare o coordinare multisig. Questo significa che usare un multisig può rendere più complicata l’interazione con l’ecosistema esterno: potresti dover spostare i fondi in un single-sig temporaneo per usare certi servizi. Fortunatamente, con l’adozione degli standard PSBT e output descriptor, l’interoperabilità è migliorata, ma resta il fatto che un setup multisig è meno portabile: non basta memorizzare 12 parole per ricrearlo altrove; serve avere le xpub di ogni cofirmatario e i dettagli dello script. Insomma, sei un po’ vincolato agli strumenti con cui lo hai creato (per questo è consigliato scegliere soluzioni ampiamente supportate e testarle).

  • Commissioni di transazione leggermente superiori: Le transazioni da indirizzi multisig tradizionali occupano più byte su blockchain, perché devono includere più chiavi pubbliche e più firme nello script di spesa. Ad esempio, una spesa da un 2-of-3 P2WSH comporta l’inclusione di 3 pubkey e 2 firme, anziché 1 pubkey e 1 firma di un normale single-sig P2WPKH. Questo significa che la dimensione in byte della transazione è maggiore, e dunque a parità di sats/vByte pagati, la fee totale sarà più alta rispetto a una transazione semplice. La differenza non è enorme in termini monetari (nell’ordine di pochi euro in più), ma esiste. Inoltre, se si utilizzano script complessi o molti cofirmatari, la transazione può superare i limiti standard di dimensione e dover pagare una fee proporzionale. Con l’uso di Taproot in futuro questo si attenuerà (più firme possono essere aggregate), ma allo stato attuale il multisig è leggermente meno efficiente on-chain.  Spesso comunque i multisig sono impiegati per cold storage (pochi movimenti, grandi importi), quindi il problema delle fee è marginale rispetto alla sicurezza guadagnata.

  • Tempi e comodità: Legato alla complessità c’è l’aspetto pratico. Fare operazioni con un multisig richiede tempo e coordinamento. Se hai un cosigner remoto, devi contattarlo per fargli firmare. Se le chiavi sono in luoghi diversi, magari devi fisicamente spostarti. Dimentica la rapidità di spendere dal telefono in pochi tap: un multisig non è adatto per spese frequenti o rapide. È ottimo per un “conto deposito” dove tieni i risparmi e raramente li muovi, mentre come wallet quotidiano è improponibile. Di conseguenza introduce una certa rigidità: devi pianificare le transazioni con anticipo e assicurarti che tutti i firmatari (o dispositivi) necessari siano disponibili. In casi di emergenza, potresti trovarti impacciato se uno dei cofirmatari non è raggiungibile immediatamente. Questo non è un vero difetto, è il rovescio della medaglia della sicurezza: però va considerato che la user experience è meno immediata e qualche utente potrebbe trovarla frustrante.

  • Supporto tecnico e conoscenza: Il multisig è ancora considerato un tema “da esperti” nel mondo crypto. Di conseguenza, trovare supporto o informazioni a volte può essere più difficile. La documentazione per wallet multisig (soprattutto fai-da-te) può essere scarsa o troppo tecnica. Se qualcosa va storto, non c’è la classica procedura di recovery facile. Bisogna sapersi destreggiare con concetti come derivation path, xpub e PSBT. Questo è uno svantaggio perché la curva di apprendimento è ripida. In generale, chi utilizza multisig dovrebbe essere abbastanza competente o disposto a diventarlo, altrimenti rischia di affidarsi a procedure che non comprende a fondo (il che può portare a errori).

  • Possibili vulnerabilità di implementazione: Anche se il concetto di multisig è robusto, ci possono essere bug nei software che lo implementano. Ad esempio in passato c’è stato un bug sulla funzione OP_CHECKMULTISIG (lo off-by-one bug risolto comunque nel 2012). O più di recente, errori nella gestione dei descriptor o compatibilità tra wallet diversi che potevano portare a malintesi (ad esempio la vicenda di Electrum e l’impostazione di segwit multisig con script diversi). Se ci si affida a software non ben collaudati, si corre il rischio che un difetto software comprometta la configurazione multisig. Per fortuna le soluzioni principali oggi sono mature, ma rimane sempre valido il consiglio: testare a fondo il setup con piccole somme prima di fidarsi completamente, così da scoprire eventuali incompatibilità o problemi.

  • Coordinazione sociale necessaria: Nei contesti multiutente, il multisig risolve la fiducia tecnica ma non elimina potenziali conflitti sociali. Ad esempio, se hai un 2-of-3 con due soci e litigate, magari l’altro si rifiuta di firmare rendendo difficile usare i fondi (soprattutto se non c’è un terzo mediatore). Oppure in ambito ereditario, se due fratelli eredi hanno un 2-of-3 e non vanno d’accordo, potrebbero bloccare i fondi in uno stallo decisionale. Insomma, l’aspetto umano rimane: il multisig in sé impedisce il comportamento scorretto di uno solo, ma se gli attori non collaborano affatto si può arrivare a una situazione di impasse. Questo è un limite intrinseco: la sicurezza multi-firma presume comunque una certa cooperazione tra le parti oneste. Per mitigare, spesso si aggiunge una chiave neutrale (notaio, arbitro) proprio per sbloccare situazioni di disaccordo, ma ciò reintroduce un po’ di fiducia esterna.

Come vediamo, i multisig non sono la soluzione magica per tutti. Introducono complessità e responsabilità aggiuntive. Infatti, molti esperti sottolineano che per la maggior parte delle persone un buon hardware wallet single-sig, con backup del seed ben custodito, è più che sufficiente e molto più semplice da gestire.

Bisogna quindi valutare attentamente il rapporto costo/beneficio: se stiamo parlando di proteggere un quantitativo di Bitcoin davvero rilevante, o se la situazione richiede esplicitamente firme distribuite, allora gli svantaggi diventano accettabili a fronte della sicurezza guadagnata.

Ma se uno ha a che fare con piccole somme o non è sicuro di saper gestire la complessità, il multisig potrebbe fare più male che bene (rischio di auto-sabotarsi). 

Esempi:Dopo aver discusso teoria, pro e contro, può essere utile dare uno sguardo ad alcuni casi reali di implementazione di wallet multisignature nel mondo Bitcoin.

Questi esempi aiuteranno a capire come la multi-firma viene effettivamente utilizzata nella pratica:

  • Cold wallet di exchange (Bitfinex): Uno degli esempi più citati è il cold storage dell’exchange Bitfinex. La piattaforma custodisce la maggior parte dei fondi dei clienti in un singolo indirizzo multisig 3-of-6: ben 6 chiavi in mano a persone diverse (o entità di sicurezza), di cui almeno 3 devono firmare per movimentare i Bitcoin. Questo indirizzo è noto pubblicamente e conteneva già nel 2017 circa 141.000 BTC (diversi miliardi di dollari di controvalore). L’uso di 3-of-6 garantisce che nessun singolo amministratore o dipendente possa spostare i fondi; anche in caso di compromissione di più chiavi, servirebbe comunque la maggioranza. Presumibilmente le chiavi sono dislocate in diverse località geografiche e custodite con misure di sicurezza estreme. Bitfinex fu uno dei primi exchange ad adottare multisig su larga scala dopo l’hack di 119,756 BTC subito nel 2016 sul loro hot wallet, che all’epoca non era multisig. Da allora questo modello è diventato lo standard per gli exchange seri: anche se i dettagli sono spesso riservati, molte piattaforme dichiarano di usare custodie multi-firma per i cold wallet, spesso ricorrendo a custodi istituzionali (es. Coinbase Custody, BitGo, Fireblocks) che operano con schemi a 3 chiavi.

  • Piattaforme di escrow P2P (Hodl Hodl): Come accennato, il marketplace non-custodial Hodl Hodl consente scambi peer-to-peer di Bitcoin utilizzando un multisig 2-of-3 come garanzia. Funziona così: acquirente e venditore generano un indirizzo multisig a 3 chiavi (una chiave ciascuno più quella di Hodl Hodl). L’acquirente deposita i BTC su questo indirizzo. A transazione conclusa positivamente, acquirente e venditore firmano congiuntamente per rilasciare i fondi al venditore (Hodl Hodl non interviene neppure). In caso di disputa, Hodl Hodl può arbitrare firmando con una delle due parti oneste per sbloccare i coin nella direzione corretta. Questo modello sfrutta brillantemente il multisig per creare una fiducia decentralizzata: la piattaforma non tiene mai in custodia i BTC, ma ha comunque la possibilità di risolvere dispute. L’utente dal canto suo ha la prova on-chain che i fondi sono in un indirizzo di cui lui stesso è cofirmatario, quindi non deve “fidarsi” a occhi chiusi. Hodl Hodl è un caso emblematico di come i multisig abilitino modelli di business innovativi nel mondo crypto.

  • Collaborative custody per clienti retail (Casa e Unchained): I servizi come Casa e Unchained, già descritti, sono esempi concreti di implementazione multisig al servizio dell’utente finale. Casa ad esempio utilizza per il suo prodotto Keymaster Gold un 2-of-3 (utente ha 2 chiavi su hardware wallet diversi, Casa tiene 1 chiave) e per il livello Platinum/Diamond un 3-of-5 o 3-of-6 (utente possiede 3 dispositivi, Casa 1, e un’altra chiave è affidata tipicamente a un terzo es. avvocato). In questi casi pratici, gli utenti interagiscono con un’app che si occupa di orchestrare le firme, e quasi non si rendono conto della complessità sottostante: vedono solo che per confermare una transazione devono connettere due dei loro hardware wallet, mentre Casa in background fornisce l’ultima firma se e quando necessario. Unchained Capital, dal canto suo, implementa un 2-of-3 dove il cliente detiene due chiavi. Nella pratica quotidiana, il cliente può firmare le proprie transazioni con i suoi due dispositivi senza bisogno di Unchained; tuttavia, se perde uno dei due dispositivi, può rivolgersi ad Unchained che, con la sua chiave di riserva, co-firma insieme all’unica chiave rimasta al cliente per spostare i fondi verso un nuovo wallet (magari un nuovo 2-of-3). In aggiunta, Unchained offre un servizio di Concierge Onboarding in cui un esperto guida passo passo l’utente nell’impostare il multisig (configurare due hardware wallet, creare il vault, ecc.) e conserva anche copie crittografate dei file di configurazione, aiutando a mitigare il rischio che l’utente perda le informazioni vitali. Questi esempi mostrano come il multisig sia usato commercialmente per offrire soluzioni di custodia robuste: di fatto stanno creando una “banca personale” dove però la banca non può muovere soldi senza il cliente. È un nuovo paradigma di sicurezza condivisa, reso possibile dalle firme multiple.

  • Federazioni e sidechain (Liquid Network): Il già citato Liquid di Blockstream è un esempio su scala di protocollo: Liquid è una sidechain federata di Bitcoin, usata principalmente per scambi veloci tra exchange. La federazione Liquid è composta da 15 nodi (membri di varie aziende) che gestiscono il blocco delle monete in ingresso e l’emissione di asset sulla sidechain. Questo avviene tramite un gigantesco wallet multisig 11-of-15: quando i Bitcoin vengono “spostati” su Liquid, in realtà vengono bloccati in un indirizzo multisig su Bitcoin che richiede 11 firme su 15 (da 15 entità diverse sparse nel mondo) per poter essere speso. Solo con quell’11-of-15 si possono liberare i BTC originali tornando alla mainchain. Nel frattempo, la sidechain funziona con i propri blocchi. Questo è un caso di infrastruttura decentralizzata costruita interamente su un multi-sig: la sicurezza e la fiducia di Liquid risiedono nella difficoltà di collusione di 15 entità (ne servirebbero 11 che si accordano per poter rubare fondi, cosa ritenuta improbabile). È interessante perché qui l’utente finale magari non se ne accorge, ma il meccanismo è lo stesso di un wallet multisig – solo con applicazione diversa (una sorta di multisig applicato alla blockchain, se vogliamo).

  • Lightning Network: Anche se non è qualcosa di cui l’utente deve occuparsi manualmente, è notevole ricordare che ogni canale del Lightning Network è fondato su un multisig 2-of-2. Quando due nodi Lightning aprono un canale, essi creano un indirizzo di funding che richiede la firma di entrambi per spendere. Questo garantisce che nessuno dei due possa chiudere il canale unilateralmente rubando fondi; l’unico modo per riscattare il denaro on-chain è cooperare (o usare le transazioni di chiusura concordate con penalità, ma in ogni caso sempre due firme sono coinvolte durante la vita del canale). Quindi, dietro le quinte, la diffusissima rete Lightning sfrutta m-of-n (n=2) come fondamento della sua sicurezza. Anche se al livello Lightning poi le transazioni avvengono off-chain, sapere che c’è un multisig alla base aiuta a comprendere quanto siano importanti le firme multiple nell’ecosistema Bitcoin in generale.

  • Altri esempi: Possiamo citare anche casi curiosi o estremi, come il famoso wallet multisig usato per proteggere i Bitcoin raccolti per il Trust Project di Wikileaks, che pare fosse un 3-of-3 tra membri fidati per assicurare che i fondi venissero spesi solo per lo scopo previsto. Un altro esempio concreto: la società di software MicroStrategy, notoria per detenere oltre 130k BTC in bilancio, afferma di custodirli con un “multi-signature schema” in collaborazione con diversi custodian – in pratica molto probabilmente un multisig con chiavi distribuite tra loro e un custode esterno, per ragioni di sicurezza e compliance. Anche El Salvador, il primo stato ad adottare Bitcoin come valuta legale, si vocifera utilizzi wallet multi-firma per la gestione del suo trust in BTC, coinvolgendo diversi funzionari.

Come si vede, i wallet multisignature trovano applicazione ovunque serva aumentare la sicurezza o condividere il controllo dei Bitcoin.

Dall’utente casalingo che vuole blindare il suo gruzzolo, all’exchange multinazionale che custodisce fortune altrui, dal mercato peer-to-peer senza fiducia, al governo nazionale: la versatilità del multisig è tale che con opportuni adattamenti può servire tutte queste situazioni.

La cosa importante da notare è che, nonostante i contesti differenti, il principio comune rimane: richiedere più chiavi per autorizzare le transazioni.

Questo semplice concetto ha permesso di costruire soluzioni creative a problemi di sicurezza e fiducia che altrimenti avrebbero richiesto l’intervento di entità centralizzate

Consigli:Per chi sta considerando l’adozione di un wallet multisignature, ecco alcuni consigli pratici finali:

  • Formazione e prove: Prima di spostare somme importanti su un multisig, prenditi il tempo di imparare bene come funziona. Usa importi piccoli per creare un wallet di prova, esercitati a fare backup di tutte le chiavi e a effettuare una transazione multi-firma completa (firme di tutti i cosignatari, importazione PSBT, etc.). Questo ti darà confidenza e ti permetterà di scoprire eventuali intoppi in un ambiente a basso rischio.

  • Scegli strumenti affidabili: Opta per software wallet multisig consolidati e open-source (Electrum, Sparrow, Specter, Caravan, etc.) oppure per servizi rinomati (Casa, Unchained) se preferisci l’aiuto di terzi. Verifica che ci sia sufficiente documentazione e community di supporto per il tool che scegli. Evita soluzioni improvvisate o poco note per non trovarti poi bloccato senza assistenza.

  • Usa hardware wallet per le chiavi: È altamente consigliato che ogni chiave privata nel tuo multisig risieda su un hardware wallet dedicato. In questo modo le chiavi non saranno mai esposte a computer online. Se possibile, utilizza dispositivi di marche diverse (un wallet Trezor, un Ledger, un Blockstream) per diversificare. Assicurati di tenere i dispositivi in luoghi sicuri e separati. Configura PIN e passphrase aggiuntive dove supportato, per ulteriore sicurezza fisica.

  • Pianifica la custodia dei backup: Per ogni seed phrase o materiale di backup delle chiavi, decidi un luogo sicuro dove conservarlo (cassaforte, deposit box, casa di un familiare, etc.). Etichetta chiaramente cosa sono (senza svelare informazioni sensibili): ad esempio “Backup Chiave 2 del multisig Casa”, così da sapere in futuro come ricostruire il puzzle. Se il tuo schema prevede che altre persone abbiano delle chiavi, coordina con loro un sistema sicuro di custodia (magari sigillando il seed in busta chiusa da aprire solo in emergenza).

  • Documenta la configurazione: Oltre ai seed, è importante salvare anche le informazioni di configurazione del wallet multisig: la lista degli xpub (chiavi pubbliche estese) dei cosignatari, l’indice M-of-N, il tipo di script (P2WSH, P2SH, ecc.), eventualmente il file di output descriptor o un cosiddetto “recovery file” fornito dal software. Questa documentazione servirà in caso dovessi ricostruire il wallet su un’altra piattaforma o recuperare i fondi manualmente. Tienine copia offline (stampala o scrivila) e conservala in luogo sicuro, separata dalle chiavi.

  • Testa periodicamente il recovery: Un’ottima pratica è, a intervalli regolari (ad esempio ogni 6-12 mesi), simulare un disaster recovery: prendi i backup delle tue chiavi come se avessi perso i dispositivi originali, e prova a ricreare il wallet multisig su un software (possibilmente su un laptop offline) per assicurarti che tutto funzioni e che i fondi risultino spendibili. Questo ti dà la certezza che in caso di emergenza sapresti recuperare i BTC. Ovviamente fai questa operazione con cautela e resetta poi l’ambiente di test per non lasciare residui.

  • Inizia semplice: Se sei un singolo individuo che vuole più sicurezza, puoi iniziare con un 2-of-3 che è la configurazione più semplice e documentata. È solido e tollera la perdita di una chiave. Se ti trovi bene, potrai valutare in futuro schemi più complessi come 3-of-5. Se invece all’inizio 2-of-3 ti sembra già complicato, potresti provare un 2-of-2 (due hardware wallet) giusto per imparare, pur essendo cosciente che non ha ridondanza (è più sicuro su furti ma più rischioso su perdite). Insomma, adegua la configurazione alle tue capacità logistiche.

  • Valuta i servizi se necessario: Se pensi di non potercela fare da solo o temi di sbagliare, potrebbe avere senso usare un servizio come Casa o Unchained, almeno inizialmente. Certo, dovrai registrarti e magari pagare, ma avrai un aiuto professionale e un processo guidato. Questo può colmare il gap finché non ti senti pronto a gestire tutto autonomamente. Ad esempio, Casa ha un’app molto user-friendly e supporto clienti che per qualcuno può fare la differenza tra usare il multisig o abbandonarlo per frustrazione.

  • Non usare multisig per hot wallet: Tieni presente che il multisig è ottimo per cold storage e custodia a lungo termine. Non è pensato per l’uso quotidiano tipo wallet su smartphone per pagare il caffè. Per quei casi, mantieni un piccolo importo su un wallet semplice (single-sig) magari su Lightning. Considera il multisig come la tua cassaforte, non il portamonete.

Conclusioni:I wallet multisignature rappresentano una delle innovazioni più importanti nel campo della sicurezza delle criptovalute.

Offrono un livello di protezione notevolmente superiore rispetto ai wallet tradizionali, e consentono di distribuire in modo intelligente rischi e responsabilità.

Come abbiamo visto, i benefici sono molteplici. Tuttavia la sicurezza aggiuntiva ha un prezzo in termini di complessità e gestione.

Un wallet multisig non è adatto a tutti gli utenti e a tutti gli scopi. Per chi muove piccole somme o sta iniziando con Bitcoin, il dover maneggiare più chiavi e dispositivi può causare più problemi che soluzioni.

Come suggerito dagli esperti, per la maggior parte delle persone un buon hardware wallet singolo con backup in ordine è già una soluzione sufficiente e più facile da maneggiare.

Il multisig va riservato a quando ne vale la pena: tipicamente, quando i fondi in gioco sono abbastanza significativi da giustificare misure extra, oppure quando c’è bisogno di coinvolgere più parti nella custodia per questioni di fiducia o organizzazione.

In conclusione, i wallet multisignature sono uno strumento potente che può davvero mettere in cassaforte i tuoi Bitcoin, riducendo al minimo i modi in cui qualcosa potrebbe andare storto. 

Possiamo dire che la tecnologia multisignature incarna perfettamente la filosofia “don’t trust, verify” di Bitcoin: sposta la fiducia dalle persone alla matematica, dalle promesse alle chiavi crittografiche.

Con un multisig ben fatto, sai che i tuoi Bitcoin non possono muoversi se non alle tue condizioni precise, e questo è un enorme passo avanti in termini di sovranità finanziaria personale.

Che tu sia un hodler solitario che vuole blindare il suo wallet, un’azienda che tutela il proprio bilancio in BTC, o una famiglia che pianifica il futuro, i multisig offrono soluzioni su misura per portare la sicurezza al più alto standard possibile.

CdIta

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